Pubblicità

difficoltà nello svolgimento di attività di vario genere (163932)

0
condivisioni

on . Postato in Depressione | Letto 619 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)

Michele, 23

Gentile dottoressa,
sono un ragazzo di 23 anni, studente accademico, benestante e in salute. Da quando frequentavo le scuole medie (quindi circa 10 anni fa) avverto vari disagi che mi portano a vivere la mia vita con angoscia, ai tempi delineavo il tutto con "ansia". Il quadro generale su di me è più o meno questo: - pensieri ricorrenti su eventi e persone del passato (due persone in particolare che nel periodo dell'adolescenza mi hanno fatto molto soffrire, una coppia di coetanei; lei era una ragazza che mi piaceva, lui il suo fidanzato e per molto tempo mi hanno perseguitato con veri e propri atti di bullismo) - difficoltà nello svolgere compiti anche semplici e piacevoli (dal pensare di vedere un film al leggere un libro, sia per svago che per studio passo attraverso tutta una fase di riflessioni sbagliate che non mi permettono di farlo) - serie difficoltà nel relazionarmi con persone nuove, che mi piacciono o che denoto come autorevoli (ciò complica molto la mia vita universitaria e mi impedisce di iniziare attività quali vorrei dedicarmi, come palestra o corsi di formazione, o peggio ancora attività lavorative) - ansia più o meno ricorrente ( a volte inizia al risveglio, altre volte in vista di un uscita, solo o in compagnia. ho assunto ansiolitici per un periodo, a seguito del quale ho imparato a gestirla meglio senza) - difficoltà nel concentrarmi su una cosa per volta (questo è il problema principale in quanto, per tal motivo mi è impossibile iniziare a fare qualcosa e portarla al termine) - dipendenza da marjuana (dico dipendenza perchè ormai non sono più episodi circoscritti, da quando ho 17 anni non posso far a meno di fumare almeno un giorno a settimana. credo che lo faccio perchè nella mia testa sono convinto che ciò mi dia felicità, e forse e anche vero. In realtà facendolo mi ci dedico in maniera esclusiva e mi chiudo nell'estasi personale. Penso di non avere bisogno di niente e di non dover condividere con nessuno) - attività sessuale promiscua e disordinata (vado occasionalmente con persone del mio stesso sesso e rifugio qualunque legame sentimentale sia con l'uno che con l'altro genere) - bisogno d'esprimermi e impossibilità nel farlo (dispongo dei mezzi che mi servirebbero ho il mio corpo, la mia voce e non me ne servo, o lo faccio in maniera molto filtrata.   io scrivevo, disegnavo, fotografavo e utilizzavo i mezzi video per puro piacere e auto-soddisfacimento, ma da tre anni a questa parte ho l'impressione che il piacere sia diventato dovere: tutti mi dicono che "dovrei" e questo senso di costrizione indiretta mi porta a non fare nulla, con la scusa della mancanza di ispirazione non produco niente ne per me ne per gli altri) - probabili tendenze suicide, ma ho paura anche solo a pensare di ammetterlo. (quando mi sento molto triste e sono per strada a volte mi sorprendo a pensare che non sarebbe poi tanto male se un auto mi investisse) - bisogno di essere al centro dell'attenzione e contemporaneamente estremo fastidio se qualcuno mi guarda. (persone a me vicine dicono che col mio modo di fare, cioè cercando di passare inosservato, desto la curiosità negli altri. In realtà la sensazione di camminare per strada e non passare inosservato e un pensiero fisso che talvolta mi blocca, mi fa inciampare o mi fa cambiare idea sull'uscire di casa. Se passo accanto a una vetrina che riflette la mia immagine inizio a pensare di sembrare strano, che sto camminando curvo o che ho un'aspetto del tutto disordinato anche se prima di uscire non avevo queste sensazioni). - paure poco chiare circa il futuro. Sono convinto che la mia vita non abbia alcun senso ora e che non concluderò mai nulla neanche dopo. Io non riesco a prefiggermi alcuno obiettivo, non riesco ad assumermi alcuna responsabilità. - sensazione costante di tempo che scorre (credo che qualunque cosa io faccia sia una perdita di tempo e che per questo, il poco tempo che ho a disposizione, andrebbe impiegato in maniera differente. Con questa idea fissa non solo non riesco a godermi niente, neanche i momenti di serenità in cui non avrei nulla a cui pensare, ma non riesco nemmeno a dedicarmi per più di un ora ad una cosa specifica. Sento di "dover fare " qualcos'altro. Potrei essere socialmente integrato, non mi manca nulla, economicamente non posso lamentarmi, prestanza fisica... qualcuno dice pure che sono una persona interessante. Ma io vedo la negatività, avverto il complotto, sento superficialità e abbandono. Questo genere di sensazioni generano in me odio e invidia. Ho spesso invidia verso gli altri e anche nel tentativo di approcciarmici non riesco a non essere provocatorio. Sono molto egocentrico e convinto di essere meglio dei miei simili quando invece la realtà non fa che mostrarmi il contrario. Odio la mia città, la mia regione, il mio stato, le persone spesso anche senza un motivo. Ora, ci tengo a precisare che ero in analisi in un centro di assistenza ma che ho interrotto nel mese di agosto perchè ho ritenuto di non stare facendo passi avanti, la mia dottoressa era troppo buona e accondiscendente con me e mal grado i suoi buoni consigli sentivo di non riuscire a cambiare; con questa dottoressa che mi ha seguito siamo arrivati a delineare un quadro di "fobia sociale" ed effettivamente studiando ho visto che i sintomi ci sono proprio tutti. Attualmente mi trovo in una fase di blocco psicologico ininterrotto e pensavo di ritornare da lei perchè in quelle poche ore di sedute sentivo un sollievo nel raccontare a lei le mie follie. Questa situazione non mi permette di svolgere alcuna mansione, è debilitante. Mi trovo in un periodo in cui lavorativamente, affettivamente e socialmente dovrei essere attivo, scattante, utile però anche pensare di uscire a fare una passeggiata ora come ora mi diventa un problema. Ma qual'è il problema? io vorrei capire, dargli un nome e prenderlo di petto, perchè sento di aver gia sprecato la mia vita ancora prima di iniziarla.



