Crisi post parto (080635)
Elisa, 30 anni
Sono mamma di due splendidi bimbi:
la prima di 2 anni e 10 mesi il secondo di 8 mesi. Con la prima Bimba non ho
avuto mai problemi, è sempre stata brava in tutto fin dal primo giorno,
ma già dall'inizio della seconda gravidanza mi sono sentita male.. volevo
abortire, ma mio marito mi ha indicato i vari sensi di colpa che avrei potuto
avere; ho avuto una gravidanza difficile sia fisicamente che psicologicamente,
ho partorito con taglio cesareo alla quarantesima settimana perchè avevo
una gamba ingessata. Fin da subito il bambino si è mostrato difficile,
se lo lasciavo fare stava attaccato al seno anche tre ore fin che ho tolto l'allattamento
al seno e ho proseguito con latte artificiale al suo quarto mese.
Non ha mai dormito solo per più di 30 minuti sia di giorno che di notte,
ha sempre voluto fare piccoli pasti e spesso, fino ai sei mesi ogni 2/3 ore;
le pappe sono difficili, non gli piacciono, la pediatra mi sente settimanalmente
perchè non so come farlo mangiare. Per fortuna è sano e in carne.
La bimba "grande" mostra la sua gelosia normalmente, con una leggera
regressione iniziale, ma che si è piano piano risistemata, ha nei confronti
del fratello atteggiamenti affettuosi, anche se capitano gli spintoni. Mio marito
lo sento lontano e passivo.
La settimana scorsa sono stata ricoverata d'urgenza
per metrorragia: in quattro giorni di degenza ospedaliera è venuto solo
per portarmi i cambi. Io sono sempre stata paziente e dolce, fin da bambina,
ora spesso mi metto a contare e comunque mi scateno in atteggiamenti violenti,
una mia amica mi ha detto di aver avuto paura quando mi ha vista; sono sempre
stanca, cado nello sconforto in un lampo, mi vengono pensieri orribili come
quello di essermi pentita amaramente di non aver abortito, in certi momenti
desidero abbandonare i bimbi, con mio marito non riesco a dialogare, quando
cerco di iniziare un discorso, lui lo chiude subito, non mi dà la possibilità
di avere un dialogo prolungato. Oggi ho telefonato al consultorio per prendere
un appuntamento, ma è per aprile e anche se sono consapevole di non essere
più la donna forte di un tempo, ogni giorno cerco di fare un esame di
coscenza per andare avanti.
Il desiderio più forte che ho è di isolarmi e non avere niente
e nessuno intorno. La salute in questo momento non è delle migliori;
in seguito al problema all'utero che ho avuto sono molto anemica e la pressione
è bassa; come terapia mi hanno prescritto la pillola: aggiungo che durante
il cesareo mi sono fatta chiudere le tube.
Ringraziando anticipatamente, distinti saluti
Cara Elisa, per poter "nutrire"
un altro essere umano bisogna essere nutriti. Sembra che questo a te sia mancato
e manchi. Ti ritrovi ad affrontare una depressione post partum da sola, con
un compagno sfuggente che non si cura di te e con il dubbio di aver sbagliato
a non abortire.
E' chiaro che hai preso una decisione senza valutare il tuo stato psicologico
ed emotivo, eri già "denutrita". Così non è possibile
affrontare la nascita di un figlio, perché ogni atto che sarebbe naturale
e spontaneo per una mamma che l'abbia desiderato, diventa invece faticoso, doloroso,
destabilizzante per una donna che si sente povera d'affetti e d'attenzioni,
e in più vive un senso di colpa perché non ha energie da dare.
In più si assomma lo stato fisico che ti toglie ulteriori forze. Oggi
sei come un pero che non ha più pere perché non è stato
concimato, innaffiato, potato. Bisogna che cerchi un aiuto per recuperare le
energie e questo significa dare ascolto ai tuoi bisogni. Cosa ti manca? Prenditi
cura di te stessa e di certo recupererai la serenità nel prenderti cura
dei tuoi figli.
Pubblicita'
Vuoi conoscere i libri che parlano di depressione per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store