Lapsus
Il lapsus (in latino "caduta/scivolone") è un errore involontario consistente nel sostituire un suono o scrivere una lettera invece di un’altra, nella fusione di due o più parole in una sola, nell’omissione di una parola, nel pronunciare o scrivere un nome invece di un altro ecc. Sono esempi di lapsus errori linguistici e vuoti di memoria.
Un'espressione idiomatica della lingua italiana, utilizzata in caso di vuoto di memoria, è "ho questa parola sulla punta della lingua", detta quando si vuole utilizzare una certa parola in un discorso.
Nel 1901 Sigmund Freud pubblicò su di una rivista berlinese l’opera "Psicopatologia della Vita Quotidiana" nella quale descrisse l’origine degli atti mancati ossia dimenticanze di nomi, di oggetti, lapsus verbali, di lettura e di scrittura. Freud ritiene che gli atti mancati siano l’espressione dell’esistenza dell’inconscio che si insinua nella vita quotidiana, verbale, ma non la si ricorda.
Il lapsus Freud li chiamava ‘atti mancati’ essi non sono casuali. Se accade, esso rappresenta, infatti, un compromesso tra un’intenzione cosciente (fare o dire qualcosa) e un pensiero inconscio, ostile (verso questo qualcosa).
Soltanto a posteriori possiamo renderci conto che in noi c’erano pensieri sui quali non avevamo il controllo.
In altre parole nel lapsus si evidenzia un conflitto tra ciò che vorremmo fare e le tendenze inconsce spesso contrarie al volere cosciente.
Suddivisione
I lapsus possono riguardare la produzione linguistica e la ricezione e possono ulteriormente essere distinti in lapsus relativi al parlato e lapsus relativi allo scritto.
Si distinguono:
nella produzione:
- lapsus linguae (di produzione parlata);
- lapsus calami (di produzione scritta).
Nella ricezione
- lapsus auris (dell’ascolto);
- lapsus oculi (della lettura).
I lapsus sono solitamente classificati a seconda delle caratteristiche e la posizione che assumono nel contesto dell’enunciato in cui si collocano.
Alcuni esempi sono:
- le anticipazioni “Lasciateci fare i compleanni* gli auguri di compleanno”;
- le perseverazioni “Paola mangia giapponese e cucina* borse” (colleziona);
- le inversioni “Che gioco ruolate?” (ruolo giocate);
- le interferenze semantiche “La bellezza è una cartolina* è un biglietto da visita”;
- le sostituzioni “Esistono infatti linguaggi animali in cui si possono individuare ad esempio unità foniche, come per i crostacei”(cetacei).
Spiegazione psicobiologica
Tra le componenti psicobiologiche, le più rappresentative, sono l’attenzione e i fattori percettivi, la prima già ammessa come fattore concomitante da Freud. Nel caso dei lapsus oculi (lapsus nella lettura), per esempio, tra gli elementi più facilmente omessi vi sono le lettere percettivamente più deboli, sia graficamente che in relazione alla posizione nella parola. Al contrario nei lapsus linguae sono i segmenti più prominenti dal punto di vista percettivo (sillabe toniche, per esempio) a essere colpiti.
Questa prima differenza rilevante relativa ai fattori attentivi è uno dei motivi che spingono a ipotizzare meccanismi radicalmente diversi per i lapsus di produzione e i lapsus di ricezione.
Il fattore attentivo è inoltre correlato, come si è già detto, con la pianificazione e con il tempo necessario per l’accesso alle parole in produzione e ricezione e con il funzionamento della memoria a breve termine. L’attenzione viene distribuita nel tempo, è soggetta a cali che influiscono sulla capacità del soggetto di ritenere le porzioni pianificate nella memoria a breve termine nel caso della produzione scritta e parlata.
Vi sono dunque approcci molto diversi allo studio dei lapsus che pongono l’attenzione di volta in volta su aspetti e motivi diversi e che sottendono diverse teorie del linguaggio e diversi ruoli attribuiti ai locutori nella produzione e ricezione linguistica.
Per approfondimento
- Il lapsus abbonda sulla bocca degli sciolti. A cura della prof.ssa Isabella Chiari
- Il lapsus freudiano: per la serie “la verità viene sempre a galla”. A cura della dott.ssa Assunta Maria Amoroso
- Lapsus da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(A cura della dottoressa Angela Chiara Leonino)
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Tags: parole della psicologia