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disturbi della personalità (163133)

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on . Postato in Depressione | Letto 549 volte

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Aurora, 33

 

Gentile Dottoressa,
mi chiamo Aurora ho 33 anni e come ogni notte non riesco a prender sonno e mi ritrovo qui a cercare risposte...soffro di disturbi della personalità da molti anni con annessi periodi di bulimia, anoressia, autolesionismo e manie suicidarie. Attualmente sono di nuovo in psicoterapia, ma ovviamente non è la prima volta...spero questa volta di trovare la forza di non mollare perchè purtroppo in passato è sempre stato così....anzi molto spesso durante la terapia sono stata ancor peggio. Da tre settimana sono ricaduta in uno stato depressivo che non mi lascia, mi tortura, mi corrode corpo ed anima, ho perso il senso del tempo,ho perso il mio appetito, ho smesso di fare qualsiasi attività ed ho un tremendo senso di vuoto impossibile da colmare. Lentamente sembro disconnettermi dalla realtà...poi subentrano attimi di "simil"lucidità e ho solo voglia di raccontarmi e chiedere aiuto....aiuto perchè qualcosa mi sta divorando ma non riesco a darle un volto. Con il mio psicoterapeuta stiamo lavorando sul mio disordine interno legato alle figure genitoriali, sono figlia di un rapporto "sadomasochistico", così lui lo definisce, dove mio padre è il carnefice e mia madre la vittima consensiente, la loro guerra perpetua in me. Forse sarà questo o forse altro, il punto è che non vivo...il punto è che non so vivere. Il punto è che adesso devo lottare con la mia voglia di punirmi, perchè ho promesso a me stessa di non ferire più la mia carne e spero di farcela e chiedo ancora aiuto.

Cara Aurora,
che bel nickname ha scelto, sembra proprio che voglia iniziare un nuovo giorno. Spesso succede che durante una psicoterapia si desideri "fuggire" sia perché si soffre sia perché, quando si è vicini alla radice dei problemi ci si trova a lottare contro il cambiamento profondo ed a volte...si fugge. Lei dice di non vivere...credo che non abbia acquisito gli strumenti per sperimentare la vita. Certo i primi anni di vita sono fondamentali per "imparare" a vivere e ad amare. Avendo così pochi dati a disposizione, azzardo alcune ipotesi: a volte succede che ci circonda abbia aspettative irrealistiche nei nostri confronti ( aspettative che talvolta sono frutto di tentativi di compensazione di chi ci ha messo al mondo) di conseguenza una bimba si trova di fronte a ostacoli insormontabili ed anziché poter capire che le richieste sono inadeguate, si sente in colpa per il fatto che non è in grado di corrispondere. Il sentirsi inadeguati a corrispondere non solo alle richieste (sovente implicite) ma anche a dichiarazioni di affetto "incondizionato". E anche possibile che se la propria madre è vissuta come vittima, non ci si possa identificare in un ruolo così sacrificato e così non si sappia più chi si sia e si alternino fasi da vittima a momenti da carnefice. Un'altra ipotesi è che la coppia genitoriale non sia stata in grado di volerle bene nel modo giusto e, purtroppo, se non si sono esperiti i codici dell'amore, occorre fare un lungo e difficile lavoro per riuscire a riconoscersi come soggetto degno di amore, in primo luogo di "riconoscere e amare se stessi" Ho l'impressione che Lei sia abbastanza vicina a risolvere il suo grave disagio, anche l'aver trovato la forza di scrivere questo mail, indica che sta iniziando a "prendersi in carico". Oltre a salutarla le auguro di trovare presto la via per una vita piena e felice.

 

(Risponde il Dott.ssa Sussanna Bertini)

Pubblicato in data 24/07/2013

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