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Depressione (60806)

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on . Postato in Depressione | Letto 379 volte

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Maria 29 anni, 30.12.2002

Credevo di essere una persona forte, di non aver paura della vita e delle sue prove.
Ora mi ritrovo a interrogarmi sulla mia fragilità del momento. Forse quella falsa forza avuta un tempo era dovuta solo a un meccanismo di autodifesa che innescavo e mi portava a vivere con una certa superficialità situazioni difficili. A 3 anni i miei si sono separati, ho vissuto con mia madre, una donna che per me si sarebbe buttata nel fuoco, e che mi vuole molto bene.
Mio padre dopo i miei 8 anni non si è fatto più sentire, e io mi sono ritrovata a pensare che non mi avesse mai amata.
Non è una frase vittimistica, credo su basi abbastanza certe, che in fondo sia veramente così. All'età di 11 anni è venuto a vivere con noi l'uomo che tutt'ora convive con mia madre.
Un uomo non cattivo, ma col quale io non sono mai riuscita ad instaurare alcun rapporto o legame.
Ho sofferto molto gli anni della convivenza, ma sono passati...senza scontri, senza mai dire nulla, senza manifestare apertamente il disagio.
Ho sempre dato molta importanza all'amore, a 15 anni ho avuto la prima storia importante della mia vita, con il classico bravo ragazzo, e per sette anni siamo stati insieme.
C'è però sempre stato dentro di me un vuoto incolmabile, un enorme senso di insoddisfazione, che mi ha portato a prendere sempre scelte drastiche, e sfuggire relazioni stabili e tranquille, per qualcosa che fosse più vero.
Dopo 7 anni l'ho lasciato, soffrendo molto, ma consapevole di non poter vivere con lui. E' seguita un'altra storia importante di 4 anni, diversa dalla precedente, ma costellata dalle stesse insoddisfazioni. Questa storia è finita male, io mi sono innamorata di una donna, e sono andata a vivere con lei. Non avevo mai pensato prima di poter essere omosessuale, nè lo penso ora, ma con lei credevo di aver trovato una sintonia, una complicità, un modo di sentire le cose come mai prima. E mi sono liberata dalle paure ed ho voluto vivere i sentimenti che provavo. Ma dopo un anno di convivenza le cose sono andate sempre peggio: lei era gelosa, ossessiva, temeva i miei amici, sia uomini che donne. Non ho mai sopportato forme di gelosia irragionevoli.
Ciò che ho sempre ricercato era la libertà, l'indipendenza, il che non implicava solitudine, ma una libera scelta di darsi all'altro senza imposizioni o false pretese, un rapporto basato sulla fiducia e conoscenza.
Le cose sono andate sempre peggio, io mi sono sempre più allontanata e in quel periodo ho incontrato un uomo che si era innamorato di me e dal quale io mi sentivo inspiegabilmente attratta. Era tutto ciò che non avevo incontrato: era calma, era razionale ma anche carico di sensibilità, quasi femminea.
Una persona dall'intelligenza non comune. Un uomo particolare, con un suo modo di vivere la vita ancor più particolare. Stava da 9 anni con la sua ragazza, diceva di amarla ancora, ma di essersi perdutamente innamorato di me, e di non poter fare altro che seguire ciò che la vita portava. Io ho deciso allora di stargli accanto e scoprire cosa poteva esserci per noi.
Ho cambiato casa e sono andata a vivere da sola. Non è stato un rapporto facile, o felice. Lui soffriva parecchio, si sentiva, e si sente tutt'ora diviso tra due donne. Non ha mai smesso di amare la sua ragazza, mi ha sempre detto che in un qualche modo loro erano ancora insieme, anche se non si frequentavano più e lui passava il tempo con me. Abbiamo vissuto attimi molto belli, in cui io mi sono sentita amata come mai prima, pur nella consapevolezza che non sarebbe mai stato mio, che ci sarebbe stata anche lei nel suo cuore.
Dopo un anno la sua ragazza è stata molto male, non so bene cosa sia successo perchè lui non vuole parlare a me di lei, e a lei di me. Fatto sta che a un certo punto lui ha scelto di tornarle accanto, dicendo che non poteva più amarmi come prima, che le cose erano cambiate, che la vita lo aveva portato a questo.
Un uomo che soffre di malinconia, e dice che non sarà mai più felice nella vita.
Dice che sono stata la cosa più bella che gli sia mai capitata, che mi ama sempre, che sarà sempre così, ma che devo accettare che il destino lo ha portato a questo. é passato un altro anno da allora. Io sto piombando lentamente in una sorta di depressione. Non so bene cosa significhi, se non mancanza di voglia di vivere.
Lo sento ancora, a volte ci incontriamo e ci amiamo.
Lui dice che devo andare avanti, anche se pensare che ci amiamo fa soffrire, che questa è la sua decisione e io devo rapportarmici. Che mi sono fermata, che non va bene. Ho passato tutti questi mesi a pensare a lui, e a quando sarebbe tornato da me. Mi sono creata un mondo parallelo, distante dalla realtà e a nulla valgono i mille discorsi che facciamo: sembro sempre capire, ma poi mi manca la capacità di vivere la realtà.
Non ho più voglia di vivere...mi sento tremendamente stanca di tutto, penso di aver vissuto abbastanza, e mi sento invecchiata dentro. Non ho mai amato così fortemente qualcuno, ma questo amore sta diventando un'ossessione e a volte ho paura di impazzire.
A volte mi chiedo se ho bisogno di rivolgermi a uno psicologo, ma non mi decido a farlo, perchè penso di non essere così grave e di potercela fare da sola. Però mi riduco a vomitare il più delle volte quello che mangio, ho cominciato a fumare, sono sempre stanca e vorrei dormire in eterno.
Ho amici che mi vogliono bene, mia madre, e anche lui mi sono vicini in un certo senso, ma ho un enorme senso di solitudine interiore che mi fa male e di cui ho paura. Ho paura di diventare pazza, ho paura di aver gettato via la mia vita e di non riuscire più a darle un senso.
Non mi interessa più nulla, niente..nè il lavoro, nè lo studio (da 3 anni mi manca un esame alla laurea), nè ho più ambizioni personali. Vorrei chiudere qui il mio percorso anche se so bene quanto sia stupida una scelta del genere. NOn trovo il coraggio e la volontà per andare avanti.

