Non ho più voglia di vivere (107560)
Kelly 34
Sono una ragazza di 34 anni, ho un figlio di 6 anni nato dalla convivenza altalenante e negativa di 7 anni con un ragazzo che affettivamente se ne frega di me e di suo figlio. Il mio problema è questo, soffro in continuazione di depressione e ansia che non mi mollano neanche di notte. Sono arrivata al punto di non riuscire più a reagire alla mia schifosa vita, ho problemi sentimentali, economici, paura delle persone che mi circondano, paura ad andare a letto, paura a svegliarmi, paura del futuro e soprattutto di quello di mio figlio (al quale hanno diagnosticato l'epilessia psichiatrica, che dicono può non essere grave), della vita, diffidenza verso qualsiasi individuo. Ho solo una cosa positiva in questa odiosa vita oltre a mio figlio, la presenza di mia sorella e mio cognato, che con diversi consigli stanno cercando di aiutarmi a reagire con evidente insuccesso, ma non per colpa loro, solo perchè ormai io non ho più la forza di reagire, di togliere tutto il vuoto che ho dentro, sono una fallita. Ora vi chiedo, quale può essere una soluzione per fare in modo che mio figlio non viva la mia insignificante vita? Non voglio che sia il padre a crescerlo, perchè non sarebbe in grado. Aiutatemi con un consiglio.
Kelly, l'unico modo che ha per far si che suo figlio non viva i suoi stessi problemi e non viva una vita insignificante, è di riprenderla in mano questa sua vita e cambiarla, restituendole il senso che le ha tolto e rendendola così "significante". Non ha altre vie, perchè i bambini vivono ciò che vivono i genitori, soprattutto nel loro inconscio e una madre depressa, arrabbiata col mondo e senza forza per combattere lascerà in eredità questo, purtroppo, al proprio bimbo. Mi spiace, ma non ha altre possibilità che tentare di fare qualcosa per migliorare la SUA di vita, perchè solo così migliorerà conseguentemente anche quella di suo figlio. Se pensa a farla finita, le ricordo che lascerebbe a suo figlio, in aggiunta all'eredità di cui parlavo prima, anche un profondissimo senso di colpa, perchè un figlio, a quell'età soprattutto, non potrà che ritenersi colpevole, in qualche modo, di quanto accade alla madre; inoltre non potrebbe che pensare ad una sua mancanza d'amore nei suoi confronti: una madre che ama il figlio non lo abbandona così. Ho l'impressione che parte della sua rabbia sia collegata al padre di suo figlio e la invito a lavorare dentro di lei per staccarsi definitivamente da questa persona (se attualmente non state più insieme) o a cercare di migliorare il vostro rapporto, perchè la rabbia non è una buona compagna e non aiuta a trovare senso nella vita. Ovviamente non posso che suggerirle di intraprendere un percorso psicoterapeutico per risolvere i suoi nodi interiori... perchè sono quelli che le stanno succhiando energie e forze. Deve affrontare le sue paure e i suoi fantasmi interni se vuole riprendere la vita nelle sue mani; ora è come fosse nelle mani di qualcun altro, non è lei che la gestisce veramente. Ha solo 34 anni e ha la fortuna di avere un bambino che sta crescendo: non può pensare di non avere ancora un'infinità di cose da scoprire nella vita e ha il diritto, ma soprattutto il dovere di cercarle. Certo lo so che non è facile, ma niente è facile: bisogna rimboccarsi le maniche e intraprendere un percorso di conoscenza e di crescita. Se non riesce a farlo per sé in questo momento, cerchi di farlo per suo figlio.
(risponde la Dott.ssa Elisabetta Corberi)
Pubblicato in data 11/12/07
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