Depressione (002402)
Massimo, 29 anni
Gentili esperti di psiconline; mi
chiamo Massimo e ho 29 anni. Da circa 8 anni soffro di depressione e attacchi
di panico. Tutto cominciò quando, dopo aver passato un'adolescenza difficile
fra pesanti incomprensioni familiari e brutte compagnie, conobbi una ragazza
della quale mi innamorai. Avevo 18 anni pensavo che con questa ragazza e con
i miei nuovi amici la mia vita serebbe cambiata e così fu, era già
un paio d'anni che ero dedito al consumo di alcool e droghe leggere, ma con
lei e per lei smisi, mi sentivo nuovo trovai un lavoro e ce la misi tutta per
far andare bene le cose lottando con tutte le mie forze contro un "mostro"
che mi ha sempre condizionato: il senso di essere sempre inferiore agli altri.
Sembrava che tutto andasse bene finchè un giorno lei mi lasciò
e poco tempo dopo soprii che si era messa con il mio migliore amico, conosciuto
alle medie con il quale ho vissuto mille avventure e che mi conosceva bene,
sapeva che una cosa del genere mi avrebbe distrutto, ma me la fece lo stesso.
Cercai aiuto e conforto negli altri amici, ma mi voltarono le spalle. Mi ritrovai
solo, a pochi mesi dalla partenza per il militare e così lasciai il lavoro
e ricadetti nel vortice del consumo di droghe e alcool per cercare di arginare
un dolore che per me era insopportabile. Dopo una settimana di militare mi riformarono
perchè il mio malessere e la mia instabilità erano evidenti lì
in caserma fui ad un passo dal suicidio. Tornato a casa ho cercato di riprendermi,
ma tutto andava sempre male: il lavoro, la ricerca di una nuova compagna di
nuovi amici trovavo sempre persone sbagliate che sembrava vedessero in me una
specie di stupido da prendere in giro nonostante io fossi e sia una persona
corretta e, a detta di molti, intelligente. Intanto il consumo di cannabis e
di alcool erano ormai un'abitudine quotidiana. Condussi questa vita sballata
per circa due anni poi il primo e devastante attacco di panico, quella sera
credetti di morire. Pensai che era ora di finirla con quella vita e smisi di
bere e fumar e, ma non servì gli attacchi continuarono.
Allora decisi di rivolgermi al medico del cps di via ugo betti a Milano che
mi aiutò quando ero a casa in convalescenza dal militare, ma non c'era
più e mi dettero un'altro dottore il quale, molto sbrigativamente mi
prescisse dei farmaci e mi disse di trovarmi un lavoro, io non riuscivo ad uscire
di casa e lui mi diceva di trovarmi un lavoro... Seguii la terapia con lo xanax,
ma il miglioramento era lieve nel frattempo risentii una vecchia amica e così
dopo serate di telefonate chilometriche ci rivedemmo e ci innamorammo; è
grazie a lei e non certo a quel dottore se le mie crisi si attenuarono di molto,
la nostra storia finì, ma poco dopo conobbi un'altra ragazza con la quale
nacque un'amore che durò 5 anni fino a quando la depressione non è
tornata a farmi visita. Questa ragazza mi ha lasciato ed è scappata con
un un mio caro amico, si proprio come 10 anni fa, e la mia depressione è
aumentata mentre la mia autostima è morta, ora mi considero il più
grande perdente esistente sulla faccia di questo sporco mondo.
A dicembre del 2004 mi sono rivolto di nuovo a questo medico del cps che per
privacy chiamerò dott x. Ho chiesto un'atro medico, ma non hanno voluto
darmene un'altro. Ho cercato di spiegargli il mio passato e sopratutto che il
mio senso di inferiorità verso gli altri, la mia diffidenza e paura del
prossimo mi impediscono di avere dei rappori normali con le persone e dunque
anche di trovare un lavoro, gli ho detto della mia sofferenza per la perdita
della mia ragazza. Io se lavoro con qualcuno accanto vado in crisi, comincio
a fare errori, dimentico quello che devo fare e alla fine combino guai e perdo
il lavoro, gli ho spiegato anche questo.
