DEPRESSIONE (073622)
Claudio 33 anni, 19.06.2004
Da due anni a questa parte
ho iniziato ad accusare un aumento di disturbi di genere depressivo/ansioso.
Tale aumento di disturbi mi ha portato a continui stati d'ansia con attacchi
di panico, psoriasi estea su entrambe le mani, astenia, voglia di dormire anche
per giorni interi e perdita di interesse nei cofronti tanto del lavoro quanto
dei pochi hobby che, causa scarso tempo libero lasciato dal lavoro, fino ad
almeno un anno fa riuscivo a curare.
Restringendo in poche righe la mia attuale situazione famigliare/sentimentale/lavorativa:
1) non ho più rapporti con i miei genitori da quando avevo quasi 23 anni, fra
i tanti problemi da sempre avuti con loro anche la loro non accettazione della
mia omosessualità
2) a 22 anni, nel periodo in cui i rapporti con i miei genitori si deterioravano
fino alla chiusura completa, ho tentato il suicidio tramite asunzione di 40
tavor da 2,5. Il tentativo è stato sventato poichè un farmacista mi aveva notato
nella macchina privo di sensi.
3) Lavoro dall'età di 19 anni come informatico, ma ad oggi non ho ancora avuto
la possibilità di rimediare ad alcuni dispetti di natura economica fatti da
mio padre appena lasciata la famiglia, col risultato che nonostante oggi il
mio stipendio non sia assolutamente basso, alla fine del mese arrivo a stento
e quasi sempre le uscite superano le entrate, col risultato di trovarmi spesso
in precarie condizioni economiche come in questo attuale periodo.
4) Nell'ultimo anno la mia società ha avuto problemi che la stanno portando
ad un continuo ridimensionamento del personale tramite ammortizzatori sociali,
ridimensionamento ancora in atto, pertanto, oltre a lavorare anche 10, 12 ore
al giorno su progetti informatici, non è ancora sicuro il futuro mantenimento
del posto di lavoro.
5) Ho una storia da 10 mesi con un ragazzo di molti anni più piccolo di me,
che, nonostante realmente innamorato di me, sicuramente data l'età e la scarsa
esperienza (lui ha 20 anni) non prende molto sul serio gli effetti che questa
depressione mi sta portando, dalla astenia fino ad arrivare agli stati acuti
di ansia o panico quando avvengono.
Mi sono rivolto al medico di famiglia ed a seguire ai medici della ASL, ora
sto prendendo efexor da 150, pasaden o halcion (questi ultimi dovrei prenderli
all'occorrena in caso di attacchi di panico, ma essendo un periodo oltre che
stressante e privo di qualsiasi tipologia di gratificazione ed avendo un continuo
sato d'ansia latente finisce che assumo sia pasaden che halcion più volte al
giorno)...
Mi trovo bene con l'efexor, ma ho domandato allo psichiatra della ASL di avviare
anche una terapia con uno psicologo o psichiatra, ma la sua risposta è stata
che "avendo avviato una terapia farmacologica una terapia sarebbe controproducente
poiché finirei per parlare solo delle mie fobie" e quindi di rimandare una terapia
solo allo sparire completo degli attacchi di panico e di ansia.
Io sento la necessità di parlare e cercare di risolvere i miei problemi dalla
base, ma nonostante la forza di volontà, che certo non mi manca, da solo non
riesco a venire al bandolo della matassa, scindere i problemi alla base e farmene
carico, soprattutto con la continua stanchezza fisico/mentale che provo....
Chi mi è accanto, amici e fidanzato, non capiscono né ciò che mi capita quando
dormo di fila per quasi 48 ore (per loro è solo pigrizia), né perché mi prendano
degli attacchi di pianto improvvisi.
A volte solo provando ad a accennare loro qualcosa mi fanno sentire come un
"futuro pazzo", quando so bene che questo è un problema reale e che è molto
più comune di quanto loro credano.
Vi voglio chiedere a questo punto cosa posso fare ... se è anche vostra opinione
che prima di avviare una terapia sia il caso di attendere la fine di tutte le
sintomatologie di ansia e panico (ancora ora, sebbene notevolmente diminuite,
entrambe le patologie sono ancora in corso), oppure se posso/devo avviare una
terapia ...
Ed in questo caso, a chi mi potrei rivolgere, dal momento che la situazione
economica che mi accompagna, come già prima spiegato, non mi consente di pagare
dai 50 ai 60 euro a seduta.
Vi ringrazio infinitamente, soprattutto per la pazienza accordatami nel leggere
questo messaggio e per l'utilità estrema del vostro lavoro Claudio
Innanzitutto gli psicofarmaci servono per tranquillizzare, sedare, calmare, ma non risolvono il problema che è alla base dei sintomi, dell'ansia e degli attacchi di panico. Alla base non c'è un difetto organico, genetico o fisiologico, alla base ci sono pensieri ed emozioni.
E l'unico esperto che possa aiutarti a sviscerare, capire, risolvere il disagio interiore è lo psicoterapeuta.
Per questo motivo, ti consiglio di chiedere un aiuto specialistico, se non hai soldi come scrivi, presso il Consultorio nella ASL della tua città.
Ulteriore incentivo a farlo è proprio il fatto che tu senti forte il bisogno di parlare con qualcuno che non ti consideri un pazzo e che ti capisca, mettendosi in un ascolto paziente ed interessato. Non aspettare e fallo subito (nel caso cambia Asl se lo psichiatra insiste nella sua teoria!)