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Depressione (137444)

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Elma 25

E' da un anno che ho perso il gusto per le cose belle della vita, da quando sono stata lasciata. Ho reagito male alla fine della storia, rivolgendomi principalmente contro di me. Ho pensato spesso che in fondo a lasciarmi ci guadagnava, che non potevo offrirgli molto, in fondo. Ho cercato di punirmi, in qualche modo, perchè la fine di quella relazione mi ha fatta sentire profondamente sbagliata. Da allora, mi sono chiusa parecchio, complice anche lo studio, e la necessità di preparare un esame dietro l'altro. Riconosco ora come sbagliato l'atteggiamento autodistruttivo di un anno fa, ma credo che gli effetti si facciano sentire ancora adesso. Negli utlimi mesi ho iniziato a soffrire di disturbi del sonno, ad avere disturbi digestivi. Per dormire ho anche chiesto che mi fossero prescritti alcuni farmaci, che non ho acquistato alla fine, per paura di sviluppare dipendenza. Ho avuto per un certo periodo pensieri piuttosto 'forti'...legati alla possobilità di farla finita. Ma ora sembrano cessati. Aspetto sostanzialmente che il momento passi, fiduciosa che, quando avrò terminato con l'università, e ridotto lo stress, avrò più tempo per ritrovare me stessa. Attualmente però, la situazione è piuttosto grigia. Passo molto tempo da sola, a leggere, o guardare la tv. La compagnia non mi attira, trovo tutto estremamente vuoto, noioso. Ho perso l'entusiasmo che avevo tempo fa, per le cose che faccio. E' come se mi fossi arresa. Resto così, senza più voglia di combattere, di impegnarmi. Come se pensassi in continuazione che tanto, qualunque cosa faccia, sarà solo una delusione. Cosa posso fare per recuperare autostima, e gioia di vivere? La ringrazio fin da ora. Elma.

Cara Elma, a volte darsi la croce addosso è una paradossale maniera di riprendersi il controllo di un' esistenza in cui probabilmete le decisioni le prendono gli altri che senza alcun ritegno agiscono la nostra vita.Non è facile ricominciare a vivere dopo che si è sofferto tanto e la perdita pur elaborata lascia un pericoloso strascico di paure e un sentore interno di tragedia incombente.Il ritiro sembra l'unica risposta al dramma, l'isolamento per non provare più, per non star male più in quel modo. Eppure si ricomincia ed è la speranza che rende credibile il nostro futuro.Si ricomincia pian piano per piccoli passi e piccoli tentativi. E si cresce e si diventa grandi, scoprendo che la sofferenza è un momento anche se lungo, la felicità è un momento anche se lungo e, se è vero che tutto passa, noi ci siamo nel frattempo e possiamo sempre fare qualcosa, basta credere che tornano le emozioni e non facciano sempre male.La soluzione però non è all'esterno di noi, ma parte da dentro.

 

(Risponde la Dott.ssa Bosa Lucia Daniela)

Pubblicato in data 19/10/09
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