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Depressione (012481)

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Alice, 27 anni

Durante l'infanzia, all'improvviso, ho iniziato a mostrare comportamenti diversi rispetto agli altri bambini..Ero sempre stanca, non avevo nessun tipo di abilità sociale con i coetanei e per questo mi isolavo.
Durante l'adolescenza la mia situazione è cambiata totalmente pur essendo passata attraverso episodi di somatizzazione piuttosto importanti. In seguito, però, le paure, la confusione che avevo in testa e la mancanza di lucidità che mi avevano procurato una sorta di fobia sociale nell'infanzia sono ricomparsi, anche se in forma molto più leggera. Ho avuto saltuariamente anche forme depressive che ho curato con farmaci ansiolitici; ho mantenuto, inoltre, una forma molto lieve di disturbo ossessivo-compulsivo, che, in passato, mi ha creato parecchi problemi. Ora ho paura di ricadere nel buio e sono terrorizzata. Forse è proprio per il terrore della solitudine che vivo con angoscia anche ogni relazione e ancora di più il momento della separazione, situazione nella quale dimostro una totale incapacità di gestione, anche se la decisione è partita da me. Non so più che fare .Sto assumendo un antidepressivo serotoninergico, ma non mi sta aiutando molto. Sono sempre confusa e mi sembra che la mia vita e le mie amicizie mi stiano sfuggendo di mano. Nonostante questo non ho più molta voglia di uscire, di sentire gente, di impegnarmi nelle relazioni sociali. Questo è strano perchè passata l'infanzia e nonostante alcuni episodi depressivi ho sempre avuto un sacco di amici e di cose da fare. Ho paura di quello che mi sta succedendo.. E' possibile avere un parere? Ringrazio anticipatamente.

Cara Alice,
evidentemente ci sono dei problemi che sedimentano sin dall'nfanzia nei tuoi pensieri e a cui devi dare visibilità per poterli risolvere definitivamente, anzichè rinviarli. Il farmaco ha contestualmente un effetto tampone e non risolutivo. Dovresti pensare ad avviare una psicoterapia che ti consenta una buona elaborazione della tua angoscia. I tuoi sintomi anche se intermittenti sono costanti e richiedono una risposta efficace e dialettica.



( risponde la dott.ssa Lucia Daniela Bosa )

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