Amicizia (166374 )
Marco, 37 (166374 )
Salve, scrivo perché mi è capitata una cosa molto rara. Un mio collega si è avvicinato a me chiedendo la mia amiciziaal di fuori del lavoro. A pelle e non so perché avevo una sensazione strana ma ho sorvolato e l'ho frequentato. Devo dire che il primo mese mi proponeva uscite, birre a casa sua, ci si confidava ecc... a me andava a genio perché notavo che è una persona valida. Se non che ho da subito avuto più colleghe ma anche alcuni colleghi che mi sparlavano di lui, dicendo che è un approfittatore, un falso, uno che non mantiene le promesse. Devo dire che mi hanno fatto pensare e molto non tanto per quello che mi dicevano ma tanto da quanti me lo dicevano, ben 4 colleghe e 3 colleghi.
Non so se utile ma le colleghe sono andate giù sul pesante in queste affermazioni, mentre i colleghi mi hanno solo Redarguito. Fatto sta che all'inizio della conoscenza questo collega si era candidato come sindacalista e ho deciso di dargli il voto perché a me sembrava una persona che crede in certi valori, un po timido e riservato. Praticamente ricordava un po me alcuni anni prima oltre al fatto che x i suoi modi di fare mi ricordava uno dei miei migliori amici di molti anni fa. Sono sempre stato sincero con lui tanto dal dirgli dei commenti negativi da parte di colleghi. Visto la mia amicizia sempre più solida sia lui che io abbiamo avuto in via anonima degli scritti che minavo in primis la credibilità di lui in un momento come le elezioni a sindacalista e in seconda battuta minavano alla nostra amicizia. Passato anche questo la nostra amicizia si è rafforzata nonostante ne avessi parlato con lui dell'accaduto, mi sentivo un po titubante del fatto che potesse parlare alle mie spalle dopo tutte le confidenze importanti che gli ho fatto. Mi ha rassicurato che non ha mai parlato male di me a nessuno. Nel frattempo nell'ufficio dove lavoravo, bombardato dai commenti e comportamenti di queste colleghe, ho iniziato un periodo dove volevo a tutti costi cambiare ufficio e facendolo presente molto spesso al mio amico/collega/sindacalista la cosa poteva andare in porto ma con calma e con tempi lenti. Mi ha proposto nel frattempo di provare dove andava in palestra cosa che ho fatto e poi iscritto, ho preso la palla al balzo perché in palestra se vado da solo finisce che non vado più. Ho conosciuto i suoi amici, così come mi ha fatto conoscere alcuni colleghi. Da dire che ero stato assunto pochi mesi prima di conoscerci. Una cosa però l'ho notata da subito, ossia, che sia un amico o un collega di cui parlavo bene, aveva sempre l'aspetto negativo di cui mi metteva in guardia. A parte questo tutto trascorreva tranquillo a parte il mio forse continuo sfogo che non mi andava giù il mio lavoro sia per le mansioni lontane dal mio curriculum e dai miei precedenti lavori sia per il clima di diffidenza che si era creato. Lo vedevo agitato quando ne parlavo ma nulla di più. Mi rassicurava che dopo un anno c'è sempre una possibilità di chiedere trasferimento in un altro ufficio. Destino vuole che lui ha lavorato proprio nel mio stesso ufficio 2 anni prima e da quello che mi ha detto c'è voluto molto tempo per trasferirsi. Non ho mai capito se lo ha fatto perché non si trovava bene o perché non era il suo lavoro. 4 mesi dopo la nostra frequentazione noto un lento allontanamento da me e nonostante avessimo organizzato e fatto le ferie insieme, al rientro si faceva negare. Negare per un caffè, negare per una pausa pranzo, negare per la palestra, un uscita serale. Tutte cose che mi chiedeva lui quasi ogni giorno tramite messaggi. Questo comportamento si è subito notato al lavoro e come conseguenza mi sono arrivati messaggi anonimi dove mi diceva che ottenuto il voto, ottenuto favori l'amicizia di convenienza poteva concludersi. Ci sono rimasto molto male, ho iniziato ad avere dubbi. Se non che i messaggi che mi arrivavano erano molto pesanti e mi sono rivolto alle forze dell'ordine per chiedere come comportarmi. Non so se è una coincidenza o comunque era una cosa che mi doveva dire da tempo, ma questo mio amico sentendo da me tutto l'accaduto è andato su tutte le furie dicendo che non voleva mai più sentir parlare di lavoro, che non voleva seguirmi nel percorso del trasferimento parlando da sindacalista al direttore facendo vedere cosa mi stava succedendo, delle minacce anonime ecc che tra l'altro hanno riguardato anche lui . Non se la sente di andare contro nessuno, parole sue. Dice che durante le ferie siccome gli ho detto che un suo amico che era in vacanza con noi mi ha riferito che un giorno si erano visti tra di loro senza dirmi nulla, se l'è presa chiedendo proprio all'amico se fosse vero che mi avesse detto questo. Ovvio che l'amico ha tentennato senza confermare ne smentire. Il bello che di questo amico non ha una grande considerazione, non lo voleva neanche in vacanza se non fosse stato per me che ho cercato di farlo ragionare. Unico cruccio che mi rimane è il fatto che ha detto e poi smentito poi detto e poi smentito nuovamente che lo faceva venire solo per dividere le spese. Li mi sono cadute le braccia. Ritornando a prima, mi ha detto che sono troppo presente nella sua vita, nel lavoro, palestra ecc e che dovevamo tagliare un po. Dice che forse questa amicizia non è mai decollata ma poi afferma che magari il problema è lui visto che ultimamente si sente stressato per altri motivi. Poi rincara la dose dicendo che gli ho creato problemi al lavoro e nella vita. Ci siamo salutati promettendo di pensare a cosa ci siamo detti e alle cose che sono successe. Che ci serva da spunto per riflettere. Ora per 15 giorni non lo vedrò. Non so più cosa fare. Se vado avanti facendo una formale denuncia alle forze dell'ordine dell'accaduto mi hanno assicurato che partiranno le indagini e per forza di cose saremo tutti chiamati. Idem se vado dal direttore, scatterebbe il consiglio disciplinare e anche li verrebbe chiamato. In entrambi i casi lo porterei in cattiva luce con alcuni colleghi e con i suoi superiori per essersi rifiutato nel seguirmi sindacalmente e per aver omesso il mio accaduto che in qualche modo implica quello che è successo a lui in tempo di elezioni. Io nel frattempo ho fatto domanda di trasferimento presso altri uffici motivando un curriculum e un pregresso lavorativo ben diverso. Mi piacerebbe salvare questa amicizia perché c'è stata anche una parte positiva molto importante che mi ha aiutato in un periodo non bello della mia vita, ma la vedo molto dura.
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Caro Marco, non sempre le amicizie riescono a durare nel tempo e occorre farsene una ragione. Prendi fiato e cerca di vedere questo allontanamento senza troppa enfasi e con una giusta distanza emotiva. Hai detto bene è stato un rapporto affettivo con molto di positivo, ma adesso come adesso pensare di portarlo avanti rischia di essere un inutile azzardo. Alla fine ben venga questo trasferimento e forse cambiare ambiente ti potrà dare anche l'occasione di fare nuove e significative conoscenze.
(Risponde la Dott.ssa Lucia Daniela Bosa)
Pubblicato in data 10/09/2015
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