Pubblicità

Attacco di panico (145956)

0
condivisioni

on . Postato in Ansia, Stress, Panico | Letto 717 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)

Irene 23

Salve, mi chiamo Irene ho 23anni sono fidanzata felicemente,convivo con il mio ragazzo,e vivo in provincia di Como lontano dalla mia famiglia che invece vive a napoli. Soffro di attacchi di panico e stati d'ansia da circa 3anni. Il mio problema, spiegandolo brevemente, è stare da sola. Tre anni fa, al primo avviso andai in cura da uno psicologo, che, con una cura di psicofarmaci, mi aiutò ad allontanare il problema, ma dopo un paio di mesi dalla fine della cura tornò panico e ansia. Io non riesco a stare da sola in casa, fare viaggi lunghi da sola..prendo l'aereo da sola ma non l'autobus..lavoro come impiegata di pomeriggio, ma tutte le mattine alle 6:30 quando il mio fidanzato esce di casa per andare a lavoro, l'ansia mi costringe ad alzarmi dal letto, vestirmi e uscire di casa,proprio non riesco a rasserenarmi e questo credetmi mi fa male, so che lo stato d'ansia è un problema COMUNISSIMO! soprattutto in noi govani,ma mi porta un disagio personale e iterpersonale non indifferente. Considerando anche che fino a 3anni fa ero una ragazza più che solare,mi piacerebbe tornare come prima..Grazie

 

 

 Cara Irene, il disturbo da attacchi di panico è un disturbo molto diffuso, e per questo è importante conoscerne bene le caratteristiche e rivolgersi presso professionisti esperti nel settore. Tale disturbo, come tu hai imparato, da sola a conoscere e ad avvertire, non è meramente un meccanismo che deriva dall'alterazione di uno stato fisico, come ad esempio può accadere nel momento in cui si urta la mano e poi si crea un ematoma. Il tutto ha un'origine più profonda, che parte da uno stato d'animo, da un idea, da un cambiamento, che genera consapevolmente o inconsapevolmente, ansia, e ha a che fare con l'elaborazione mentale e cognitiva dell'evento o dello stato emotivo in sé. L'attacco di panico ha, quindi, un'origine psicologica, e di conseguenza curarlo esclusivamente con dei farmaci, e sopratutto quelli sbagliati, non porta a risolvere il problema. E' importante, fondamentale direi, l'elaborazione cognitivo - mentale che è alla base, e lavorare su quello. Il tutto può essere generato, nel caso specifico, dalla paura di restare sola, che è comune a tante persone, dai cambiamenti che sono avvenuti nel corso della tua vita, come semplicemente all'allontanarsi dalla propria famiglia, e dal proprio paese di origine. Sono questi, i punti da cui bisogna partire, per capire cosa è accaduto, qual è stato il "Black-out".. I farmaci, quelli specifici, aiutano diciamo, a mettere a posto "il materiale" che permette il corretto funzionamento di tutte le sostanze neurologiche, ma se non vi è il riconoscimento della causa mentale, emotiva, che ha smosso/alterato tali meccanismi, si resta a metà dell'opera. Quindi ti consiglio di rivolgerti ad uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale della tua zona. In bocca al lupo.

(Risponde la Dott.ssa Marianna Liotino)

Pubblicato in data 16/03/2011
Vuoi conoscere il nome di uno psicologo e/o psicoterapeuta che lavora nella tua città o nella tua regione? Cercalo subito su Psicologi Italiani

Pubblicità
Vuoi conoscere i libri che parlano di Ansia per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Perché andare in psicoterapia?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Pregoressia

È un disturbo alimentare, noto anche come mammoressia, legato all’ossessione di tornare subito in forma dopo il parto Non si tratta di un deficit contemplato n...

Afefobia

L’afefobia è una fobia specifica che si concretizza con il disagio e la paura ingiustificate e persistenti di toccare e di essere toccati da altre persone. L...

Psicosi

Il termine Psicosi è stato introdotto nel 1845 da von Feuchtersleben con il significato di "malattia mentale o follia". Esso è un disturbo psichiatrico e descr...

News Letters

0
condivisioni