Attachi di panico e farmaci (015163)

Daniela, 35 anni

Fino a due anni fa, per un periodo di circa 5 anni, ho preso degli psicofarmaci per la depressione. Tra le medicine prescrite c'erano anche delle benzodiazepine perchè, lentamente mi hanno indotto dipendenza. Verso la fine di questi 5 anni, ero arrivata a prendere anche 4 volte di più la dose iniziale. Sentendomi sempre peggio fisicamente, ho smesso di prendere qualsiasi farmaco, anche appoggiata dalla psicoterapeuta che mi ha detto che la mia non era depressione ma una forte tristezza. Piano, piano, sono ritornata alla vita normale, senza tristezze e malumori. Ora, dopo due anni, ho gli attacchi di panico. La sera è il momento in cui mi vengono tutti i pensieri negativi perche vivendo da sola ho paura che nessuno mi possa soccorrere nel caso mi sentissi male.Poi penso che possa succedere qualcosa di male a qualcuno dei miei cari.Vorei curarmi, ma ho paura di prendere qualsiasi farmaco, visti tutti gli effetti colaterali che mi davano. La mia domanda è: posso curarmi con la sola psicoterapia? Oppure, esistono delle alternative alle medicine, tipo omeopatia o altro?
Vivo da sola, non sono italiana, dunque tutti miei parenti sono all'estero. Ho un fidanzato con cui vado d'accordissimo, ma non conviviamo.Faccio un lavoro d'ufficio. Non esco molto, solo nel fine settimana. Molto di rado nel corso della settimana.
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta. Daniela

Cara Daniela, Il tuo è disagio molto complesso e articolato, ed investe anche un'eccessiva solitudine.
Gli attacchi di panico, gli sbalzi d'umore, gli episodi depressivi ne sono l'espressione diretta. Il punto è che non basta prendere degli antidepressivi o fare una psicoterapia; occorre cambiare oggettivamente la propria vita, quindi i propri pensieri. Tu hai proiettato magicamente sui farmaci prima e sul tuo psicoterapeuta dopo, ma devi innanzitutto "tu" metterti in movimento e sforzarti di uscire dal tunnel del ruolo di malato. Una psicoterpia può far molto anche senza farmaci, ma insieme alla tua forza e voglia di vivere normalmente.

( risponde la dott.ssa Lucia Daniela Bosa )

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