Depressione e condizionamento (80923)
Gianluca, 25 anni
Gentili psicologi vivo con la mia
famiglia e sono uno studente di Medicina. Mio padre ha un atteggiamento molto
aggressivo e distaccato con me. Mia madre è incapace di sedare le mie
ansie e anzi fa di tutto per soffocarle quasi vedesse in me un mostro. Da più
di quattro anni faccio una psicoterapia per curare una condizione depressiva
che probabilmente mi accompagna dall'infanzia. Ho fatto tre anni di analisi
con uno psicoterapeuta che affermava io avessi una forma di insicurezza , poi
ho visto altri esperti tra cui due psichiatri che mi hanno evidenziato uno stato
depressivo con ansia e incapacità a instaurare un rapporto con gli altri
che includa la presenza di un sentimento sociale.
Il mio problema è che non riesco a vivere la mia vita , le mie scelte
, e le mie emozioni in modo libero , mi sento costantemente condizionato da
qualcosa. Ammetto di odiare stare con gli altri , perchè questo senso
di condizionamento mi pervade molto di più rafforzando quello di base
che c'è quando sono solo. Mi sento quasi come se le persone potessero
toccare la mia interiorità , come se fossi a nudo , come se le persone
potessero percepire le mie emozioni i miei pensieri e colpirmi per condizionarmi,
quasi manipolarmi a loro piacimento , anche annullarmi. Insomma ho la sensazione
di essere invaso.
Non so neanche come comportarmi quasi come se avessi paura di sbagliare. Questo
mi accade in tutti i campi della vita nessuno escluso . La mia vita è
un inferno. Sono bloccato non ha voglia di fare più nulla , non ho interessi
faccio tutto meccanicamente
senza voglia. Potete spiegarmi cos'è quello che provo e come posso rafforzarmi
per smettere di sentirmi costantemente condizionato a tal punto da sentirmi
trasparente?
Vi ringrazio per l'ascolto e vi saluto.
Caro Gianluca, penso che seguire
un percorso di psicoterapia sia utile proprio per rafforzarti e imparare la
fiducia in te stesso e negli altri. La sensazione di sentirsi invasi nasce di
certo da esperienze in cui non ti sei sentito rispettato e amato per quel che
eri e probabilmente non hai costruito quella sicurezza in se stessi che ci fa
essere sereni e soddisfatti di noi anche di fronte agli altri. Gli altri sono
sempre lo specchio di quel che noi sentiamo.
Così credo che il primo passo sia quello di corciarti le maniche e cominciare
a mettere dei mattoncini per tirar su le mura del tuo
castello. Uso questa metafora per dire che, se non vuoi sentirti più
trasparente, devi far vedere a te stesso innanzitutto e poi agli altri quali
risorse e talenti hai, quanto vali. Sei consapevole dei tuoi aspetti positivi?
sai in che cosa sei unico e speciale? Ti prendi cura dei tuoi bisogni? Io cercherei
in questa direzione, prima ancora di occuparmi del rapporto con l'altro.
Buon lavoro.
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