Depressione (077633)
Sandra, 27 anni
Salve..ho ventisette anni e sono
già tanto stanca di vivere!!è assurdo accettarlo, ma è
un attegiamento che non riesco a controllare, lotto ogni giorno per non perdere
quelle poche energie che mi restano. Merito dei miei genitori che per colmare
i loro vuoti esistenziali mi hanno messa al mondo lasciando il mio futuro nelle
mani "del fato" scrollandosi delle responsabilità che un figlio
comporta.Vivo con mio padre "alcolizzato" ed evito qualsiasi relazione
con mia mamma che ha mollato tutto e tutti quando io avevo diciotto anni, mio
fratello ha fatto altrettanto..il sentimento che vive dentro di me è
rabbia..per essere stata vittima senza avere colpe!
Vivo la mia vita cercando di migliorare e costruire su me stessa a grande fatica,
nei miei obiettivi c'è l'università, ma dove trovare la forza
fisica e mentale per mantenere in equilibrio: il rapporto col mio ragazzo l'unico
affetto che ho con cui convivo in casa mia da cinque mesi, l'angoscia che mio
padre mi trasmette ogni giorno, le responsabilità quotidiane che ricadono
tutte su di me inoltre frequento un corso serale il quale richiede studio ed
impegno.Non ho mai avuto un lavoro stabile a causa della mia incapacità
ad adattarmi ed è proprio per questo motivo che nell'attesa di raggiungere
una posizione che mi soddisfi coincido la passione con il lavoro anche se economicamente
non corrisponde alle esigenze che ho ormai da tempo. Dopo tutto questo ho solo
il bisogno di dimenticare il passato e guardare avanti ho provato con farmaci,
terapie di gruppo, buddismo e quanto altro ci possa essere..ma sento su di me
anni di vita trascorsi che mi tolgono la gioia di vivere.Vi ringrazio in anticipo
per la risposta.
Cara Sandra, forse un ultimo tentativo da fare c'è. Il perdono. Credo
che tu ti stia portando dietro un sacco pieno di rancore e di dolore che ti
costa questa fatica di vivere di cui parli. E' vero e ti capisco: i tuoi ti
hanno abbandonato, non t'hanno capito, si sono dimostrati due genitori incapaci.
Eppure immagino che anche loro abbiano avuto altrettanto genitori "cattivi",
che li hanno lasciati soli e non hanno saputo sostenerli.
Trovare colpe non serve, non serve soprattutto a te, perché ti tiene
legata ad una sorta di fedeltà alla sofferenza che il tuo passato ti
chiede. Allora fa uno sforzo per te stessa e ribellati a quella parte di te
che è stretta nella morsa dei ricordi negativi, prendi per mano la tua
"bambina" e falle vedere che può esserci un altro tipo di vita,
un altro tipo di rapporti, un modo diverso di pensare e d'agire. Diventa per
te stessa la tua costante positiva, impara a dirti: mi sei piaciuta, ti voglio
bene. Credo che l'unico
modo per liberarsi di un destino triste sia quello di cambiare strada, da soli,
lasciando i "sacchi" a chi ha voglia di portarli.
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