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Attacchi di panico (102741)

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on . Postato in Ansia, Stress, Panico | Letto 698 volte

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BickDahlia 17

Vi scrivo prchè credo di soffire di DAP. La mia infanzia non è stata terribile ma nemmeno rosea: ho vissuto dai miei nonni materni, a neanche 200 metri da casa mia, da quando avevo 3 anni fino ai 12 anni e poi spono andata ad abitare con i miei genitori. Sono figlia unica e mia mamma praferì lasciarmi ai suoi genitori (comunque non mi è mancata perchè la vedevo ogni giorno) perchè lavorava e poi non voleva che io restassi in casa perchè mio padre tornava semrpe ubriaco, cosa che fa tutt'ora. Picchia saltuariamente ma fa "terrorismo psicologico" che, sembra stupido da dire, ma per me e mia madre è stato ed è anche peggio da sopportare. I miei nonni sono sempre pronti ad aiutare ma nè io nè mia madre vogliamo rivolgerci a loro per paura di disturbarli, anche se sappiamo che per loro non sarebbe un peso aiutarci, anzi. Ci hanno sempre aiutato, anche economicamente, visto che mio padre lavora come operaio ma mio nonno è titolare di un'impresa edile dove al sabato fa lavorare anche mio padre, così ci aiutano molto. In prima superiore sono stata bocciata perchè sono stata obbligata a frequentare un liceo in cui non volevo andare, con materie che non capivo e in cui non conoscevo nessuno. Poi, con il fatto che mio padre tornava ubriaco praticamente ogni sera io non riuscivo a concentrarmi (al pomeriggio non riesco a studiare quindi studio di sera e di notte) e a scuola, io che di solito avevo sempre una bella media, cominciai prendere solo 4. E' successo il macello, lui tornava sempre ubriaco peggio del solito e mia mamma era disperata. Non avevo nessuno con cui sfogarmi perchè la mia migliore amica, con cui avevo frequentato tutti gli anni scolastici assieme ma che ora era andata nella scuola dove volevo andare io, pensava solo ai ragazzi e non ci sentivamo più così trovai come unica via di sfogo il tagliarmi, ferirmi, con taglierino e lamette. Il mio braccio sembrava una cartina stradale, solcato com'era da tagli e cicatrici. Quell'anno a gennaio, non ce la feci più e una notte decisi di uccidermi. Mi tagliai il polso sinistro ma da "inesperta" tagliai lievemente e in orizzontale così non successe nulla ma io non me ne accorsi perchè crollai, addormentandomi. Non dissi mai a nessuno quello che avevo fatto per paura che mi prendessero per pazza. Venni bocciata ma io la presi benissimo perchè così potei andare nella scuola che volevo frequentare anche se tutta la mia famiglia era delusa: ma a me questo non importava. Ora frequento quella scuola e lì sto benissimo, ho trovato, quell'anno che cominciai a frequentare, due migliori amiche fantastiche che sanno tutto. Mi hanno protata dalla psicologa scolastica ma non ha risolto nullo: solo due incontri di un'ora in cui mi ha fatto disegnare un albero e parlare di me. Stop. Niente di che visto che non ho trovato nessun sollievo. Le mie due migliori amiche vogliono che vada ancora ma io non voglio più perdere tempo. Lo scorso novembre, un pomeriggio a scuola, leggendo una lettera struggente della mia ex-migliore amica, mi sono sentita terribilmente strana: avevo la tachicardia, tremavo, mi sentivo debolissima, le gambe molli e il fiato corto e a scatti. Ero confusa e non capivo più nulla, ero sull'orlo di svenire. La mia migliore amica, che soffriva di dap, riconobbe subito in me un attacco di panico e mi portò ad una finestra per respirare. Mi calmò parlandomi e rassicurandomi, spiegandomi quello che stava succedendo. Mi disse che dovevo parlarne con qualcuno ma feci l'indifferente. Nell'arco di pochi mesi, però, mi è successo altre 3-4 volte. La mia famiglia non ne sa nulla, nè voglio metterli al corrente. Non che sia una brutta famiglia, escluso mio padre ovviamente, ma non voglio parlare di me con loro. Se si tratta di attacchi di panico, credo influisca anche il mio carattere: mi tengo sempre tutto dentro fino a che arrivo a scoppiare, cerco di resistere fino a che davvero non arrivo al limite, amo vivere sull'orlo del rasoio, sono di carattere molto impulsivo, aggressivo, non mi fido mai di nessuno e, nonostante faccia amicizia molto facilmente, mi lego con difficoltà a qualcuno. Non amo molto la compagnia e la mia serata ideale e cinema e cena assieme alle mie due migliori amiche. Non cerco di sfuggire ai problemi e affronto le situazioni di petto ma credo di non dover ricorrere ad uno psicologo per i miei problemi, Forse, probabilmente, sbaglio ma la penso così. Allora chiedo a voi, sto cominciando a soffrire di dap visto che questi "attacchi" mi vengono ogni volta che sono sotto pressione e stressata? Grazie anticipatamente e scusate il papiro che ho scritto, ma sono stata (pensate un pò!) anche troppo sintetica! Grazie!

Carissima, da una lettera non si può fare diagnosi. Non so dirti di cosa soffri, ma ti dico per certo che per saperlo ti devi rivolgere a uno psicoterapeuta. Senza nulla togliere alla collega del servizio scolastico, non è sufficiente quello che lei può offrirti. Hai bisogno di recarti da qualcuno che, dopo una serie di analisi, tests, esami ti dica cos'hai, come se andassi dal medico con i sintomi di una malattia e vuoi sapere qual è. La tua vita è stata dura, ma ora che frequenti la scuola giusta e hai trovato delle buone amiche è ora di gettare alle spalle il passato e trovare una nuova te. Auguri

(risponde La dott.ssa Giacomina Rienzo)

Pubblicato in data 03/07/07

 

 

 

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