Sentimento
Il sentimento è quella risonanza affettiva, meno intensa della passione e più duratura dell’emozione, con cui il soggetto vive i suoi stati soggettivi e gli aspetti del mondo esterno.
Esso deriva dall’analisi dei livelli più profondi della propria personalità ed imprime un particolare colorito ai vari processi psichici che, a seconda dei casi, accompagna, precede o segue. Generalmente, per la psicologia il sentimento è posto in una posizione subalterna rispetto al pensiero ed alla ragione o, al massimo, ha lo stesso valore funzionale.
Quindi, allo stesso modo delle emozioni, i sentimenti si manifestano come degli stati di attivazione psicologica e fisiologica, in risposta ad un cambiamento nel proprio ambiente fisico, sociale o mentale, ovvero in seguito all'esperienza soggettiva delle emozioni.
Secondo Wundt, il sentimento è un'esperienza immediata ed elementare, che si costituisce in base a tre dimensioni: 1) piacere-dispiacere; 2) eccitazione-inerzia; 3) tensione-rilassamento.
Schneider, riprendendo la formulazione precedentemente esposta da Jaspers, distingue i cosiddetti sentimenti dell’Io in:
- Sentimenti di stato, che corrispondono a quelli vitali;
- Sentimenti di valore, che possono essere, a loro volta, di: autovalutazione positiva (fierezza, arroganza, ecc.) o negativa (vergogna, subordinazione, ecc.); oppure di valutazione degli altri, e, quindi, essere affermativi (fiducia, gratitudine) o negativi (disprezzo, rancore).
In psicologia analitica, Jung annovera il sentimento tra le quattro funzioni psichiche fondamentali, tra le quali pensiero e sentimento vengono definiti come razionali, mentre sensazione ed intuizione sarebbero irrazionali. Esso, inoltre, viene distinto dall’affetto, per il fatto che non provoca innervazioni somatiche avvertibili, come avviene in un comune processo di pensiero.
Nell’ambito della psicologia individuale, Adler parla di sentimento, facendo riferimento al complesso delle risonanze emotive, generate da un’immagine, con vari gradi di obiettività e distorsione:
- Della propria personalità;
- Della malattia, con riferimento al modo di viverla;
- Dell’inferiorità, dove si esprime una condizione di inadeguatezza e di disagio, derivante da confronti interpersonali negativi;
- Dell’insicurezza, in cui l’individuo avverte una situazione esterna di pericolo, che non è in grado di padroneggiare;
- Del sentimento sociale, che è un’istanza innata nell’uomo, la quale determina un bisogno di cooperazione emotiva con i suoi simili.
Dal punto di vista psicogenetico, autori come J. Piaget ne ricostruiscono un processo evolutivo, consistente in:
a. Sentimenti elementari, che vanno ad oggettualizzarsi;
b. Formazione della coscienza morale, che dipende dal giudizio degli adulti e dalle influenze ambientali;
c. Formazione della volontà e dell’autonomia morale, espressione di un maturo sviluppo dell’affettività.
Damasio afferma, infine, che il sentimento di un’emozione è l’idea del corpo nel momento in cui esso è perturbato da quella stessa emozione, quindi è il risultato delle metarappresentazioni di quei processi mentali, scaturiti dalla percezione sia dell’emozione, che del relativo stato corporeo attivato da essa.
Bibliografia:
- Damasio A., Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello, Adelphi Edizioni.
- Diizionario Zanichelli.
- Enciclopedia Treccani
- Maldonato M., Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone.
(Dottoressa Alice Fusella)
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!