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Depressione (100722)

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Paola 54

Sono depressa in maniera assurda. Tutto e' comiciato qualche mese fa, un trasferimento di lavoro dopo 5 anni, mi sono sentita rifiutata, non considerata, messa da parte. Dal lavoro ho trasferito tutta la mia disistima nella famiglia, cio' che ha sempre contato molto di piu'nella mia vita. Vedova, madre di tre figli, il mio grande orgoglio. Ho fatto il vuoto intorno a me, un'amica comincia ad aver paura a disturbarmi, una sorella, è venuta a stare da me per farmi compagnia ma ha i suoi problemi di salute e personali col marito che non sopporta mi danno enorme fastidio ma so che quando andra' via sara' drammatico perche' mi sentiro' completamente sola. Ho una signora che da otto anni viene all'ora di pranzo, all'inizio come baby-sitter ora il rapporto è cambiato, mi da enorme fastidio la familiarita' che sta avendo con mia sorella e da quando mi vede malata di nervi....io non mi sento piu' padrona di casa a casa mia ,mi sento fragile e nuda violentata nella mia intimità 'tutti i pomeriggi si fanno compagnia. Mi sembra di stare a distruggere con le mie mani cio' che ho faticosamente conquistato, non voglio alzarmi mai dal letto, prima mi sono rivolta a uno psichiatra poi ad un altro ma li ritengo squallidi e privi di professionalita'. Non esco piu' da casa, non voglio incontrare persone che conosco le quali immagino mi chiederanno dove ero finita, eppure mi ritenevo una persona molto in gamba, carina, intelligente, con dei figli fantastici. In passato ho provato a rifarmi una vita ma dopo un periodo entusiasmante, nel quale sognavo ad occhi aperti, ed ero veramente felice, piano piano ho capito che non era amore. La famiglia di mio marito osserva da lontano e' riservata e non interviene. Vorrei andare in un posto carino, dove non mi conosce nessuno per riprendere a vivere e vedere le cose obbiettivamente, in fondo soffro in maniera incredibile solo da qualche mese.ah dimenticavo,spesso dormo tutto il giorno o faccio finta, non mi lavo, e non voglio parlare con nessuno. Ho interrotto tutti i rapporti di lavoro e vari. Quando mi cercano faccio dire che non ci sono. Vorrei cambiare citta', mi sento sepolta viva. Che devo fare? Perchè odio il mondo? Perche'mi vergogno? Perche' mi sento sola, con tanta voglia di andare via, si, ma dove? Penso che dovrei vincere un milione di euro a qualche lotteria, allora andrei dal mio direttore generale col mio avvocato e chiarirei molte cose e forse guarirei all'istante, la cosa grave è che credo veramente in queta soluzione. Sento una violenza di reazione che mi fa paura. C'è una soluzione?

Paola, sospetto che la questione lavorativa ne abbia scatenata una di tipo più personale: probabilmente la disistima, la paura del rifiuto e l'insicurezza in generale sono ferite che lei si porta dentro da tempo ma in questi anni era riuscita a non sentirle o probabilmente a coprirle con altre cose.....Ma ora si fanno sentire e fortemente, sono aperte e sanguinanti e credo sia arrivato il momento per lei di occuparsene in modo corretto, provando a capire di cosa si tratti e dandosi la possibilità di risolverle. Al lavoro le hanno fatto sentire la sua inutilità e forse anche in famiglia vive questo stato d'animo: non so da quanto tempo sia mancato suo marito e non so quanti anni abbiano i suoi bei figli.....ma vista la sua età posso immaginare che il suo compito di mamma stia volgendo al termine, forse i suoi figli sono già sufficientemente autonomi e non hanno più bisogno di lei come una volta. Se fosse così, la sensazione di non essere importante sarebbe amplificata, lavoro e famiglia insieme..... Non le nascondo che accade ad un numero considerevole di donne di attraversare periodi più o meno lunghi di crisi di tipo depressivo nel momento in cui il ruolo materno diviene meno importante. Solitamente c'è un ruolo di donna da riconquistare, dunque un rapporto con il compagno da rivedere e da ritrovare. Ma nel suo caso un compagno non c'è, e ovviamente questo ha il suo peso. Inoltre si porta dentro, a quanto pare, una profonda delusione rispetto all'amore..... Non cerchi psichiatri, cerchi psicoterapeuti per risolvere il suo problema. Gli psichiatri spesso non fanno molto di più che dare pillole che rincretiniscono (ovviamente a volte salvano anche la vita, ma quando non c'è questo rischio, meglio farne a meno). Deve cercare di affrontare realmente la situazione, e per fare questo deve cercare dentro se stessa i reali motivi del suo attuale stato d'animo e del suo desiderio di distruggersi. Un buon lavoro psicoterapeutico le potrà ridare la voglia di vivere e soprattutto l'aiuterà a ritrovare (o trovare) un senso nella sua vita, che ora sembra aver perso. P.S. La rabbia e l'invidia sono emozioni strettamente collegate alla depressione e all'autosvalutazione.

(risponde la dott.ssa Elisabetta Corberi)

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