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depressione acuta (47520)

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Roberta,32anni (21.1.2002)

Cercherò di essere breve ma sara' dura. Vivo sola a Milano da 6 anni.Trasferita qui dal Sud per un amore che poi non era tale perche dopo sei mesi mi lascio' sbattendomi fuori di casa senza ne'lavoro, ne'soldi.Dopo mesi di inferno, solitudine e depressione mi sono rimboccata le maniche e mi sono rifatta una vita trovando un lavoro, una casa, nuovi amici.Ho passato e vissuto tutte le fasi dell'essere single e sola, disperazione, pianto, euforia nell'uscire, bere una birra di troppo. Poi ho ritrovato un vecchio conoscente, ci siamo innamorati e abbiamo vissuto un amore molto difficile.Lui era affetto da paranoia e clustrofobia.Non si usciva mai e mi erano negate e proibite amicizie.Vaneggiava e mi vedeva(diceva)interessata ad altri uomini(inesistenti).L'ho lasciato dopo 2 anni.Ho sofferto ma ho dovuto per il mio bene.
Ho conosciuto subito dopo un uomo in chat(non avevo mai chattato).13 anni di differenza, anche lui usciva da una storia, una storia di 10 anni.Mai sposato, senza figli.Ci innamoriamo perdutamente come ragazzini.Facciamo progetti per il futuro, ma arrivano subito le note dolenti. Lui mi racconta tutto di se: ex tossicodipendente (ha smesso da 20 anni)ha condotto una vita all'insegna della ribellione (cioe' che era proibito,lui faceva).Proveniente da una famiglia molto unita, e' stato amato e coccolato, ma "non come voleva lui" (dice)."Tutti mi amano a modo loro" (dice).Per mesi l'ho ricoperto di attenzioni e amore(a modo mio, naturalmente!) e un giorno mi disse "si puo' sapere tu cosa fai per me?vai a lavorare tutto il giorno, torni e mi fai da mangiare, ma io non sono un cane!" la notte lui va dormire molto tardi per ritmi diversi (lavora di notte e quando non lavora non riesce a dormire)e quando io andavo a dormire alle 22.30 (stanca e distrutta dalle 6 in piedi)mi accusava di fregarmene di lui, costringendomi a stare sveglia, e se mi addormentavo mentre lui continuava a parlare, gridava si vestiva e diceva che se ne andava (in realta non lo ha mai fatto).Di tanto in tanto , se in buona compagnia beveva un po di piu e li veniva (e viene tutt'ora) fuori tutta la sua aggressivita'. Ingiurie, bestemmie, urla, accuse (zoccola! mi diceva, vali meno di una merda, vattene dalle tue amiche)Se mi trattenevo al telefono con un'amica mi accusava di togliere tempo prezioso a lui.Poi mi chiedeva scusa e mi prometteva di non farlo piu.
Nel frattempo continuava a dirmi che mi amava piu della sua vita e che voleva sposarmi e avere un bimbo da me.Una notte aveva bevuto, eravamo in vacanza in una casa con una coppia di amici: A. e C.Dopo essersi addormentato a fatica, si sveglia e all'improvviso schizza fuori dal letto e mi grida:"cosa credi che sia un cretino?? ti ho vista scopare con A., vi siete divertiti?? puttana hai avuto il coraggio di farlo qui davanti a me mentre dormivo!"Il mattino seguente ho fatto le valigie. Mentre me ne stavo per andare mi ha chiesto umilmente scusa e mi ha implorato di perdonarlo. Abbiamo finito insieme la vacanza.Quando mi telefonava ed ero in linea da'l'altra parte con un'amica dovevo riattaccare subito per parlare con lui.Ho provato a dirgli"ti richiamo dopo" e lui in modo ossessivo mi faceva squillare tutti i telefoni e parlando sulla segreteria mi offendeva e accusava di tutto di piu...Continuando a battermi per i miei diritti, litigando, svenendo, e piangendo, ho iniziato ad ottenere qualche risultato, anche perche' piu di una volta l'ho fatto spaventare, mollandolo.Ma poi mi richiedeva scusa e ci riappacificavamo.
Dopo 9 mesi sono rimasta incinta. All'inizio Lui ha cercato 1000 modi per rifiutarlo (mi ha accusata di avergli mentito su cose senza senso, addirittura mi ha accusata di averlo tradito, si faceva i conti per vedere esattamente quando era stato concepito...)Poi, quando io, dopo un mese di calvario, gli ho detto che avrei abortito...ha cambiato idea e mi ostacolata in tutti i modi per non farmi abortire. Ho provato 2 volte, ed e' riuscito con ricatti morali(stai ammazzando il nostro bambino e me, diceva) a farmi alzare appena in tempo dal letto dell'ospedale e a rifiutarmi all'intervento.Mi faceva sentire in colpa.Ne ho parlato con la sua famiglia e loro lo hanno ben sgridato e accusato di essere infantile e di commettere sempre li stessi errori, cosicche' lui aveva anche per questo cambiato idea.Poi, un giorno, non ce l'ho fatta piu. Sono andata per una settimana dai miei genitori, sono scoppiata. Ho abortito al limite massino(12 settimane).Lontano da lui, ce l'ho fatta.L'ho convinto che non era il momento giusto e che se avessimo davvero voluto avremmo potuto ricostruire tutto di nuovo.
Ha passato il capodanno con me(convalescente da 2 giorni dall'intervento)davanti al televisore.Io stavo molto male psicologicamente. Piangevo tutti i giorni anche se sapevo che la scelta era giusta era troppo dolorosa . Ho visto quel bambino in un piccolo schermo,appena il giorno prima dell'intervento, aveva le manine e i piedini e si era messo il ditino in bocca (aveva gia' 3 mesi) Non ricordo assolutamente nulla del giorno dell'intervento.Credo di essermi staccata completamente dal mio corpo...Era troppo per me.Stavo tanto tanto male nei giorni a seguire e lui mi diceva che mi amava e che ne avremmo fatti altri di bimbi.Sono passati 30 giorni e nulla e' cambiato.Litighiamo ancora di piu' anche perche' io ora rifiuto qualsiasi forma di contatto fisico(anche solo un bacio) e lui questo (giustamente) non lo sopporta. La colpa e' sempre del mio desiderio di uscire con un amica, anche se lui ha da fare e io sono sola. "i tuoi amici sono molto piu' importanti di me vero???" mi dice.
Lui si arrotola nei suoi discorsi, ti parla per ore, ti tiene inchiodata alla sedia con i suoi discorsi psicologici, emotivi etc...Mi manda letteralmente fuori di testa. E' peggio di una seduta di analisi (anche perche un analista, non parla, ma lascia parlare te)..Io non ne posso piu',ma non riesco a staccarmi da lui.Lo lascio e lui piange e si dispera percehe non puo vivere senza di me, mi chiede scusa dice di aver capito tutti i suoi sbagli. In realta' anche io non riesco a staccarmi del tutto da lui (mi ha resa dipendente e in quei pochi momenti di lucidita', me ne rendo conto)Piango tutti i giorni e tutte le notti. Sudo freddo durante la notte e mi sveglio per i brividi. Soffro di ansia, mi viene la tachicardia anche se in quel preciso istante sono tranquilla.
Ho un mal di testa perenne che mi assilla e spesso penso di farla finita.In realta' non ho il coraggio di uccidermi perche' penso alla mia famiglia e a quanto li farei soffrire. Ma poi penso, e io? Cosa faccio da sola con la mia sofferenza? Chi mi capisce? Chi mi aiuta? Sono al limite.E credo di non esagerare.Ho bisogno disperato di aiuto.Se potete, rispondete.
Un sincero grazie.
ROBERTA

