Depressione (62823)
Roberta 32 anni, 14.03.2003
Gentilissimo esperto,
sono mamma di sue splendidi bimbi,una libera professionista,moglie di un uomo
che amo moltissimo ma che ultimamente sta avendo problemi di dipendenza da alcool
e droghe.
Io aborrisco ciò, ma sto cercando di aiutarlo indirizzandolo da uno psicologo
che lo aiuti a risolvere i problemi di fondo che sono di natura psicologica.
Per scaricare la fortissima tensione che deriva da questa situazione mi alleno
tutti i giorni in palestra anche se la notte dormo poco (aimè DA 5 ANNI)a causa
dei bimbi che sono ancora piccoli (4 e 2 anni).
Anche se metto la maschera della persona forte e splendida in realtà ho una
tempesta fortissima dentro di me che essendo inespressa si tramuta in forti
momenti di rabbia e di tristezza.
E' talmente forte che a volte diventa un dolore fisico che si colloca all'altezza
del cuore. E in tutto questo mi sento molto sola.
Devo proteggere i miei bambini dal mio malessere e da quello del padre e allora
cerco di essere serena e contenta con loro di farli giocare e di farli stare
bene.Non so bene come definire il mio stato psicologico ma sento che sto crollando.
Cosa posso fare?
Il pericolo del crollo esiste quando la tensione è eccessiva e non ci sono valvole di sicurezza che diminuiscano la pressione interna.
La palestra non basta, qui sono in gioco le tue emozioni e il benessere dei tuoi figli che, anche se tu sei brava a fingere, sicuramente captano la verità che c'è dentro di te e manifestano il loro disagio.
Infatti mi dici che la notte non dormono, e tu insieme a loro. Aiutare tuo marito non implica il fatto che devi rinunciare a te stessa. Puoi comprenderlo, amarlo, ma allo stesso tempo incoraggiarlo ad assumersi la responsabilità delle sue scelte; è adulto e ha tutte le risorse per uscire dalla sua autodistruzione.
Confessa, prima di tutto a te stessa, che non ti senti più di reggere sulle tue spalle gli errori di tuo marito, e, soprattutto, accetta che sia così. Ammetti la tua impotenza la tua debolezza, perché è questa l'unica strada.
Tu non puoi salvarlo dalle sue scelte, e hai il dovere, verso te stessa e verso i figli, di vivere una vita autentica.
Lui cercherà l'aiuto di persone competenti, se vuole, tu, nel frattempo, non devi reggergli il gioco, per il suo bene; deve rendersi conto delle conseguenze che i suoi atteggiamenti producono nella sua vita e non devi proteggerlo dalle sue responsabilità.
In questo modo non può crescere e, comunque, è solo la sua volontà che deve muoversi per produrre un cambiamento.
Getta la spugna, allontanati, se è necessario, fai qualsiasi cosa tu ritenga giusta, tranne fingere un benessere che non c'è.
La verità si respira, e anche la menzogna, e l'ambiguità che nasce da un comportamento forzato non è benefica per nessuno.