Dopo che, da Dicembre, mi sarò visto si e no 10 volte col dott x esso
lunedì 18/04/2005 mi dice che non ho problemi psicologici, che la perdita
della mia ragazza non è poi una gran perdita e che mi sento inferiore
agli altri perchè non lavoro! Ma se gli avevo appena detto che è
proprio il mio senso d'inferiorità a impedirmi di trovare un lavoro come
posso trovarne uno se prima non lo risolvo? e poi chi glielo dice a lui che
non è una gran perdita la fine del rapporto con la mia fidanzata, che
ne sa cosa valeva per me quella persona; c'è gente che si ammazza o prede
la testa per la perdita del partner e lui mi viene a dire che non è gran
perdita. Io esapaerato l'ho madato a quel paese e me ne sono andato.
Lo so che se uno non è ricco non gli da retta nessuno però non
pensavo che un dottore potesse fregarsene così della sofferenza di una
persona, infondo lo stato o l'ospedale per cui lavora lo pagano per aiutare
le persone, a questo punto mi chiedo per essere aiutato cosa devo fare? Diventare
fuori di testa del tutto o indebitarmi per pagare un dott privato che non mi
posso permettere?
Forse ho ragione io: quelli come me non contano nulla, quelli senza soldi devo
pregare iddio di non ammalarsi mai. Non so ho perso fiducia in tutto e in tutti
dopo questo episodio non so neanche perchè vi scrivo forse perchè
dietro un monitor è più facile "parlare" infondo io
non so chi siete e viceversa, forse per voi sarò uno dei tanti sfigati
che scrivono. Se per favore potreste dirmi cosa fare ve ne sarei grato non so
più che fare. Grazie per l'attenzione.
Caro Massimo, mi sembra che tu dia
attenzione solo alle situazioni negative e non valuti il positivo, hai incontrato
persone che ti hanno amato, non ti hanno solo abbandonato, e credo che tu debba
farti un esame di coscienza, ma per farlo non devi sentirti vittima del mondo
intero. Le esperienze sentimentali che hai avuto sono state importanti e sono
finite, ti sei chiesto se ogni volta non ci siano state anche tue responsabilità?
Ti sei mai chiesto, ad esempio, se non sia staio qualche tuo atteggiamento pesante
a far scappare la tua ragazza con un tuo amico? Ho l'impressione, valuta tu
se esatta, che tu ti aspetti che la ragazza che sta con te risolva la tua vita,
ti salvi dalla depressione, dalla droga, dalla paura, ma in realtà come
persona tu non la consideri molto. Se è così può accadere
che una donna, pur amandoti inizialmente, si senta investita di una responsabilità
troppo grande e viva sotto il peso della tua angoscia esistenziale che potrebbe
riaffacciarsi se lei non è totalmente presente come tu vorresti.
Ognuno di noi in un rapporto affettivo cerca amore, comprensione, condivisione
me è importante che sia uno scambio alla pari, nessuno può occuparsi
a tempo pieno dei problemi di un'altra persona e se lo fa dopo un po' ha bisogno
di scappare. Quello che ci accade Massimo, non è casuale. Ora tu chiedi
aiuto ma non hai fiducia sufficiente per ricevere l'aiuto nel modo giusto. Non
voglio giudicare l'operato del medico che hai incontrato perchè non lo
conosco personalmente, ti dico solo che ad un aiuto chiesto con umiltà
e fiducia è difficile non rispondere. Avresti bisogno di parlare con
uno psicoterapeuta che ti aiuti a vedere ciò che non vedi chiaramente.
Non scoraggiarti e cerca un contatto con un altro specialista, non giudicare
male te stesso e, soprattutto, non chiuderti nel vittimismo perchè è
una prigione da cui è difficile uscire.
( risponde la dott.ssa Mirella Tavernise )
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