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Attacchi di panico e ipocondria (102171)

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on . Postato in Ansia, Stress, Panico | Letto 708 volte

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Elisa 25

Gentile dottore, sono una ragazza di 25 anni e da un lungo periodo (circa 2 anni) soffro di attacchi di panico (mi sto curando con lo xanax indicatomi dal mio psichiatra) e alcuni fenomeni di ipocondria (continua paura di morire soprattutto di infarto e crisi respiratoria). Non riesco ad allontanarmi mai troppo da casa e soprattutto in auto. Non cerco mai un lavoro che mi implichi di utilizzare troppo i mezzi e quindi di allontanarmi molto da casa mia, quindi ho molti problemi a trovarne uno. Non riesco nemmeno a vivere la mia età uscendo anche la sera con gli amici in quanto il fatto di dever andare in un locale es. pub o cinema mi crea malessere e capogiri. Prendo anche uno sprai per alleviare l'asma (come prescritto dal pneumologo), ma credo che anche questa sia legata al mio disturbo DAP. E' un lungo tunnel dal quale non riesco ad uscire pur avendo provato diverse volte (es ad uscire da sola) ma è stato un fallimento continuo. Non è vita... Grazie mille.

Cara Elisa, mi pare che il tuo problema possa essere inquadrato negli attacchi di panico associati ad agorafobia (non è la paura degli spazi aperti come si crede erroneamente dal termine "agora" ossia "piazza" ma la paura di allontanarsi dai posti ritenuti "sicuri" dalla persona). Il problema di solito è legato e mantenuto da:
1) dalla tendenza al volere tenere tutto sotto controllo
2) dalla grande lotta interiore contro le tue paure o ansie che per definizione sono "incontrollabili"; e più lotti e più l'ansia risulta incontrollabile.
Ma come possiamo tenere sotto controllo tutto??? Vorremo solo delle sicurezze... ma come diceva Benjamin Franklin "le uniche certezze sono la morte e le tasse" ma noi troppo spesso lo dimentichiamo. Tieni presente che la mente umana, nonostante quello che si pensa comunemente, funziona spesso per paradossi e non per logica. Così se ti sforzi di controllare un sintomo spesso questo sintomo si aggrava, più lo combatti e più si aggrava... In fondo è come se la tua mano sinistra lottasse con la mano destra: non so quale delle due vincerebbe, ma so solo che perderai comunque tu, perché le due mani ti appartengono entrambe Eventualmente puoi rivolgerti ad uno specialista: In questi casi la soluzione migliore è rappresentata dalle terapie brevi come ad esempio quella cognitiva-comportamentale e quella ipnotica breve ericksoniana. Con le parole di Friedrich Nietzsche "Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico". Un saluto

(risponde Il dott. Fabio Gherardelli)

Pubblicato in data 08/07/07

 

 

 

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