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Paura e confusione (132940)

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Anonimo 22

Salve sono un 22enne di provincia, cresciuto con un' infanzia abbastanza tranquilla. La mia famiglia ha fatto i salti mortali per farmi studiare, sono l'ultimo di 6 figli e siamo una famiglia molto unita. Studiando in un istituto Alberghiero ho cominciato già a 15 anni ad entrare nel mondo del lavoro come cameriere. Ma arriviamo subito al perchè vi ho scritto. Circa 4 anni fa al ristorante dove lavoravo conobbi un ragazzo di un anno più piccolo di me che nutriva, e che ancora oggi dimostra di essere più maturito di me. Dal primo giorno che ci siamo conosciuti non ci siamo più separati, abbiamo sempre lavorato insieme, abbiamo fatto le classiche bravate giovanili insieme, e vi giuro se devo sfogarmi con qualcuno non lo faccio con un famigliare, lo faccio con lui. La gente che mi conosce dice che ho il cuore d'oro, infatti avvolte mi sono privato di una cosa per cederla a lui. In passato ho avuto altri amici che si sono approfittati della mia bontà per scopi propri, ed è cosi che incominciano a sorgere dubbi, paure e altre incertezze. Mi chiedo se mi vuole veramente bene, o se anche lui si approfitta di me, e allo stesso tempo ho paura che un giorno mi possa lascrare solo. Può sembrarvi una cosa da nulla, ma io ogni notte prego con tre rosari in mano, perchè ho veramente paura di perdere il mio unico vero amico. Come posso fare per riuscire a capire e a tranquillizzarmi? Attendo un vostra risposta. Saluti.

Salve, sento molta angoscia e incertezza in quello che sta vivendo. Mi sembra molto smarrito, un po’ come se fosse un bambino in un mondo di adulti. In un certo senso è così: ha solo 22 anni e si trova in un ambiente, quello alberghiero, pieno di persone scaltre e assai opportuniste, che sono abituate a vivere la notte, a cambiare partner e ambienti lavorativi molto velocemente e facilmente. Oltretutto mi sembra ci sia in lei, una grande solitudine: quel ragazzo, è l’unico amico che ha. Questo fa si, che vi si aggrappi ancora più prepotentemente, con un bisogno assoluto e disperato, al punto di pregare di notte, con tre rosari. Direi che si trova in una condizione di dipendenza emotiva, che rende succubi dell’altro, poco autonomi e tendenti alla passività. Ed è una condizione assai angosciante ed incerta, che rende sempre più dipendenti e deprivati, predisponendo a cadere in un pericoloso circolo vizioso, che accresce sempre più il bisogno e la frustrazione. Tutto ciò, mi induce a riflettere sul ruolo della sua situazione familiare: lei è ultimo di sei figli, il piccoletto di casa, forse il più protetto, coccolato e anche il meno adultizzato e autonomizzato. Il troppo amore infatti danneggia altrettanto del poco amore, perché protegge eccessivamente e non permette di crescere. Apparentemente non è così, lei ha iniziato a lavorare a 15 anni, ma ciò non toglie che possa essere rimasto emotivamente non adulto e ancora dipendente dall’apporto degli altri. Infatti, denota una profonda insicurezza in sé, al punto da rinunciare a qualcosa di suo per l’amico, a non essere sicuro di ciò che vede e che sente, delle intenzioni dell’altro, ecc. Un po’ come se non fosse in grado di proteggere sé, i propri confini, il proprio sentire e i propri bisogni. Non a caso, parlando dell’amico lei dice “nutre più maturità di me”. Ma che vuol dire questo? Di solito si dice che un persona nutre affetto, nutre col cibo, nutre interesse e che possiede più maturità. In questo suo accostamento insolito, sembra lasciarsi sfuggire che questo compagno di giochi, la nutre con la sua maturità, che la fa sentire protetto e rassicurato, un po’ come fanno le figure genitoriali. Da quanto dice, si intuisce anche un forte senso del dovere e quasi di colpa: i suoi genitori hanno fatto molti sacrifici per farla studiare. Questo sentire potrebbe averla spinta ad un’adultizzazione troppo precoce, dal punto di vista del fare (es. lavorare a 15 anni in un ambiente difficile), lasciandola ancor più sguarnita dal punto di vista della crescita emotiva, rimasta indietro. Può essere che questo suo senso del dovere si ripresenti anche nelle altre relazioni, tendendo a disinvestire su sé e sui propri bisogni, a favore di un dare smodato, verso chi le presta un po’ di attenzione e amore. Allora, forse è più importante concentrarsi su sé stesso, capire cosa la porta ad essere così e ad avere un tale bisogno , piuttosto che chiedersi se l’amico è realmente sincero o se si sta approfittando.Capisco quanto sia doloroso prendersi per mano, lungo una strada lastricata di tali temi emotivi, ma rappresenta l’unica via di crescita e serenità!

(Risponde la Dott.ssa Sabrina Costantini)

Pubblicato in data 19/06/09
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