Gentile Michele,
leggere il suo scritto comunica una sensazione di solitudine ed isolamento, spia di un dolore profondo.
L'importante, ritengo, è individuare le cause di tale stato e trovare modi e vie per realizzare quel cambiamento che consenta una vita serena e soddisfacente. Credo che riprendere la terapia sia un primo passo, mi sembra poco probabile che la terapeuta che l'aveva in cura fosse "troppo buona e accondiscendente", penso piuttosto che fosse cauta e cercasse , in primo luogo una relazione positiva con Lei, per poi approfondire i diversi aspetti.  In questi casi il percorso richiede un certo lasso di tempo, occorre in qualche modo decostruire  e ricostruire un sistema di difese che si è organizzato in 23 anni! Da ciò che scrive , Lei sembra una persona che ha sufficienti risorse intellettuali, e non solo, per modificare la situazione e liberarsi di quegli aspetti che le impediscono di "gustare" la vita. Se posso permettermi Le suggerirei di non leggere troppo le diverse sintomatologie né di cercare "etichette" per le sue difficoltà ( è piuttosto ansiogeno), ma di Gentileriflettere, per quanto possibile, sull'origine profonda dei suoi disturbi.
AugurandoLe  di realizzare quanto desidera, La saluto.
S. Bertini
P.S. Eventualmente potrebbe consultare altri psicoterapeuti (molti effettuano il primo colloquio gratuitamente) per capire se si trova meglio con un altro tipo di persona.

 

(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)

 

Pubblicato in data 22/04/2014

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Cosa fare di fronte alla crisi?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Affetto

L'affetto (dal latino "adfectus", da "adficere", cioè "ad" e "facere", che significano "fare qualcosa per") è un sentimento di particolare intensità, che lega u...

Androfobia

L’androfobia rientra nella grande categoria delle fobie e viene definita come paura degli uomini. Nelle femmine questa paura tende a determinare un’avversione p...

Ansia

L’ansia è una sensazione soggettiva caratterizzata da un senso spiacevole di apprensione e preoccupazione spesso accompagnata da sintomi fisici di tipo autonomi...

News Letters

0
condivisioni