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Depressione - morte - abbandono (065700)

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on . Postato in Depressione | Letto 543 volte

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Mauro 53 anni, 25.07.2003

Gentili Terapeuti, Elenco gli episodi che per me sono stati più salienti, purtroppo il filo conduttore è rappresentato dalla morte e dagli abbandoni. Sono M ho 53 anni, Mia madre era ebrea con 32 famigliari passati per il camino: sono allevato a pane e dolore; Mia madre mi minacciava di andarsene e di lasciarmi: questo per me era disperante.
I miei genitori hanno sempre litigato, a causa di mio fratello e dei suoi debiti; Ho un fratello unilaterale da parte di madre, di 70 anni, di cui mi sono occupato, anche materialmente, fin da bambino;
Nel 1956 sono turbato da un ragazzo ucciso dal tram, la strada, Via M a B è inondata di sangue, comincio a ognare la mia tomba sotto la finestra di cucina; 1956 muore un ragazzo a C; 1958 comincio a fare il chierichetto, ma solo per i funerali, perché sono timido;
1963 muore mio nonno, sono sconcertato dalla morte; 1967 Muore mia zia materna; Nel 1968 o la prima ragazza, D, sono lasciato, dopo un mese, soffro da impazzire;
1968 Muore P M, mio compagno di giochi nell'infanzia; Nel 1969 primo lavoro saltuario; 1970 Muore mia nonna materna, mia madre ha un carcinoma;
Nel 1970 lascio il mio secondo a ore, M, per spinte "ideali", mi diplomo; Nel 1970 inizio a frequentare A, che sposerò nel 1973; Nel 1971 prima supplenza e scontro frontale con trauma cranico; 1971/72 servizio militare e riscontro dell'ipertensione; 1972 Muore P Ma, mio compagno d banco alle superiori; 1973 matrimomio e lavoro come insegnante; Sposo A perchè sua madre la stava buttando fuori di casa, non ho avuto alcun rapporto pre-matrimoniale; La mia ex moglie, orfana a 6 anni è vissuta 10 anni in collegio di suore e milit ri. 1973-1993 matrimonio = sofferenza,dolore, morte: devo fare il casalingo, il domestico,lo studente, il lavoratore, in casa mi occupo di ogni cosa; da l969 al 1992 mi occupo di volontariato;
1980 Ha un infarto P R, compagno di scuola e collega; 1983 Muore mia nonna paterna; 1985 Muore un giovane collega in un incidente stradale; Muore mio zio materno;
1987 il mio amico P M ha il trapianto del cuore: lo ospito, insiema alla moglie V, nella mia casa; 1989 mi laureo, scampo la morte in Val di Stava, sono turbatissimo; 1990 5 allievi morti + 19 feriti; 1991 diagnosi di un tumore a mio padre; 1991 Muore mia zia materna; 1991 Ho due allievi handicappati di cui uno è destinato a morire a breve; 1991 Un'allieva ha una malattia terminale; 1992 Muore mia madre; 1993 Giugno conosco S a R; 1993 Separazione, lavoro a C, fidanzamento con S che risiede a L: comincio a soffrire di insonnia, ansia; perdo il lavoro, la famiglia, gli amici, la fede, la mia identità....a C sono troppo solo;
1994 Torno a lavorare a I, la salute di mio padre peggiora, gli diagnosticano 4 malattie terminali, lo assisto da solo; Sia la famiglia di origine di mio padre che qyella di mia madre sono da incubo;
1995 si suicidano due colleghi di lavoro (45 e 55 ann ) e due ex compagni di studi( 45 anni; 1995 entro in depressione; 1996 muore mio padre e S mi lascia, per telefono, la settimana dopo; 1996 Disperato, lascio la mia casa per abitare nell'appartamentino di mio padre che ristrutturo a C, sono trasferi o a mia richiesta a Sl; il mio peso comincia a lievitare in salita; in autunno comincio a frequentare uno studio di psicodramma, per due anni; A Giugno 1996, dopo molti mesi di solitudine disperante, ho una brevissima relazione con G; A Ottobre 1996 lascio G e dopo poco comincio a frequentare una collega P, il rapporto è travagliatissimo, non capisco il perché; 1996 Muore il padre di K, mia amica, pochi mesi dopo aver trascorso vacanze insieme;
1997 Muore mia zia paterna; 1997 secondo infarto di P R; Non riesco più a frequentare gli amici di B: né i cattolici né i "compagni"; Mi rendo conto che perdendo S Ho perduto anche parte della mia identità relazionale;
Nel 1998 la bomba: P è alcolista, figlia di alcolista, per oltre un anno cerco i aiutarla, la affianco ai corsi per alcolizzati, beve 1 bottiglia di superalcolico al giorno, entra più volte in coma, la trascino all'ospedale, si taglia le vene, io sto cedendo...; Nell'ottobre 1999 esco dalla sua vita; Sono trasferito a I, a nove bre; Fine 1999 Compare X Mi piace sempre di più stare solo; Muore di cancro una collega;
2002 Muore, di cancro, la mia amica V quarantenne; Muoiono due colleghi di 50 e 52 anni; 2003 Muore, di cirrosi e polmonite, il mio amico F di 52 anni; 2002 Muore P.V.C.B, il celebrante del mio matrimonio; Ho una nostalgia irraccontabile di S; Mi fa soffrire non sapere più nulla di lei.
Ora sono turbato dalle troppe morti, sono talvolta sopraffatto da questa sequenza interminabile, soffro di insonni , mi sento abbandonato, non riesco a non pensare a S; di notte, nel sonno indotto dall'assunzione di un farmaco, mi alzo e mangio.
Vorrei liberarmi di un poco di dolore, di 20 chili e del tabagismo e soprattutto vorrei riuscire a guardare avanti e non indietro, il mio passato è troppo pesante. Grazie per L'attenzione, Vi saluto cordialmente. Mauro

Caro Mauro, credo che tu abbia bisogno di un aiuto specialistico, sia quello di uno psichiatra per i farmaci (che dici di assumere, ma chi te li ha prescritti?) che quello di uno psicoterapeuta che ti aiuti a ritrovare una serenità che sembra perduta. Quello che mi colpisce è il fatto che tu abbia fatto un elenco preciso di tutte le morti che hanno toccato la tua vita, senza specificare le emozioni, il tipo di rapporto con quelle persone, i tuoi vissuti.
In realtà la morte è un evento naturale, definitivo e previsto, che può essere vissuto più o meno con accettazione o con rifiuto totale.
Forse va esplorato il tuo atteggiamento verso la morte e verso la vita, andando a scavare tra i tuoi pensieri, le tue emozioni e i tuoi comportamenti.
Certo è possibile guardare avanti, ma solo se si elabora, si digerisce, si capisce il passato e il suo senso personale. E' un lavoro che va fatto se si vuole fare un cammino positivo di vita. Ciao.
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