Ciao Roberta, nel leggere la tua lettera non posso non riflettere su quanto, a volte, ci viene difficile capire cosa è meglio per noi stessi. Fermo restando che non sappiamo mai cosa ci riserva la vita, le tue vicissitudini sentimentali mi fanno pensare al fatto che forse non sia del tutto un caso che nella tua esistenza si siano succeduti uomini problematici, con serie difficoltà nella gestione delle emozioni. Intendo dire che tutte le vicende che racconti sono accomunate dalla totale mancanza di rispetto per le tue esigenze e per le tue necessità, quindi per la tua persona. Mi domando se alla base di queste storie non ci sia una tua difficoltà a volerti concedere qualcosa di meglio, a pensare che tu meriti amore e rispetto come tutti. A volte il problema non sono gli altri che ci fanno stare male, ma siamo piuttosto noi che glielo permettiamo.
Non è semplice mettere a fuoco questi meccanismi, ma prova a pensare cosa vorresti per te, quali sono le cose che ritieni indispensabili nella tua vita per poter essere serena e a confrontarle con quelle che ti offre la persona che hai accanto. Forse così potrai renderti conto se quello che hai corrisponde a quello che desideri oppure no.Dalle tue parole mi sembra di capire che tra voi non ci sia una reale comunicazione dei reciproci bisogni, ma piuttosto un tuo modo di assecondare e "perdonare" i comportamenti inappropriati del tuo compagno.
Questa non vuole essere una critica nei suoi confronti. Ci sono sicuramente delle ragioni se lui ha le caratteristiche che descrivi. Credo, invece, che la maggior parte delle volte la vera origine dei nostri problemi stia dentro di noi piuttosto che fuori. Inoltre, viste le gravi incomprensioni che caratterizzano il vostro rapporto e dopo un'interruzione di gravidanza vissuta nel modo che descrivi, non mi sembra così strano che tu non desideri avere dei contatti fisici, anche perchè per superare un'esperienza come quella che hai subito è necessaria una reale vicinanza emotiva e la capacità anche di accogliere la sofferenza dell'altro. Entrambe richiedo estrema maturità.
Non so cosa sia giusto fare nel tuo caso, ma so per certo che nessuno ha il diritto di calpestare i sentimenti di un'altra persona e che sta a noi gridare più forte possibile che pretendiamo rispetto.Dici di essere disperata e di pensare anche a gesti estremi, ed è sicuramente comprensibile vista la tua storia, ma forse potresti anche riflettere sulla possibilità di fare tesoro delle esperienze che ti sono capitate per cominciare a distinguere cosa è giusto per te e cosa non lo è. Ora probabilemente ti sembra tutto difficile ma in una delle prime righe della tua lettera hai scritto: "mi sono rimboccata le maniche e mi sono rifatta una vita". Sono parole tue, tienile a mente.
Concludo suggerendoti di non pretendere ta te stessa di affrontare tutto da sola. Chiedi aiuto a chi ti sta vicino, alla tua famiglia o a qualche amica, e se necessario anche ad uno specialista. Non devi rivolgerti necessariamente ad un privato, puoi anche accedere ad una struttura pubblica del tuo territorio, magari facendoti indirizzare dal tuo medico. Farcela non vuol dire non avere bisogno degli altri. Buona fortuna.

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