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Depressione (147509)

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Giovanna 53

Salve, a 23 anni, dopo solo 10 mesi di matrimonio, ho perso mio marito, rimanendo così da sola con un bambino di 40 giorni, mi sembrava di impazzire e periodicamente la mia mente mi ripeteva che lui era vivo ma era fuori dall'italia e che sarebbe tornato, si ripetevano episodi dove io non mi ricordavo nulla mi trovavo perstrada e non sapevo chi ero, nè dove andavo, tutto questo è durato per parecchi anni, perdevo spesso il controllo di me stessa, anche a distanza di anni se mi trovavo in una situazione di stress vedevo degli scarafagi che mi salivano addosso ma non era vero niente. Adesso, dopo 30 anni, a volte mi sento disturbata mentalmente. Mio figlio si droga e non so se  la mia mente uscirà indenne da questo, desideravo avere un suo parere a riguardo e se mi consiglia di andare da uno psicoterapeuta, la ringrazio e spero in una sua risposta

Cara Giovanna, comprendo quanto per lei possa essere stato difficile prendere coscienza della perdita del suo compagno, e nell'immediato, non poter dare spazio al suo dolore, perchè il bambino, appena nato, aveva bisogno di tutta la sua forza per crescere. Si usa sempre definire le cose in termini di ripresa, di ricostruzione, di elaborazione, ma realmente affrontare una perdita e poi la crescita di un figlio, da sola, non è un processo facile. Tirar fuori una gran forza, nel momento in cui era proprio lei ad aver più bisogno di qualcuno che la sostenesse, genera molta fatica, stress e ansie. Dopo l'evento fortemente traumatico,  "l' investimento" immediato, definiamolo così, non le ha dato neanche il tempo di prendersi cura di se stessa, di quello che lei provava, di realizzare la perdita del suo compagno di vita. Di non sapere se davvero tutto quello che faceva avrebbe avuto un senso, perchè una parte di un intero progetto di vita, era scomparsa, all'improvviso, lasciandole la cosa che più una coppia possa desiderare come culmine del proprio affetto, ossia un bambino, indifeso, da crescere. La situazione traumatica, le ha creato forti livelli di stress, che se non seguiti e affrontati nella maniera giusta, possono sfociare in disturbi più gravi, che partono da situazioni di ansia generalizzata,  attacchi di panico, sfociando in seguito in stati depressivi, con conseguenti alterazioni della percezione psicofisica e ambientale. Lo stato di allerta/sforzo/sofferenza psicofisico, sono elevati, e possono generare, a volte, stati allucinatori, con conseguenti visioni, in questo caso di scarafaggi, come da lei descritto. Anche a distanza di anni, in situazioni di stress, si ripresentano i sintomi. Dai pochi dati a disposizione non si può delineare una precisa ipotesi diagnostica, ma credo che consultare uno psicologo/psicoterapeuta non sia sbagliato. Potrebbe rivolgersi al Consultorio della sua Città, oppure consultare un esperto privatamente, soprattutto per discutere anche della sua situazione attuale, e quella di suo figlio. Chiedere l'aiuto di un esperto non significa essere malati mentali, ma significa chiedere il supporto, il sostegno di una persona esperta che la guidi, che le spieghi cosa le è accaduto, in modo da cercare insieme il percorso giusto per affrontare le cose. Spero di esserle stata d'aiuto, un caro saluto.

(Risponde la Dott.ssa Marianna Liotino)

Pubblicato in data 28/02/2011
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