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attacchi di panico (48761)

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on . Postato in Ansia, Stress, Panico | Letto 769 volte

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Michele, 24anni (20.2.2002)

Salve, ho già scritto ma nn ho ricevuto risposta, spero che questa volta sia possibile riceverla.....Mi chiamo Michele ho 24 anni il mio primo attacco di panico l'ho avuto all'età di 14 anni. a causa di un'interrogazione effettuata, mi ricordo che avevo un po di timore poichè in quella materia nessuno aveva superato il 5 come voto. comunque mi apprestai volontario all'interrogazione, la superi a pieni voti ma mentre mi prestavo a ritornare al posto... mi sentivo agitato non so un po euforico una sensazione strana, la prof. vedendomi agitato scherzando mi disse nn è che ti viene un'infarto?....non furono parole il cuore iniziò a battere all'impazzata nn riuscivo a respirare bene sensazioni mai provate prima, credevo stavo avendo un'infarto..... fortunatamente telefonando ai miei a casa riuscì a calmarmi. Da allora iniziai ad accusare alcuni sintomi come dolori al petto sensazioni di respiro affannato etc. ed iniziai ad avere un pò di paura. Dopo un mesetto rimasi solo a casa mia madre uscì per fare delle compere quotidiane, all'improvviso sento un forte dolore al petto con il cuore che batte a mille, problemi a respirare giramenti di testa.... etc anche questa volta fortunatamente riuscì a contattare mio padre dal lavoro il quale riscì a farmi calmare. Da allora sinceramente la mia vita cambiò non uscivo più di casa se non accompagnato dai miei, non andavo a scuola, non riuscivo a fare più le cose quotidiane che svolgevo regolarmente prima di quell'episodio..... Iniziai a fare visite elettrocardiogrammi ma i risultati erano negativi.... comunque grazie ai miei e grazie alle garanzie che avevo dai dottori.... iniziai ad affrontare le mie paure ma sinceramente notavo che era una mia paura, ma in realtà affrontandole non mi sentivo male, e pian pianino dopo un paio di anni riuscì a superare il problema, l'unica mia paura non superata era quella di spostarmi di molto dalla mia città:.
Per questo problema a febbraio 2001 decisi di frequentare uno psicoterapeuta analista, all'inizio sembrava andare tutto per il meglio, credevo di poter uscire da un momento all'altro, fino a quando una giornata di luglio 2001 improvvisamente iniziai ad avvertire oppressioni al petto e dopo un po iniziai a nn poter ingoiare improvvisamente ebbi una grande paura che qualcosa mi stava succedendo....... il cuore iniziò a battere a mille, la corsa in ospedale i vari accertamenti tutti negativi e la risposta dei dottori, questo è un attacco di panico niente di grave......Da allora sinceramente iniziai ad accusare nei giorni successivi agitazione, paura di star male quindi ansia etc, iniziai a non uscire di casa a non fare tutte le cose che prima svolgevo normalmente, dopo qualche settimana mio padre si sentì male improvvisamente in macchina, la corsa in ospedale dove gli riscontrarono una crisi epilettica dovuta al suo problema ( cioè paresi del lato sinistro) comunque da allora non so se doveva venire, comunque iniziai ad accusare a volte variazioni del ritmo cardiaco e a volte extrasistole.... questo mi spaventava molto...... infatti subito feci un elettrocardiogramma e poi l'olter (cioè la cassetta per 24 ore) fortunatamente non risultò niente neanche un'extrasistole..
Continuavo a frequentare lo psicoterapeuta ma sinceramente non vedevo dei benefici, anche se lui mi dice che ultimamente ho capito alcuni meccanismi importanti, cioè che io sono il problema che non ho nulla di fisico e per cui non posso temere per la mia salute, ma anche se so questa quando avverto dei dolori al petto oppure provo forti emozioni..... l'ansia mi assale per la paura che questi attacchi di panico a lungo andare possano provocare delle conseguenze fisiche, questa è sinceramente la mia paura principale, contengo molto le mie emozione perchè ho paura che queste mi possano danneggiare......vorrei sapere inoltre non è meglio rivolgersi da uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale che da un analista? Ed inoltre da un mesetto sento una strana agitazione ed un senso di confusione dolori alla testa, ho paura che un giorno possa perdere il controllo delle mie azioni o meglio non essere più vigile reattivo come lo sono........ ho paura che l'ansia possa degenerare in qualcosa di peggio, che ne dite voi a riguardo?Ed infine un'ultima cosa perchè prima affrontavo le mie paure e riuscivo a superarle cioè mi rendevo conto che erano mie convinzioni ma in realtà non mi sentivo male quando li affrontavo.... ed invece ora sto male quando cerco di affrontarle oppure li affronto ma le conseguenze continuamo per alcuni giorni con sintomi più accentuati? spero questa volta in una vostra risposta vi ringrazio per avermi ascoltato..... cordialmente vi saluto..........

Caro Michele, la tua lettera, ricca di particolari, trasmette una necessità di descrivere i sintomi tipica di chi non ha superato lo stato d'ansia legato agli attacchi di panico e credo ti stia addentrando nel circolo vizioso dell'ipocondria. L'esperienza psicoterapeutica che hai avuto ti ha fatto comprendere le tue emozioni, le tue paure e questo è molto importante, ma credo che tu debba risalire alla causa recondita dei disturbi perché se continuano ad esserci , significa che la causa è ancora intatta o che - nonostante la comprensione - non si sono messi in pratica quei cambiamenti di modi e di abitudini che vengono consigliati. Per fare questo ci vuole tempo, costanza e buona volontà perchè c'è il rischio che il benessere sia passeggero e alla prima occasione problematica riaffiori tutto il tuo malessere anche sotto altre forme di disturbo.
Credo che questo sia il tuo caso. Se non sei più soddisfatto del tuo analista o se pensi che la psicoterapia comportamentale cognitiva sia più efficace, prova a cambiare. Forse hai bisogno di affrontare le tue paure e le tue insicurezze in modo più tecnico, più pratico e la terapia cognitiva insegna ad attuare quei comportamenti e quelle modalità di pensiero che servono a spezzare il circolo vizioso del disturbo legato all'ansia. L'importante è che tu affronti la nuova esperienza con molta umiltà e con maggior responsabilità perchè affinché la psicoterapia abbia effetti positivi, non si deve avere un atteggiamento passivo, delegando la soluzione dei propri problemi al terapeuta. Per guarire completamente è necessaria la volontà e la coerenza del cliente perché da solo lo psicoterapeuta non può fare niente. Auguri e buon lavoro.

 

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