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Depressione (063692)

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Paola 37 anni, 23.04.2003

Ho 37 anni, sposata da otto e una meravigliosa figlia di quasi 6, sono apparentemente una persona serena, ma dentro sono logorata da una sorta di male interiore che mi distrugge.
Ero una persona fortunata, una buona famiglia, un ottimo rapporto di coppia, un lavoro e non mi rendevo conto di quello che avevo.
1)Desideravo tantissimo un secondo figlio, ma dopo due anni di tentativi non è arrivato, diagnosi: non ho ovulazione.
Forse per colmare questa mia mancata gratificazione, non soddisfatta del mio lavoro, ho deciso superficialmente di cambiare,un posto dove non ero solo un numero, ma potevo dimostrare le mie capacità.
Risultato: lavoro anche il sabato, con la conseguenza sulla famiglia: marito non contento, figlia da sistemare a destra e a sinistra, non solo durante la settimana e in più non avevo fatto i conti con il mio debole carattere.
Sul lavoro non riesco ad impormi, così devo fare di tutto e di più, anche quello che non mi compete, essendo in un posto piccolo non posso permettermi di assentarmi, neanche se sto male, così mi sento un fallimento totale: Sensi di colpa verso la mia famiglia, verso mia figlia che continua a chiedermi di cambiare lavoro (fosse facile), mio marito che non dice nulla, ma avverto che non mi stima più e mi considera (anzi una volta me lo ha detto) una sfigata.
2) Come se non bastasse, contemporaneamente a questo mio cambio di lavoro, a mio marito viene diagnosticato un timoma da asportare subito, quindi, crollo psicologico suo e ulteriore mio. (Per fortuna con l'operazione pare si sia risolto il problema, per ora, ma poi?)
3) Non riesco a staccare mia madre da una situazione familiare insopportabile: mia sorella ha abbandonato la famiglia lasciandole sulle spalle un marito nullafacente e una figlia addoloescente senza alcun punto di riferimento e quindi completamente alla mercè di "amici" poco raccomandabili e pessimi risultati scolastici.
Mio cognato non sopporta mio marito pertanto non possiamo vederci a casa di mia madre e lei non riesce a buttarlo fuori di casa, per la nipote dice, ma il vero motivo è che è una debole come me.
Fine della storia: sto malissimo fisicamente, ho attacchi di panico, attacchi di pianto, sensi di colpa, insonnia e una terribile paura di perdere la mia famiglia.
Lo so che al mondo ci sono problemi ben più seri, ma è come se fossi chiusa dentro una scatola, senza riuscire ad uscirne.

Cara Paola, credo che il problema sia tutto nella frase: "lo so che al mondo ci sono problemi ben più seri", una frase con cui svaluti i tuoi problemi e le tue ansie.
Io penso che innanzitutto dovresti imparare a rispettarti, a volerti bene e a fare ciò che vuoi invece che preoccuparti del lavoro, del marito, della figlia, della madre, ecc. ecc.
Io credo che questa scatola tu possa aprirla solo se ti ascolti senza star dietro alle voci altrui, solo se riesci a vedere quali sono i tuoi reali bisogni, solo se la smetti di svalutarti e cominci ad apprezzare le tue qualità.
Perché non ti fai aiutare da uno psicologo in questo? Perchè come primo atto di amore verso te stessa non ammetti di avere il bisogno di appoggiarti a qualcuno e di farti guidare in modo da uscire da quest'angoscia? Sono certa che ti sarebbe molto utile trovare qualcuno che ti ascolti e che ti rispetti, che sia disponibile e che ti guardi senza pregiudizi o deformazioni.
La scatola puoi aprirla se vuoi, ricordati che puoi scegliere qualsiasi strada se ne sei convinta.
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