Mancanza di DETERMINAZIONE (162088)
Ginevra, 41
Gentile Dottoressa,
di problemi ne ho tanti, come tutti, ma a lei vorrei
chiedere perché non ho un briciolo di determinazione?
I miei genitori sono separati da diversi anni, ho avuto sempre una vita
solitaria, pochi amici, sempre gli stessi (lego difficilmente e non mi
fido di nessuno), ma che non hanno molto in comune con me. Ho cominciato
l'università subito dopo le superiori ma senza risultati (incapace di
studiare) e da allora faccio finta di interessarmi alla ricerca di un
lavoro (a causa della mia forte insicurezza), ma avendo le spalle
coperte non è stato mai davvero necessario. Ho avuto alcune storie ma
non negli ultimi anni e non mi sono mai innamorata. Ho sempre avuto
problemi di peso, accentuati nei periodi di crisi. Ho subito un grave
lutto in famiglia, di cui purtroppo non posso parlare, ma che credo, con
il tempo, di essere riuscita a vivere con maggiore serenità.
Non ho mai avuto il coraggio di parlare con uno specialista ma credo sia
arrivato il momento di farlo. Mi sento un'inetta, e mi sono resa conto
di recente di quanto sia vuota la mia vita (ed io stessa). Vorrei
evadere da ciò che è ora la mia realtà (rimasta invariata praticamente
da sempre). Voglio bene alla mia famiglia, ma ora la percepisco solo
come un peso e, a causa degli amici, che ultimamente non mi danno nulla
( o forse è sempre stato così) mi sento molto sola. Cerco di coltivare
le mie passioni, ma con difficoltà. Mi sento divisa tra ignoranza e
cultura. Vorrei far parte del secondo gruppo, ma a causa della mia
mancanza di determinazione non coltivo abbastanza quelli che credo siano
i miei veri interessi, considerando anche il fatto che non conosco
persone con interessi simili ai miei. Sento il bisogno di un ambiente
stimolante che non ho e quando penso al numero di lavori che vorrei
fare, ma che non posso a causa della mancanza di titoli di studio
adeguati, soffro in maniera ancora maggiore.
Sento di avere un cervello che non sono capace di utilizzare e intanto
le giornate mi passano davanti senza che sia in grado di reagire.
Vorrei rendermi utile agli altri, ho sempre desiderato fare volontariato
all'estero in maniera particolare, ma non ho mai avuto il coraggio
neppure di parlarne seriamente.
Mi sento abbandonata a me stessa, senza una guida o un punto di
riferimento: una sorta di aiuto per affrontare il mondo così com'è,
senza pensare sempre che sia ingiusto o sbagliato e che non mi offra
nessun tipo di possibilità. Non penso al suicidio, ma mi chiedo per
quanto tempo ancora potrò andare avanti così, senza cambiare nulla nella
mia vita. Sono ad un punto di non ritorno, devo affrontare la
situazione, ma non so da che parte cominciare e purtroppo non posso
permettermi le spese di terapia (ma potrei trovare il modo se ritenesse
che è necessaria).
Vorrei poter dire di più, ma nel complesso penso di aver inserito tutti
i punti fondamentali che mi riguardano. Vorrei davvero capire come
reagire finalmente dopo tutti questi anni in questo oblio.
La ringrazio per la sua attenzione e nell'attesa di un suo consiglio le
porgo distinti saluti.
Cara Sara,
mi sembra lei abbia fatto il primo passo per iniziare a chiarire a se stessa i motivi
del suo disagio: ha iniziato a vedere alcune cose che la riguardano ed è riuscita a scriverne.
E' possibile che le difficoltà che lei indica abbiano alla base uno stato depressivo e per poter affrontare i problemi dei quali parla forse occorre andare alla radice: un'ipotesi potrebbe essere (dalle informazioni che fornisce sottolineo che è soltanto un ipotesi) che l'origine sia la separazione dei suoi genitori: può darsi che lei non abbia elaborato il dolore provato e l'abbia rimosso, anche il lutto del quale non "può parlare" potrebbe aver fatto riemergere problemi più antichi.
Ora credo che lei si senta vuota e disorientata. Penso che, avendo già iniziato a mettere in chiaro la sua situazione, potrebbe iniziare a riattivarsi un po' per volta iniziando da piccole cose. Se ha la fortuna di "avere le spalle coperte", non mi accanirei nella ricerca di un lavoro , ma farei progetti nell'ambito della sua formazione. So che non è facile, occorre riflettere e cercare di individuare quali sono le sue doti ed individuare i modi per svilupparle. Faccio alcuni esempi: le interessa essere d'aiuto agli altri ? Si informi su quali competenze occorrono: infermieristiche ,ecologiche, psicologiche, culinarie, dietologiche............. Una volta capito, e non è facile, in quale ambito si sente adeguata, magari chiedendo conferma a qualcuno che la conosce bene, cerca un corso, possibilmente che fornisca un titolo riconosciuto dallo stato ( attenzione ai corsi privati che forniscono "diplomi" che non hanno riconoscimento legale). E' brava ad usare il computer? Può incominciare a fare un blog su qualche tema che le interessa, potrebbe pensare di diventare una web designer.... Una cosa non esclude l'altra. La parte difficile è capire che cosa si desidera, ottenere le informazioni utili, ma soprattutto riuscire ad iniziare. Superare l'inerzia richiede un certo sforzo, un po' come decidersi a scrivere il mail che ho ricevuto, superata la resistenza iniziale, il resto diventa meno difficile. Un viaggio inizia sempre con un passo, da quel primo passo si può arrivare ovunque, occorre solo capire la direzione, altrimenti si cammina a vuoto.
Nell'attesa di ricevere informazioni sui suoi progressi, le faccio i miei auguri, i migliori.
S. Bertini
(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 02/09/2013