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Depressione, indecisione (19527)

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on . Postato in Depressione | Letto 320 volte

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Antonio, 40 anni

Gentili signori, vorrei un vs. parere sulla mia situazione. Da 4/5 anni vivo un senso di disagio in campo lavorativo. Non riesco più a concentrarmi sui compiti affidati, mi distraggo spesso e faccio altro al posto di quello che mi è stato affidato. Inoltre mi sento terribilmento già stanco fin dal mattino, quest'ultima sensazione si allevia un pò quando sono sul posto del lavoro; restano comunque tutte le altre problematiche scritte in precedenza.
Negli due anni ho cambiato due volte lavoro, sono state delle scelte principalmente per motivi economici, ma resta il fatto che al secondo posto c'erano in entrambi i casi i disagi descritti sopra. Ora ho deciso nuovamente di cambiare lavoro, non ho ancora trovato un nuovo impiego, ma sono deciso a farlo e in un'altra città.
Premetto che vivo ancora con i miei genitori, e nonostante che con loro c'è un buo rapporto, penso che sia un pò offuscato (non per colpa loro, o almeno forse ma involontariamente) dal fatto che io mi sento obbligato a dare spiegazioni per ogni mia decisione. Stesso problema lo riscontrerò con il capo quando sarà il momento di comunicare il mio licenziamento, mi pesa tanto parlare e mi sento come obbligato a dare una spiegazione valida; già da adesso mi faccio un programma di quel devo dire nonostante che questo discorso lo farò tra un mese e mezzo circa.
Mi difficile dire soltanto mi licenzio e basta, no! sento obbligo di dare valide motivazione, vorrei dire delle bugie (per tagliare subito il discorso, chessò: è incinta la mia ragazza, o ho travato un posto in banca) ma in questo caso dire bugie mi pesa tanto quanto dire la verita.
Ogni volta però che penso a quando sarò via dalla solita routine ogni tanto ritrovo un pò di serenità e sogno tanti progetti per me; ma a volte ho paura di fare questo passo perchè temo di non riuscire, di fallire e perdere quel poco che ho che non è molto e mi crea solo disagio. Putroppo è un circolo vizioso da dove stò cercando di fuggire, vorrei tanto ritrovare un pò di serenità, tornare a correre come facevo una volta, smettere di fumare nuovamente perchè già ero riuscito nell'impresa e dopo cinque anni di astinenenza sono caduto di nuovo nel vizio. Vi ringrazio anticipatamente.

Antonio, il disagio che lei avverte in ambito lavorativo potrebbe non essere determinato da quest'ambito. Sospetto che il lavoro assorba buona parte delle sue energie, e non stupisce che sia sul lavoro che si manifestino i suoi disturbi. Ma credo che continuare a cambiare lavoro non sia la giusta soluzione.
E' nella sua vita non lavorativa che probabilmente dovrebbe investire maggiori energie e tempo, perchè credo che i suoi disagi e le sue insoddisfazioni provengano da li. E' probabile che non abbia fatto abbastanza per se stesso in questi anni e per realizzare il suo personale percorso di vita, e questo tradimento nei riguardi di se stesso può causare i sintomi depressivi e le insicurezze di cui parla. Il fatto che alla sua età viva ancora con i genitori e si senta così dipendente da loro, conferma questa mia ipotesi.
La strada che deve percorrere è quella della crescita e dell'autonomia. Non è il lavoro che deve continuare a cambiare, ma il rapporto che ha con se stesso. Deve darsi la possibilità di essere soddisfatto di sé e di liberarsi dei vincoli che la costringono a vivere una vita non del tutto sua. Un serio percorso psicoterapeutico l'aiuterebbe a capire e a risolvere le sue reali problematiche interne.....e conseguentemente anche quelle esterne. La invito caldamente a prendere in considerazione la cosa.

( risponde la dott.ssa Elisabetta Corberi )

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