Depressione? (54261)
Simona 28 anni, 20.11.2002
Vivo da alcuni anni una situazione ambigua con me stessa e con gli altri, una specie di "segreto" condiviso dolo con le persone che mi sono più vicine. Ho vissuto una adolescenza serena, o perlomeno avevo l'impressione di non avere problemi nè che ne avrei mai avuti. Poi a 23 anni la prima crisi: un crollo improvviso della stima in me stessa. Allora studiavo e non avevo difficoltà di alcun tipo in quel senso. La mia ansia era rivolta al futuro e in particolare all'ambito del lavoro. Ciclicamante la storia si è ripetuta: momenti di serenità e fiducia altenrnati a periodi di circa 3 settimane di profondo scoraggiamento (circa 3/anno). Insomma sono una persona tranquilla e sicura di se' nei rapporti di amicizia, di amore, di relazione sociale generale ma spesso mi sento un'incapace sul lavoro. Il clima della mia azienda, lo riconosco, non è negativo anzi lo ritengo amichevole anche se il mio capo è piuttosto latitante ... in pratica lascia fare. Ma per il mio carattere il lasciare fare è il piccolo dramma: fare che cosa, come, e se poi non sarà soddisfatto? Mio padre soffre di depressione (la fase più negativa proprio per problemi di lavoro) e credo di essermi convinta che prima o poi sarebbe successo anche a me. Può essere così? Non voglio ripetere una storia (triste) che ho già visto ma come posso riuscirci?
Più che alla depressione, la ricorrenza costante del suo malessere (se ho capito bene la sua descrizione) fa pensare ad una leggera forma ciclica, che avrebbe un'altra cura dal punto di vista farmacologico, ed una prognosi senz'altro più favorevole. Tuttavia, per una corretta diagnosi occorre che lei si rivolga di persona allo specialista, perché le diagnosi per lettera sono assolutamente improbabili e scorrette. Dunque, si tranquillizzi circa le prospettive, ma faccia accertare il suo disturbo e lo curi in modo appropriato. Vedrà che ne avrà grande giovamento.