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Depressione (60855)

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on . Postato in Depressione | Letto 390 volte

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Eleonora 31 anni, 02.01.2003

Sono una ragazza di 31 anni ch apparentemente può essere invidiata per avere un buon lavoro che a molti manca ma con una vita privata assolutamente nulla.
Non ho una cerchia di amici forse perchè ho la tendenza ad allontanare le persone o forse perchè sento di vivere nell'epoca sbagliata dove la correttezza e certi valori sono solo optional.
Ho avuto solo una storia nella mia vita e quando è finita in maniera anche brutta perchè mi ha data prova ancora una volta che è meglio non fidarsi di nessuno, è crollato quel mio mondo costruito sul niente.
Pur sapendo che era la persona più sbagliata che potessi conoscere (straniera e non abitante in Italia, sposata e con un figlio) ho affidato a lui tutti i sogni e mi sono aggrapata a questa storia disperatamente umilando me stessa sicura che se l'avessi perso avrei avuto grandi difficoltà a trovare qualcun altro. Infatti a distanza di due anni sono ancora qui ad aspettare un'altra storia senza che nel frattempo ci sia stata una qualsiasi novità.
La mia vita è vuota non ho amicizie con cui uscire e avere quindi la possibilità di conoscere un'altro compagno giusto o sbagliato. Ho provato tutto per poter uscire da questo circolo vizioso per fare nuove amicizie ma viviamo in una società che considera solo le persone "accompagnate" e sa rendere ancora più soli quelli che soli lo sono già.
Questa insoddisfazione mi porta a mangiare in maniera smodata con evidenti effetti negativi sul mio corpo.
Ho provato ad andare da dietologi, centri estetici, ecc. spendendo moltissimo ma ho dentro di me la sensazione che se non riesco a placare questa sconfinata insoddisfazione nel mio privato non potrò mai placare anche la voglia di cibo.
Il mio è un circolo vizioso...sono arrabbiata con la vita e questo non mi aiuta nei rapporti con le altre persone a rendermi simpatica al primo incontro. Purtroppo la gente si ferma sempre alle apparenze..questo succede sia nel lavoro che soprattutto nel privato. Sistematicamente ripeto a me stesso di essere più tollerante e non prendermela per i torti subiti ma purtroppo la realtà è qualcosa di diverso dai buoni propositi. Vi ringrazio per una Vs. gentile risposta.

Non condivido se non parzialmente la sua idea che il mondo si fermi solo all'apparenze o che sia fatto solo per chi è già accompagnato.
Penso invece che lei debba ricercare più a fondo in sè stessa le cause del suo malessere, senza trovare troppo facili bersagli fuori. Mi colpisce anche la frase che lei scrive: non ho alcuna possibilità di conoscere un altro compagno giusto o sbagliato.
E' come se lei si preparasse da sola all'ennesima delusione e ad un altra storia fallimentare, come se non potesse neppure immaginare ( che è gratuito e assolutamente non pericoloso) una relazione felice con qualcuno.
Le suggirirei pertanto una psicoterapia che la aiuti ad indagare su queste sue attitudini relazionali e sulle cause che la spingono ad un rapporto coatto con il cibo: una volta che avrà imparato ad accettarsi e a volersi bene, tutto il resto ( amicizie, conoscenze, amori) verrà da sè.
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