Nevrastenia
Termine introdotto dal medico statunitense Beard, nel 1884, per designare un quadro clinico, caratterizzato da stanchezza fisica e mentale, irritabilità, insonnia, cefalea, riduzione dell’attività sessuale.
Freud delimitò il campo di questa sindrome, facendola rientrare nel quadro delle nevrosi attuali, separandola dalla nevrosi d’angoscia, ed individuandone la causa in un insufficiente funzionamento sessuale, che è incapace di liberare in modo adeguato la tensione libidica.
È, quindi, una condizione simile all’esaurimento nervoso, causata, per lo più, da stress fisico o psicologico, che colpisce in età adulta.
Nello specifico, i sintomi causati dalla nevrastenia sono:
- Cefalea gravativa, tensiva, a casco, prevalentemente nucale (“cefalea nevrastenica”);
- Senso di debolezza muscolare, da cui derivano la stanchezza cronica e l’evitamento di ogni tipo di sforzo;
- Astenopia;
- Cardiopalmo;
- Psichestesie e malesseri vaghi, con allarme e timore generico di malattie,
- Difficoltà di memoria, attenzione, concentrazione, ragionamento, giudizio;
- Ipereccitabilità;
- Senso di instabilità o di capogiro;
- Molteplici disturbi sessuali, come la diminuzione della libido, l’impotenza e la frigidità, i dolori spontanei ai genitali;
- Ipocondria (detta anche nevrosi viscerale)
- Angoscia ed ansia continue.
Una loro caratteristica costante è la sproporzione tra le sofferenze registrate e la modestia dei sintomi obiettivi.
È difficile definire una causa univoca della nevrastenia, anche se, in generale, sono state ipotizzate le seguenti situazioni scatenanti:
• Lunghe condizioni debilitanti;
• Malattie infettive, in particolare sifilide, tubercolosi, malaria, ecc.;
• Intossicazioni, di solito da alcool, oppure da tabacco e sostanze stupefacenti (oppio, morfina, ecc.);
• Malattie prolungate dell'apparato digerente: gastrite cronica, ulcera gastrica, ecc.;
• Malattie ghiandolari interne, come ipertiroidismo (malattia di Graves), gravidanze ripetute e ravvicinate, allattamento prolungato, …;
• Periodi dello sviluppo particolari, ovvero menopausa, pubertà, presenilità;
• Stress fisico e/o psicologico;
• Traumi fisici, in particolare al cervello (grave contusione, ecc.)
• Traumi psicologici, che producono uno stato di tensione emotiva prolungato, un'usura eccessiva ed emozioni di depressione, stati di ansia, paura o preoccupazione, delusione grave;
• Eventi di vita stressanti (morte di una persona cara, incidente grave, improvvisa rovina finanziaria);
• Predisposizione ereditaria.
Non esiste, infine, un programma terapeutico standard. In genere, sempre tenendo in considerazione la gravità dei sintomi e la personalità del soggetto nevrastenico, si consigliano:
- Riposo: va inteso, più che come il dormire in senso stretto, come un’economia dello sforzo, per cui il nevrastenico deve cercare di evitare ogni tipo di attività inutile (lavori pesanti, sforzi fisici sproporzionati, viaggi e vacanze, …), che comporterebbe solo stress fisico aggiuntivo, e di compensare la stanchezza cronica con attività leggere e piacevoli (es: camminare all’aria aperta, coricarsi, senza dormire, dopo i pasti, una lettura gradevole, …).
- Allontanamento dal contesto familiare: qualora la famiglia del nevrastenico si riveli un contesto inappropriato per il paziente, egli può essere allontanato da quel nucleo, al fine di evitargli ricadute e malesseri continui, per esservi, poi, reintrodotto, in modo graduale, dopo un miglioramento stabile delle sue condizioni.
- Dieta più equilibrata e ricca di vitamine, di modo da apportare energie specifiche all’organismo.
- Terapia farmacologica: per lo più antidolorifici e, se necessario, Benzodiazepine.
- Psicoterapia: mira alla presa di coscienza, da parte del paziente, della sua condizione e dei suoi sintomi e ad analizzare i conflitti e le cause del suo malessere.
- Alcuni autori suggeriscono l’efficacia di altre terapie di supporto, quali, tra le più citate, l’elettroterapia, i massaggi, la climatoterapia, tecniche di rilassamento e di controllo della respirazione (ad esempio, lo yoga).
Bibliografia:
• Enciclopedia Treccani.
• Maldonato M., Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone.
• WHO, Lessico dei termini psichiatrici e di salute mentale, Centro Scientifico Editore.
(A cura della dottoressa Alice Fusella)
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!