Conflitto tra Covid-19 e Totem Biotecnologico
Il Covid-19 sta mettendo in difficoltà le certezze concernenti le scienze hard come la biologia, la genetica, la medicina, che per l'individuo e la collettività sono sostitutive dell'oggetto sacro.
Per l'individuo, la collettività, l’oggetto sacro è rappresentato da un simbolo trascendente portatore di bene/male ed è presente in tutte le forme sociali dagli aborigeni, ai pigmei, agli occidentali; l'oggetto del sacro porta dentro di sé senso di sicurezza, continuità esistenziale, distanziamento della morte.
Solo con lo svilupparsi della società post-moderna, post-industriale, con il dominio della dimensione iper-tecnologica, ipe-rmoderna l'oggetto del sacro è sostituito dall'oggetto iper-specialiazzante delle discipline biomediche. L'oggetto simbolico del sacro è rimpiazzato da questo nuovo oggetto più complicato, articolato; i celebranti non sono più gli stregoni, i religiosi ma sono i camici bianchi, i tecnici e chi gestisce la macchina complessa dell'apparato tecnico-scientifico.
Per decenni si è riconosciuta a questa macchina una sorta animistica, magica con funzione sacrale in grado di spostare il confine che separa la vita dalla morte. Si è delegato alla macchina il compito di affrontare le insidie della natura, essendo in grado di controllarla. E' proprio nel porsi come altro natura che prende forma la funzione trascendentale della macchina che diventa il totem che domina le turbolenze della natura.
L'onnipotenza della macchina, il culto della sua potenza si sviluppa, si rinforza con l'incremento di nuove scoperte dell'apparato tecnologico, economico e sociale.
L'individuo e il collettivo di fronte al totem si affidano, gli riconoscono la potenza e l'onnipotenza, sono devoti, riconoscenti e delegano a questa macchina una parte di Sé. La delega si ripercuote su tutto il processo evolutivo dell'esistenza individuale e collettiva.
L'oggetto porta in sé, per definizione, anche il male e non solo il bene.
Non solo la natura umana, come direbbe S, Freud, racchiude in sé quest’ambivalenza, anche la macchina, il totem sono portatori di male/bene. L'ambivalenza è un dato costitutivo della complessità, dell'interazione di tutte le forme di vita biologica, fisica, sociale, psichica, economica, tecnologica e scientifica.
Il covid-19 fa parte di quest’ambivalenza.
La zoonosi virale è un evento della natura, è il prodotto di un’interazione biologica di cui l'essere umano fa parte. Per l'homo sapiens questa interazione produce male/distruzione. E' proprio l'evento biologico di questo elemento distruttivo che scardina la macchina e capovolge il totem.
L'incertezza, l'angoscia dell'homo sapiens ipertecnologico diventa panico, da panikos che richiama il dio Pan. Nella mitologia greca Pan è metà uomo/metà caprone, vive nelle selve e porta terrore.
Con l’evento del Covid-19 il totem si spoglia della sacralità dell'onnipotenza, della forza, dell'appartenenza, assume le forme dell'incertezza, della fragilità e perde quella funzione di idealizzazione idealizzata; così facendo l'individuo, il collettivo, la società, la tecnologia e tutto ciò che coinvolge l'apparato rischia di frantumarsi di fronte a questo evento malefico.
Con la caduta del totem, con il generarsi della paura del pericolo del male, si sviluppano a livello psicosociale nella comunità dei comportamenti simmetrici, ambivalenti che si oppongono e si scontrano.
E' lo scontro dell'orda (S. Freud, Totem e tabù) tra chi sostiene e desidera rigenerare il totem e chi lo vorrebbe sostituire con un altro culto.
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