Depressione (50479)
Monique, 40 anni, 03.06.2002
Dopo l'improvvisa morte per incidente di mio padre (6 anni fa) al quale ero legatissima ho cominciato a soffrire di attacchi di panico legati soprattutto all'improvviso senso di morte che mi prendeva in una qualsiasi situazione: tachicardia, sudorazione fredda, pressione altissima (170-110) e sensazione immediata di morte per ictus, infarto etc.. Dopo diverso tempo ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra anche perche' stavo entrando in depressione sentendo il peso di tutta la mia famiglia (quella di mio padre x intenderci, mia madre e i miei 2 fratelli) in quanto x loro ero diventata la sostituta del padre che non c'era piu' semplicemente perche' nella vita me la sono sempre riuscita a cavare raggiungendo obiettivi lavorativi e personali molto alti. Succedeva pero' che bastasse che mia madre mi chiedesse quando doveva pagare una bolletta che io scoppiavo a piangere. Lo psichiatra mi ha curato con Seroxtat e Tavor 1.0 per 8 mesi poi lentamente (stando io meglio) ho cominciato a calare le dosi per vedere di farcela da sola, ma purtroppo mi sono accorta che non appena si interrompe o si cala la dose TUTTO RITORNA COME PRIMA. Mio marito (con il quale ho un ottimo rapporto e mi appoggia totalmente in questa battaglia) vorrebbe che io andassi a fare psicoterapia, ma io non me la sento di raccontare i fatti miei ad un estraneo, ma nello stesso tempo non vorrei esere condannata a vita a prendere 4 pastiglie al giorno per vedere il mondo un po' piu' rosa.... Cosa mi consigliate? Vi ringrazio INFINITAMENTE dell'appoggio che vorrete darmi e Vi ringrazio fin d'ora.
Cara Monique, le do certamente un appoggio rispetto alla situazione di cui parla. Lei descrive i suoi attacchi di panico con una serie di vissuti come tachicardia, pressione altissima, sensazione di morte imminente, ecc. Collega gli attacchi di panico all'improvvisa morte di suo padre. Si tratta di un evento gravissimo che va elaborato adeguatamente. Quello che trovo più significativo è che lei dice di venire vissuta dalla sua famiglia come sostituta di suo padre: lei, invece, non ha ancora sostituito suo padre! Mi sembra utile ridurre gli psicofarmaci, anche con l'appoggio di suo marito ma per lei si tratta di una battaglia. Lei combatte una battaglia contro gli psicofarmaci e questo risulta nocivo per lei.Non viva lo psicoanalista come un estraneo ma come un punto di riferimento al quale può appoggiarsi.