DEPRESSIONE (146733)
Buonasera, sono una ragazza di 25 anni che vive da sola, sono andata via di casa 2 anni fa, ho il ragazzo da 4 anni,ma non vuole trasferisi a casa mia,dice che non è ancora il momento. I miei sono separati, mia madre ha subito 2 interventi in testa e ha ancora dei problemi di memoria, (non andiamo molto d'accordo), mio padre... beh... meglio non nominarlo affatto, visto e considerato che ha abbandonato mia madre quando era a letto malata e ha mandato la casa coniugale all'asta e per questo ora lei sta facendo i bagagli e non ha un posto dove andare.Io sono andata via da casa perchè stavo diventando pazza con mia madre, ogni minuto secondo era un litigio, e a volte mi picchiava anche. Faccio 2 lavori per mantenermi, ma ora non ce la faccio più.
Io vivo alla giornata, ma non ho piu voglia di vivere... faccio tutto senza voglia...e mi sento tanto sola, la notte piango nel letto, di giorno vorrei tanto rimere a casa e dormire,dormire e dormire o guardare la tv. Non ho piu appetito, mangio per abitudine, esco per far contento il mio ragazzo, a volte vorrei tanto fare un incidente con la mia auto e rimanere li per sempre....non riesco piu a vivere, quando litighiamo mi rendo conto che mi faccio prendere da delle crisi di pianto e ansia e alla fine do sempre ragione a lui basta che torni da me...come faccio ad uscire da questa situazione?
Cara Lia, la sua storia è pregna di sofferenza la cui radice è da ricercare sicuramente nel contesto familiare che, date le dinamiche, inevitabilmente avrebbe portato ad una situazione insostenibile per chiunque. Forse in alcuni contesti il lavoro più difficile non è quello del genitore, ma del figlio... che si trova a dover affrontare situazioni impensabili, catapultato in storie che fino a quel momento potevano essere solo ascoltate perchè vissute da altri. E' così che ci accorgiamo che le persone a noi più care possono provocare le ferite più dolorose e a volte, per il proprio benessere, si è costretti ad allontanarsi da quel "luogo" di sofferenza, e questa decisione sofferta ha attanagliato anche lei. La solitudine che ne consegue gioca poi, a mio parere, un ruolo determinante nel suo disagio che quotidianamente sperimenta e che influenza anche la relazione con il suo ragazzo alterandola e modificandone il significato. Credo che nel breve racconto della sua storia vengano espresse solo in parte le difficoltà che sperimenta e che certamente non possono trovare una soluzione in questa sede, ma in un percorso psicoterapico che ritengo opportuno e capace di poterla accompagnare e supportare in modo funzionale tenendo presente che la vita ci pone davanti solo sfide che riusciamo a superare!
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(Risponde il Dott. Serafino Parisi)
Pubblicato
in data 15/11/2010
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