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Depressione (017870)

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Samantha, 29 anni

Cari amici, la mia mamma é stata depressa cronica e grave da quando avevo 5 anni, quindi conosco abbastanza bene il problema con tutti annessi e connessi che ne derivano.Ora sta bene, e anche io, sebbene ho lottato molto per riuscire a crearmi una vita abbastanza equilibrata.Vivo da sola da 3 anni e ho avuto il ragazzo per due. Mi ha lasciato circa un mese fa dicendo che finché sta male non può costruire niente(é depresso anche lui...) e ha paura che si inneschino dinamiche strane tipo(io crocerossina,lui paziente...) e che magari risolto il problema, magari lui ha bisogno di una persona diversa e capico le sue paure. Ci siamo conosciuti in un momento in cui lui stava male,era in cura da uno specialista e prendeva medicine e per un periodo é stato veramente bene, poi ha smesso perché stanco.Ma io ho paura che possa stare sempre peggio perché so come funziona. Tolta la malattia é una persona splendida, é possibile che io debba rinunciare a lui in questo modo? Ammettendo che io riesca a farlo, come posso veramente aiutarlo? Ho pensato di lasciare che chieda aiuto lui, ma é talmente demoralizzato che si chiude sempre più in se stesso. E quando si tocca il fondo a volte si inizia a scavare.Ho paura, veramente.Gli ho anche detto che probabilmente riuscirei ad aiutarlo più d'amica che da ragazza perché sarei meno coinvolta(bisogna vedere se riesco ad entrare in questo ruolo!!) Ma in questo momento mi preme veramente molto il fatto che stia bene. Cosa posso fare?
E poi volevo chiedere, cambiando certi"schemi" mentali, si può guarire dalla depressione?o evitare di entrarci(tranne traumi gravi..) Mi sento così impotente...
Grazie in anticipo per l'aiuto che riuscirete a darmi.

Cara Samantha, credo che l'aiuto più grande che potresti dare al tuo ragazzo è quello di insistere affinché non si chiuda in se stesso e si rivolga a uno specialista. Il tuo sostegno e la tua vicinanza, se anche tu deciderai di essere per lui solo un'amica, saranno sicuramente fondamentali ma la depressione è un disturbo che, se non trattato, è destinato a diventare ricorrente
Oltre all'approccio farmacologico, in caso di depressione di intensità lieve e moderata e che ha già risposto favorevolmente ad un trattamento, esiste anche quello psicoterapico. In alcuni casi, i due approcci vengono uitilizzati contemporaneamente o sequenzialmente (quando la psicoterapia viene iniziata dopo un primo trattamento con soli psicofarmaci).
Il trattamento della depressione è importante perchè può abbreviare la durata e la gravità dell'episodio depressivo e fa sì che la persona depressa impari a prevenire o almeno a gestire meglio gli episodi depressivi successivi che sono frequenti in assenza di trattamento.
In risposta alla tua seconda domanda: sì, contrastando i nostri schemi mentali negativi è possibile intervenire e modificare almeno in parte il corso della depressione. Secondo questo approccio, caratteristico della psicoterapia cognitiva, errori di ragionamento e schemi mentali di tipo pessimistico e autosvalutativo sono spesso alla base della depressione e servono a mantenerla e ad aggravarla in quanto fanno apparire tutto senza scopo e portano alla riduzione delle nostre attività quotidiane e piacevoli. Si sviluppa così quello che viene chiamato il circolo vizioso o spirale della depressione. Lo scopo della psicoterapia è interromepre questo circolo vizioso imparando a identificare e a modificare gli schemi e i pensieri disfunzionali.

( risponde la dott.ssa Carlotta Cristiani )

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