Psicosi delirante (080726)
Giusy, 36 anni
Un anno e mezzo fa ho sofferto di
psicosi delirante. Prima mai avuto problemi psicologici (credevo allora!) Sono
stata ricoverata in regime di t.s.o., dopo la dimissione ospedaliera è
subentrata una grave forma di depressione. Farmaci (Zyprexa e Fluexotina) accompagnati
da psicoterapia, mi hanno rimesso in sesto.
Dopo un anno e mezzo, infatti, mi sento davvero bene e posso dire di essere
guarita. Non riesco però ad accettare ciò che mi dice lo psichiatra
e cioè che quello che è capitato a me può capitare a tutti,
che devo accettare ciò che eè successo e non devo andare alla
ricerca di chissà quali malattie. Non mi arrendo, chiedo di conoscere
ulteriori informazioni ma lui dice che non devo per forza etichettare ciò
che è successo. Non mi rassegno però e chiedo come sia possibile
una cosa del genere, cioè una vita tranquilla, serena, una buona posizione
sociale e poi..al''improvviso il botto!
Dall'oggi al domani ho cominciato a sragionare..ancora oggi uso gli psicofarmaci
dai quali però vorrei liberarmi. Lo psichiatra dice che sono ancora necessari,
mi domando quanto ancora dovrò utilizzarli. vorrei dei chiarimenti sulla
psicosi delirante,
grazie.
Cara Giusy, sono fondamentalmente d'accordo con il tuo psichiatra che non vuole
metterti addosso il "cartellino" di un disturbo psicologico specifico.
Credo che lo stimolo che dovresti raccogliere dalle sue considerazioni è
quello della tua unicità e del continuare sul tuo cammino personale che
non può essere racchiuso in una definizione scientifica di psicosi. Inoltre
una diagnosi di psicosi delirante può racchiudere più sviluppi
e casi, e non mi dai abbastanza informazioni per darti una risposta precisa.
Forse
per te, all'interno della tua vita, delle tue relazioni, delle tue emozioni
e pensieri, è più importante cercare di capire come mai da un
giorno all'altro c'è stato il "botto", che senso ha avuto,
e soprattutto accettare che ci sia stato come manifestazione eclatante di un
disagio che fino ad allora sembra fosse inconscio.
A volte sottovalutiamo la forza delle nostre emozioni e tendiamo a far finta
di niente, quando invece stiamo soffrendo e non stiamo rispettando i nostri
bisogni. Allora è possibile, possibilissimo, che una parte di noi "scoppi"
e ci costringa a fermarci a ragionare. Credo, paradossalmente, che quello che
ti è capitato sia positivo perché è un pò come se
ti fossi costretta a prenderti cura di te stessa. Ora sei una persona nuova.
Metti da parte le etichette.
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