Sindrome di Peter Pan (146315)
Roberto, 32
Salve, mi chiamo Roberto, ho 32 anni, fino ad ora ho lavorato e studiato, per diversi motivi ora studio soltanto, o meglio sto cercando di finire questa agognata università (mi mancano 4 esami).
Il problema che gli ultimi esami stanno diventando un problema insormontabile. Mi sento addosso la difficoltà di prepararli , spesso quando sono lì lì per finire il programma di studio, rallento, mi assale una svogliatezza. Più ho la voglia di finire, più rallento. Questo problema sta diventando grave: mi sto isolando, i rapporti con i miei cari si stanno incrinando, mi guardano come un fannullone, sento che do preoccupazioni alla gente più cara che mi è vicino, perché non si spiega il motivo della mia difficoltà a studiare.
Da premettere che mi piace quello che studio, ma inconsciamente più arrivo verso la fine più mi assale una sorta d' ansia o mi distraggo molto più facilmente rispetto all' inizio del programma da studiare.
Mi sono chiesto spesso quale sia il mio problema e credo che una spiegazione ci possa essere: soffro della sindrome di Peter Pan.
Per favore vi chiedo una mano, perché come detto precedentemente il mio atteggiamento di stasi nella vita, sta inficiando i miei rapporti con tutte le persone più care che ho. Si può guarire da questa sindrome ? Cosa devo fare?
Vi prego il problema sembra banale, ma per me sta diventando un inferno!
Spero che mi rispondiate prestissimo.
Grazie infinite.
Un saluto.
Roberto
Gentile Roberto, sembra che il suo problema non sia semplicemente la svogliatezza nello studio perché, a quanto pare, quello che studia è di suo interesse, quindi, a questo proposito non le darei delle indicazioni circa il metodo di studio da intraprendere. Questa difficoltà credo infatti sia comunissima e in parte comprensibile vista la modalità di insegnamento e verifica diffusa tra gli atenei. Piuttosto dalle sue parole, anche se un po’ velata, sembra emergere un disagio più profondo, che forse affonda le sue radici nel passato e che quindi si manifesta adesso nello studio. Laurearsi equivale a “cavarsela da solo nella vita”, trovarsi un lavoro, farsi una famiglia, traguardi che sembrano spesso irraggiungibili e che probabilmente le causano una certa dose di ansia. Lei ha inquadrato bene il suo atteggiamento di stati nella vita. Io non incasellerei il suo vissuto in una “sindrome”. E’ normale sentirsi spaventati dal futuro e volersi rifugiare in quello che si ha o nella propria famiglia d’origine. Le consiglio di parlare di ciò a viso aperto con i suoi familiari e di consultare uno specialista per una consulenza.
In bocca al lupo per tutto.
(Risponde la Dott.ssa La Guzza Anna)
Pubblicato
in data 23/01/2012
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