tricotillomania (145805)
camilla 32
Salve, vorei risolvere definitivamente un disturbo che ho dall'età di 12 anni:la tricotillomania. Pur avendo una vita appagante, una bella famiglia, amore intorno a me e riconoscimenti professionali, mi sento però sempre 'in dovere' di fare qualcosa di più, di migliorare sempre; per questo mi prefiggo obiettivi sempre più impegnativi, che sono spesso fonte di stress. Il gesto compulsivo e distratto di strapparmi i capelli sembra quasi rappresentare uno sfogo. Il mio rammarico è che da anni cerco di 'sostituire' questa azione negativa, con qualsiasi altra neutrale/positiva: è assurdo che sia in grado di avere molte cose sotto controllo (ovviamente quelle che dipendono da me), tranne questa. Vorrei un Vostro cortese parere su quale strada intraprendere. Sto pensando all'ipnosi, ma non so se ci siano 'veri' professionisti in grado di praticarla. Grazie mille
Buon giorno Camilla,i professionisti che praticano l’ipnosi ci sono senza dubbio, il punto è capire se l’ipnosi è la cura giusta. Ma ancora di più, il punto è capire come mai lei, fra la miriade di possibilità, ha pensato proprio all’ipnosi. Mi colpisce che una persona, dedita al controllo di tutto ciò che può controllare, voglia mollarlo proprio nel voler guarire, dall’unica condotta che le sfugge da questo controllo! Parla di un gesto compulsivo e distratto, qualcosa quindi che va in automatico, senza che lei se ne accorga e senza che lei possa farci qualcosa. Qui, più che in ogni altra cosa lei deve esserci! Non a controllare, ma a vivere! E’ importante riportare la consapevolezza e la volontarietà (prima inconscia e poi conscia), di un gesto che deve essere prima di tutto compreso. Intanto, la tricotillomania le ricorda che per quanto si sforzi, non può tenere tutto sotto controllo e per quanto si sforza e lavori per essere felice, la felicità non la si decide a tavolino e non scaturisce dalla somma di aspetti della sua vita, che vanno bene. E poi, vanno veramente bene questi aspetti? Vale a dire, che se lei controlla tutto, è difficile che ci sia davvero tutta, con tutta sé stessa, con il corpo, le emozioni, i pensieri, la fantasia, ecc. Sulla carta va tutto bene, ha una splendida famiglia, un lavoro soddisfacente, ecc., ma lei se lo gode? Ma lei c’è? E quanto le costa tutto questo? Lei parla dello strapparsi i capelli come gesto antistress, quindi di stress ce n’è tanto! Ma forse, non solo quello. Di solito si dice che “ci si strappa i capelli dalla disperazione”! Allora mi chiedo se la da qualche parte di lei, non ci sia una parte disperata e desolata. Del resto lei ha iniziato a 12 anni. Cos’è successo a quella ragazzina di 12 anni, da indurla a strapparsi i capelli? E i suoi genitori dov’erano? Perché non si è fatto nulla prima? E perché proprio adesso? Cosa la induce ad affrontare tutto ciò, adesso in modo più deciso? Da quanto diceva, c’ha già provato, ma cosa la induce proprio ora a chiedere l’aiuto di un professionista? Chiedere aiuto, significa mollare il controllo. E lei ci mostra anche qui, di non riuscirci e di non fidarsi, perché ha già deciso il tipo di trattamento ma dubita che esista un professionista adatto in questo. Mi pare che una parte di lei vuol mollare, ma l’altra no. Cosa le è successo, che le impedisce di fidarsi degli altri? Di cos’ha sofferto, la piccola Camilla? Sono venti anni che lei adotta questa condotta, sono tanti, troppi! Credo proprio che sia tempo, come dice lei, di fermarsi a risolvere tutto questo, ma non in sua assenza, ma finalmente in sua presenza, in piena consapevolezza e padronanza della sua vita. Bisogna che trovi uno specialista in grado di aiutarla ad andare a cercare la piccola Camilla, a prenderla per mano e capire qual è la dimensione in cui può rilassarsi, smettere di soffrire e aver paura. Cara Camilla, lasci liberi i propri “capelli”-pensieri-emozioni e viva la sua vita e tutto quello che è stata in grado di costruirsi. Si lascia andare e si fidi finalmente di qualcuno!
(Risponde la Dott.ssa Sabrina Costantini)
Pubblicato
in data 3/03/2011
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