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Il linguaggio

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on . Postato in Le parole della Psicologia | Letto 25334 volte

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linguaggioL’uomo comunica sia verbalmente che attraverso il non verbale. Il processo del linguaggio ha suscitato da sempre l’interesse degli studiosi essendo essa una caratteristica umana.

Il linguaggio può essere definito come la capacità di associare suoni e significati attraverso regole grammaticali che variano al variare della lingua madre.

Il linguaggio umano è la capacità dell'uomo di comunicare per mezzo di un codice complesso, cioè una lingua. Tramite tale capacità produciamo e capiamo frasi corrette dotate di significato.

Nel linguaggio si possono distinguere tre funzioni centrali: la funzione comunicativa che permette di trasmettere idee e informazioni; la funzione conoscitiva in cui si possono descrivere eventi tramite concetti e si possono acquisire conoscenze sulla realtà anche se non vi è una partecipazione diretta. Ed infine vi è la funzione simbolica e di astrazione nonché la capacità di astrarre ed utilizzare simboli.

Molti autori si sono occupati dello sviluppo del linguaggio, uno dei più noti è Chomsky. Quest’ultimo avviò gli studi sulla psicolinguistica: la scienza che studia le regole che governano la produzione del linguaggio, le conoscenze che il parlante-ascoltatore deve possedere per poter usare correttamente la propria lingua ed essere in grado di poter produrre ed usare frasi all’infinito. Chomsky parla di linguistica generativa cioè sottolinea l’uso creativo del linguaggio tramite l’acquisizione delle regole della lingua madre. Secondo Chomsky vi è una predisposizione innata, genetica ad acquisire e ad apprendere qualsiasi lingua. Il bambino apprende le regole grammaticali della lingua particolare a cui è esposto vivendo in un dato ambiente. Dunque l’insieme delle conoscenze relative alle regole della produzione linguistica costituiscono la competenza linguistica (competence) che si estrinseca nell’esecuzione (performance), cioè nelle manifestazioni reali del soggetto. La capacità di apprendimento del linguaggio è insita nel cervello: organo specializzato per acquisire rapidamente il linguaggio attraverso la semplice esposizione della parola. La teoria innatista sostiene che lo sviluppo del linguaggio ha come migliore spiegazione una capacità biologicamente innata, il cervello umano è dotato di un dispositivo di acquisizione del linguaggio: LAD (language acquisition device) nonché un insieme di processi che facilitano l’apprendimento del linguaggio. Attraverso l’impiego di questo apparato di acquisizione del linguaggio, i bambini nascono conoscendo le capacità universali del linguaggio, e l’apprendimento linguistico dell’infanzia fissa gli “interruttori”, essi fanno parlare ai bambini la loro lingua madre. I bambini seguono abitualmente le regole implicite della grammatica per produrre enunciati che non hanno mai sentito prima.

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Coerente con la teoria innatista è la prova che il linguaggio può essere acquisito soltanto durante un ristretto periodo di sviluppo, significativo fu il caso Genie, una bambina di 20 mesi, che fu legata ed isolata fino a 13 anni. Quando fu liberata, anche se migliorò, le sue abilità linguistiche erano molto primitive. Negli anni 60 Lennenerg avanzò un ipotesi di un periodo critico per l’acquisizione del linguaggio, secondo lui ci sarebbe nel corso della vita un intervallo di tempo in cui i nostri cervelli sono preparati a costruire grammatiche mentali. Tale periodo si estende dall’età di due anni circa, con l’avvio dello stadio monoverbale, fino ai dodici anni, allorchè viene meno la capacità di imparare senza sforzo.

Il linguaggio verbale è lo strumento principale attraverso cui si svolge il colloquio clinico. Interessante è la teoria del doppio legame studiata nel rapporto madre-bambino. Ad esempio se la madre comunica un messaggio con un codice verbale ad un altro messaggio non verbale che lo contraddice, crea una situazione schizofrenogenica. Per il bambino è molto più importante il codice non verbale che è il primo codice che si comprende mentre quello linguistico viene appreso successivamente. Creando una incompatibilità tra i due messaggi ed il bambino si ritrova a non sapere a quale codice rispondere.

 

Per approfondimenti:

  • ABC della psicologia generale di Mariangela Falabella, Edizioni Magi;
  • wikipedia.org

 

(A cura della Dottoressa Daniela Scipione)

 


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