Cara Maria, io credo che solo tu puoi decidere di cambiare lo stato di cose, solo tu puoi scegliere di andare avanti e nessuno compresi quelli che ti amano può sostituirsi a te.
Quel vuoto incolmabile può essere colmato se tu lo vuoi, ma devi ammettere di aver bisogno di aiuto e di non essere un Ercolino che può vivere senza appoggiarsi agli altri. Nessuno lo è. Forse quest'uomo ti ha dato quell'attenzione e quella cura che non avevi mai avuto (da tuo padre e da altri uomini) e ti sei legata a lui così tanto da dipendere dal suo amore perdendo di vista te stessa e il tuo amor proprio.
In realtà lui non è stato corretto con te, ha continuato a mantenere il legame con un'altra donna a cui poi è tornato.
Penso che dovresti pensare a te stessa e ammettere che lui ti ha delusa e non merita il tuo amore. Quello che è venuto a mancare nella tua vita è proprio il tuo amor proprio, il rispetto per te stessa ed i tuoi bisogni.
Pretendi un amore puro e dedito solo a te, forse è questo che vuoi e che ti manca? Se non hai il coraggio e la volontà per andare avanti, puoi semplicemente accettare questo e metterti nelle mani di qualcuno che sappia ascoltare e capire, e che ti aiuti a ritrovare emozioni e pensieri positivi.

 

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