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Paura dell' abbandono (144711)

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Andrea 23

Salve, mi chiamo Andrea, 23 anni, omosessuale. In queste settimane mi sono trovato di fronte a una situazione che, periodicamente, mi si ripropone cambiando i soggetti. Non so come faccio, davvero non lo so.ma riesco a creare dei rapporti ossessivi con amici (donne e uomini) in cui divento una sorta di "guru". Si rivolgono a me per svariati motivi ovviamente sono quasi tutti problemi di qualsiasi tipo che, regolarmente, insieme riusciamo a superare. Dal momento in cui i problemi loro sono superati subentrano i miei problemi, ovvero inizia un attaccamento morboso per queste persone che, regolarmente, volge ad una fine in cui mi sembra letteralmente di impazzire. Mi sento sperso, vuoto...come se non valessi niente e come se non ci sia altra via d'uscita. In gabbia. Con le ragazze il distacco è più semplice (doloroso) ma più semplice. Con i ragazzi è più difficile, non so come mai ma credo di innamorarmi dei miei amici più cari tanto da diventare possessivo, fortuna che ho imparato a nascondere la cosa, non la domino ma la metto in modalità "silenziosa". Altra cosa assurda è che con tali amici uomini si creano regolarmente (da sempre) situazioni ambigue, sia che sappiano della mia omosessualità (di cui vado orgoglioso e di cui non mi vergogno), sia che non lo sappiano anzi se non lo sanno la situazione è quasi normale.Se lo sanno si "attaccano" e io interpreto malissimo ciò che mi propongono come "normalità" ( abbracci, gesti carini, parole carine...). Arrivo poi ad uno stadio in cui rifiuto totalmente quella persona perché so che mi abbandonerà per una fidanzata, per altri amici o semplicemente perché gli "vengo a noia". Ho detto prima che "credo" di innamorarmi perché io non mi sono mai oggettivamente innamorato, sono solo caduto vittima di svariate ossessioni. La cosa pesa, mi pesa tanto e non so esattamente come interpretarla e come superarla e, visto che da un punto di vista economico sono messo malissimo ho deciso di chiedere aiuto a voi, sperando di avere una risposta. Grazie anticipatamente e scusate per i discorsi sconnessi.

Caro Andrea, il problema di fondo è proprio l'angoscia di vuoto che finisce con il complicare tutte le relazioni fino ad  una confusiva erotizzazione. Il tema è il legame e la possibilità di riuscire a vivere l'allontanamento senza confonderlo con l'abbandono e la perdita definitiva. L'errore che fai è infatti creare una sorta di simbiosi in cui a un certo punto non si riescono più a distinguere i confini dello spazio di vita tuo e dell'altro, con una fame di affetto che l'altro finisce poi con non riuscire a reggere e che carica talmente il rapporto fino a frammentarlo. Non è facile acquistare un buon regolatore delle proprie emozioni e dell'angoscie più interne. Si può imparare però. Hai imparato ad essere come sei, ad avere un modello operativo interno che ti porta a reagire e a vivere come fai oggi, puoi impararne un altro anche riparando le esperienze dolorose che hanno potenziato la formazione delle tue angosce Mai come nel tuo caso sarebbe imoprtante intraprendere una buona psicoterapia per raggiungere un'elaborazione ottimale e una sana bonifica del tuo disagio interiore. Tutto sommato puoi rivolgerti alla tua Azienda Sanitaria di riferimento o presso un Consultorio( il servizio è completamente gratuito) o preso un CSM (in questo caso si fornisce l'impegnativa del medico curante e si paga un piccolo tichet). Anche i pensieri si curano e cambiano, ma bisogna lavorarci.

(Risponde la Dott.ssa. Lucia Daniela Bosa)

Pubblicato in data 27/09/2010
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