paure (47737)
Francesca, 23anni (27.1.2002)
Salve!Sono
una ragazza di 23 anni, figlia unica .La mia famiglia vive in un
piccolo paese ma io abito da quattro anni in un' altra città
dove frequento l' università.Sono abbastanza timida e
riservata soprattutto con chi non conosco bene, ultrasensibile e
immersa ormai da troppi anni in un mondo di filosofia e letteratura
che mi ha segnato in tutti questi anni rendendomi molto riflessiva e
indagatrice e profonda su tutti i vari problemi esistenziali.
I primi anni di università sono stati bellissima, feste, notti
insonni con gli amici e via dicendo.Dall' anno scorso dopo un periodo
di stress da esami e di rottura con un gruppo di amici e
preoccupazioni per la salute di mio nonno ho cominciato a soffrire d'
ansia e attacchi di panico che con l' aiuto dei miei e del mio
ragazzo ho superato riprendendo una vita normale ma mai pienamente
soddisfacente. Da allora nei periodi più stressanti continuo a
preoccuparmi dei miei pensieri, della mia salute in modo ossessivo
certe volte..è strano spiegarlo, analizzo sempre ogni
sensazione di tristezza esagerando quello che è in
realtà,mi chiedo perchè sono caduta così in
basso, non riesco ad accettare i periodi di crisi..la cosa è
abbastanza complessa: analizzandomi continuamente (ho una mente
psicologica) sono giunta a capire i miei problemi..insicurezza
assoluta del futuro, frustrazione per questa situazione da studente
quando il mio ragazzo è già realizzato in un lavoro suo
ed io non ho la minima idea di cosa fare della mia vita.
Il fatto di dover continuamente decidere fra i miei e lui che abita
nella cittàò dove studio..ma mi spiego meglio, un mese
fa è morta inaspettatamente mia nonna e da allora sono
ripiombata in questo stato d' ansia, sono terrorizzata dal fatto che
possa succedere qualcosa ai miei e io rimanga da sola e così
me ne resto magari in casa o evito di allontanarmi troppo e ppure
sento che sono più felice nell' altra città dove
studio, ho ragazzo e amici e dove vorrei trovare un lavoretto dopo
questi esami di Febbraio che sto preparando ma vivo questa
separazione con angoscia anche se tornerei ogni fine settimane.
E la cosa che mi sta facendo impazzitre è che continuo a
pensare a quello che penso, non è che sento e basta, ci
ragiono continuamente precipitando sempre più in basso. Vorrei
uscire da questa situazione che ormai vivo da una nno, vedo cose
positive davanti a me ma continuo a crearmi ostacoli mentali per non
crescere e farmi la mia vita..vorrei ritrovare la serenità e
l' ottimismo di un tempo ma sono ossessionata di perdere quello che
ho , sono ossessionata dalla mia tristezza..se solo smettessi di
analizzarmi!!
Un saluto
FRA
La gamma delle emozioni che ogni persona può provare non è molto ampia...le emozioni fondamentali sono gioia, paura, rabbia e tristezza. Credo che ogni essere umano nella sua vita sperimenti, in modo ciclico, tutte le emozioni.La tristezza è un'emozione che si prova in momenti della vita particolarmente dolorosi.La perdita di persone care (nonna) è accompagnata, spesso da un sentimento di vuoto e di solitudine talvolta intollerabile ma del tutto fisiologico e necessario per favorire l'elaborazione del lutto.Anche un anno fa, hai affrontato un periodo non semplice, contrassegnato da una perdita "reale", la rottura con un gruppo di amici, e una perdita "temuta", la morte del nonno. Un anno fa, come oggi, la tua tristezza aveva un senso... La cosa importante è rispettare ciò che senti senza svalutare o ipervalutare le tue emozioni..Comprendo, inoltre, il tuo senso di incompiutezza...Laureanda ma non ancora laureata...Indipendente e autonoma quando sei fuori casa, ma dipendente economicamente dai tuoi genitori...Donna con una vita di coppia soddisfacente, ma allo stesso tempo figlia.Molte di queste cose a breve termine non saranno più cosi "fumose", arriverà la laurea, poi il lavoro... Potrai essere la compagna del tuo ragazzo senza rinunciare ad essere figlia, dando il "giusto" spazio ad ogni rapporto. In bocca al lupo.