Depressione (161649)
Flavia, 22
Gentile Dottore,
premettendo che non è da me richiedere aiuto o
risposte,ad ogni modo mi sono ritrovata su questa pagina ed è stato come
un segno per cercare di placare in qualche modo le mille voci che mi
girano in testa.
Ho 22 anni,studio giurisprudenza e vivo con i miei; ho passato quasi
tutto l'ultimo anno all insegna dell'apatia,della ricerca di una minima
sensazione in ogni cosa, sesso, droga e quant altro potesse riempire il
più possibile quel vuoto incolmabile che sento dentro, quella ricerca
estenuante che non arriva mai ad una fine. Sono stata con diversi
ragazzi, passavo le mie giornate all'università(seppure non a lezione),in
giro purchè non a casa; ogni sera una festa diversa e circondata da
ragazzi con cui volevo solo fare sesso nella speranza di provare
qualcosa, ma nulla, se non qualcosa di terreno e fisico. Tornavo la notte
alle 4 e non mi addormentavo prima delle 7 per essere svegliata alle 9
per "studiare";perciò preferivo uscire,lasciando i miei genitori nella
auspicabile convinzione d avere la figlia che volevano,che passava
giorni interi in biblioteca a studiare e che perciò non c'era mai.
Una
sera come tante,i deliri dell'alcol si sono trasformati non più in
euforia,ma in patetica disperazione quasi come se avessi realizzato che
non potevo andare avanti così, che ci avevo provato ma non riuscivo a
provare niente, non riuscivo a stare bene seppur era sempre stata
l'immagine che davo di me.
Ad influire sulla rottura di quel "periodo"
senza freni sono stati i miei genitori che, violando la mia privacy, hanno
scoperto tutto. Da ogni singolo ragazzo ad ogni singola serata. Da allora
vivo quasi isolata, il solo pensiero di stare in mezzo a tanta gente mi
terrorizza, non riesco a guardare più negli occhi mio padre ancora di
più di quando scoprii che tradiva mia madre, Non riesco a concentrarmi,
non riesco a smettere di pensare alla morte,forse perchè ho sempre
conosciuto più quella che la vita proprio perchè ero alla continua
ricerca di sentirmi viva. Ho un magone perenne,una sorta di nodo in gola
che non riesco proprio a mandare giù e soprattutto non riesco più a
scrivere, era la mia unica valvola di sfogo, buttavo giù ogni
sensazione, percezione o visione che mi assaliva la mente e mi sentivo
meglio, ora non più, non ci riesco, non ho la forza. E' come se in
qualche modo la mia mente fosse bloccata; una sorta di stanby.
Mi ritrovo
qui a scrivere chiedendomi/vi è tutto normale? è semplicemente la logica
conseguenza dei giorni passati che mi porta a non continuare ad
aspettarmene degli altri? oppure ho davvero bisogno di un aiuto? non lo
so, ma non oso nemmeno rileggere ciò che ho scritto perchè un conto è
sentire dentro di te certe sensazioni, un altro conto è provare a
portarle fuori. a quel punto diventano reali...
Cara Flavia,
credo che da tanto tempo Lei sente, anche se non ne ha piena consapevolezza, che molte cose nella sua vita non funzionano, forse sapeva anche delle infedeltà di suo padre.....la prima reazione è stata quella di stordirsi forse per non vedere, non sapere, poi le vie scelte per "fuggire" non hanno più funzionato e, chissà come mai, i suoi segreti sono finiti nelle mani dei suoi genitori
E stata per caso questa una richiesta d'aiuto indiretta? Nell'opera di distruzione si è per caso salvato qualche esame dell'università? Vorrei sapere molte altre cose che la riguardano per capire meglio e forse poterle dare una mano.
Saluti
(Risponde il Dott.ssa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 02/05/2013