Depressione (103085)
Alice 24
Sono una ragazza di 24 anni che vive in una famiglia abbastanza serena. Però quella non serena sono io, sono sempre nervosa con i miei genitori ed è come se avessi una rabbia incontrollabile dentro. Con loro sono maleducata e scontrosa, invece fuori casa sono dolcissima e sempre calmissima. Non riesco a capire perchè appena entro in casa mi prende una sorta di tristezza e nervosismo. Mia madre con me è molto affettuosa e protettiva, con lei ho un bellissimo rapporto e la amo tantissimo..a volte mi sembra di essere anche esagerata, perchè spesso penso che vorrei stare sempre con lei per tutta la vita. Con mio padre il rapporto è conflittualissimo, lui non parla con me e io non lo sopporto, tutto ciò che fa mi infastidisce. Lui vuole che io finisca l'università, però mi fa sempre pesare il fatto che mi mantiene lui e me lo rinfaccia quando litighiamo. Per questo io mi sento in colpa e vorrei andare a lavorare, però non posso mollare l' università perchè mi sento in dovere di finirla verso i miei genitori. Studiare non mi piace ma lo faccio lo stesso, mi pesa moltissimo, sono ansiosa e vivo male i periodi degli esami. Sono sempre triste e spesso non c'è nulla che mi piaccia della mia vita. Nonostante sia una bella ragazza sono insoddisfatta del mio corpo e non mi accetto. Ho un rapporto quasi maniacale con il cibo: spesso faccio abbuffate di dolci e poi ho tanti sensi di colpa. Se peso un chilo in più la mattina, la mia giornata è rovinata. Non mi sento accettata da nessuno nonostante tutti mi vogliano bene e sono emotiva e insicura. Ho perso il mio ragazzo per questo mio essere così lunatica e triste e credo di non essere all' altezza di nessuna situazione, seppure poi riesca sempre a fare tutto quello in cui mi cimento. Che cosa mi succede? Grazie dell' aiuto.
Cara Alice, penso che il rapporto che hai con i tuoi genitori sia alla base di molte tue insicurezze e di una bassa autostima. Quindi credo che dovresti cercare di migliorare il rapporto che hai sopratutto con tuo padre. E poi penso che la strada sia quella di cercare di essere quello che si desidera essere, accettare gli errori come baluardo dei nostri successi. Tu hai paura di non potercela fare, di non cambiare la tua vita. E così passi il tempo a giudicarti o a confrontarti... e a rimuginare: ma non sono i pensieri che contano (anzi frequentamente ci ostacolano), spesso sono le azioni che ci cambiano. Come diceva Wittgentein "Quando la vita diventa difficile da sopportare, si pensa a un mutamento della situazione. Ma il mutamento più importante ed efficace, quello del proprio comportamento, non ci viene neppure in mente, e con difficoltà possiamo deciderci ad affrontarlo”. Colmare il vuoto significa accettarsi: accettare le proprie emozioni e i propri pensieri senza giudicarli... accettarsi vuol dire cambiamento, interrompere quella lotta interiore che non fa altro che cronicizzare il sintomo... accettarsi vuol dire riuscire a prendersi così come siamo, capire che non ci manca nulla, perchè con le parole di Shakespeare "quello che sei sarebbe già abbastanza, se tu lo fossi fino in fondo". Un saluto.
(risponde il Dott. Fabio Gherardelli)
Pubblicato in data 10/10/07
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