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Fiducia in se stessi (148427)

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Alessio, 23

 

Gentile Dottore,
mi chiamo Alessio ed ho 23 anni. Ho sempre considerato la mia vita "normale" e per certi versi mi ritengo molto fortunato, ho dei genitori fantastici che mi hanno sempre voluto bene, un lavoro che tutti mi invidiano e un buon numero di amici.
Nonostante ciò mi rendo conto di avere un problema di fiducia in me stesso, troppo spesso perdo tempo a chiedermi cosa pensino gli altri di me...faccio qualche esempio pratico: se devo andare in un negozio, preferisco andarci in compagnia, così l'attenzione del commesso/a di turno e il suo "giudizio" non è rivolto solo su di me, ma suddiviso con gli altri che sono con me; se mi capita di andarci da solo, non mi sento tranquillo ma costantemente "sotto esame", come se tutti fossero li pronti a criticare il mio comportamento.
La stessa cosa mi accade ogni giorno quando prendo l'ascensore per andare in ufficio, se c'e' con me qualche collega "amico" mi sento tranquillo, se sono solo con altri che non conosco granchè mi sento a disagio e magari preferisco farmi 3 piani di scale!!!
In fin dei conti non ho mai creduto fosse un grosso problema, pensavo che buttandomi alla fine lo avrei superato ma non riesco a farlo, tendo sempre ad evitare queste situazioni di disagio!!

Caro Alessio,
mi sembra che la sua scarsa fiducia in sé, la difficoltà a mostrarsi agli altri, al mondo intero, la paura del giudizio, siano elementi presenti da tempo e che abbiano superato i livelli di guardia.
In altre parole le rendono la vita più difficile e tolgono serenità necessaria a godere ciò che ha raggiunto.
Se, come aveva supposto, le paure dovevano passare da sole, sarebbero già passate, per cui giustamente lei si chiede perché e come.
Lei parlava di una famiglia fantastica, questo non lo metto in dubbio, però mi chiedo in cosa si sia tradotto questo essere fantastica. Mi riferisco al fatto che talvolta fare tanto, troppo, induce a "fare per", "al posto di" e questo se nell'immediato semplifica la vita, a lungo andare non è una buona cosa, perché mina il sorgere dell'autostima nelle sue fondamenta.
Faccio un esempio, se un bambino torna a casa lamentandosi che un compagno lo ha picchiato, si crea una situazione in cui in base a ciò che rispondono o fanno i genitori, il bambino acquista più o meno fiducia in sé. Se ad esempio gli dicono "Non ti preoccupare verremo dalla maestra e lo faremo smettere", il bimbo sarà rassicurato da una parte, ma si sentirà incapace di far fronte ai coetanei, o almeno ai coetanei più forti, più considerati, i leader, ecc.
Se invece i genitori gli dicono: "Non devi aver paura, vai domani e fatti valere, sei al suo pari!", sicuramente il bimbo avrà un compito più arduo, pieno di ansie e difficoltà, ma il fatto di farsi carico in prima persona della situazione e di affrontarla, gli creerà fiducia in sé. Non è detto che alla prima vada bene, ma il messaggio deve essere che credendoci e impegnandoci ce la può fare, non ha nulla che non va.
Ora, non so che esperienze pregresse abbia lei, ma se è stato troppo protetto, se ha evitato fin da piccolo le varie difficoltà, il risultato potrebbe essere questo.
Però potrebbero esserci stati altri fattori, difficili da stabilire con le informazioni che ci fornisce. Talvolta noi vediamo il prodotto finito, ma le cause, possono essere tante, magari piccole e concatenate. Non sempre vi sono grandi traumi o situazioni macroscopiche.
La cosa più fruttuosa consiste nel fare una consulenza psicologica e andare ad indagare cosa le crea tanto disagio e cosa può fare oggi, per superare questo stato di cose.
Lei è giovane e sicuramente col tempo e con l'esperienza la situazione migliorerà, può darsi però che senza un lavoro specifico, possa accadere che nonostante i miglioramenti, una certa incertezza di sé, una sorta di vergogna, l'insicurezza permangano e le impediscano di vivere le situazioni quotidiane con semplicità e senza sforzo.
Non c'è da temere niente, ma solo da occuparsene per capire meglio e trovare la strada più fruttuosa. E' arrivato il momento di andare da quel bambino e mostrare a sé stessi di essere all'altezza di confrontarsi con lui!
Un grande in bocca al lupo per la sua crescita!

 

(Risponde la Dott.ssa Costantini Sabrina)

Pubblicato in data 31/01/2013

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