Che cosa voglio? (014554)
Paola, 30 anni
Ciao,
sono una ragazza di trent'anni che da circa tre non vive più...ovvero
passo da stati di eccessiva positività dove faccio grandi progetti, a
stati di forti depressione, talmente forti che pianifico in continuazione il
mio suicidio. In quei momenti vorrei qualcuno che mi abbracciasse forte mi capisse...ma
non c'e' nessuno con cui io possa parlare, a parte qualche
sfogo con mia sorella per telefono (non le posso dire che vorrei suicidarmi!).
Ho un lavoro che detesto, sia perchè non mi piace il tipo di lavoro,
sia perchè non sopporto i colleghi : due sono i capi e due i lecchini
dei capi !!convivo da 10 anni con un ragazzo molto dolce...ma senza dialogo
e privo di iniziative. Vivo a fianco di mio suocero con il quale a parte il
saluto si può parlare solo del tempo, e sua moglie, una rumena che gli
spilla soldi...per questo con lei non parlo. La prima moglie di mio suocero
è morta. Mia madre è morta 15 anni fa...in un'incidente d'auto
con mio padre, lui si è salvato. Mio padre finchè abbiamo vissuto
con lui alzava un pò troppo il gomito e spesso ci picchiava, non erano
solo schiaffi, ma calci, pugni, una volta si è portato un tubo di gomma
per strozzare mia sorella...picchiava anche mia madre. Ma apparentemente eravamo
una bella famiglia, perchè lui con le persone era estremamente gentile
e disponobile, ci portava spesso in vacanza. Lui diceva spesso: non vi ho mai
fatto mancare da mangiare, non vi ho mai violentate come fanno tanti padri.
Siamo stati quattro anni senza parlarci, ora da circa cinque ci rifrequentiamo;
sono la sola che va a trovarlo, è sempre solo perchè ha litigato
con tutti, mi fa tanta pena, è sempre mio padre. Con mia sorella ho un
raporto quasi morboso, quando stiamo insieme non vorremo mai separarci, ma lei
è sempre al lavoro. Sono iscritta al secondo anno di psicologia, ma non
ho dato neanche un esame...prima studiavo ma non apprendevo allora ho lasciato
stare per un po...poi un'amica mi ha incoraggiata e grazie a lei, ora stò
preparando il mio primo esame. Questo è un sintetico, ma molto sintetico,
quadro della situazione che mi circonda. Ora sono una persona insicura, timorosa,
che piange sempre, che ha perso la bussola e non sa dove andare, non riesco
a fare nulla di concreto è come se avessi il cemento alle gambe, ho paura
ad affrontare qualsiasi situazione. L'unica cosa che mi piace è la facoltà
che faccio, anche se ho poco tempo per studiare, forse un giorno potrò
aiutare qualcuno. Ho pensato spesso di andare da uno psicologo, ma non credo
che ce la farei ad aprirmi completamente davanti a qualcuno. Stò piangendo.Scusate
se è lunga.
Vi abbraccio. Grazie.
Ciao Paola, mi sembra che sottovaluti l'impatto su di te di quello che hai vissuto
in famiglia (la violenza di tuo padre innanzitutto). Hai probabilmente imparato
a non fidarti, a non sentirti a posto con te stessa e con gli altri, a vivere
in un perenne stato d'agitazione e allerta. Dunque capisco la tua reticenza
a non voler cercare un aiuto perché credo che tu abbia anche imparato
a fare da sola, a chiuderti alla possibilità di pensare che a qualcuno
importi davvero di te, ma credo anche che dovresti fare appello alla parte di
te che si sente positiva e che fa progetti e vuole vivere per dare una mano
a quella che si sente desiderosa di morire, in modo che si faccia aiutare nella
ricerca di una vita più equilibrata e serena. Se pensi spesso di andare
da uno psicologo è perché forse sai da qualche parte, dentro di
te, che hai bisogno di fare un percorso diverso per cominciare a cambiare pensieri
ed emozioni pesanti e distruttivi. Non aspettare oltre e prenditi cura di questo.
( risponde la dott.ssa Raffaella Luciani )
Pubblicita'
Vuoi conoscere i libri che parlano di depressione
per saperne di più?
Cercali su Psiconline®
Professional Store