Salute amore amicizia (xxxxx)
Carlo,23 anni
Sono un ragazzo di 23 anni,
studio vado all'università. Tutto è iniziato quando avevo 16 anni
, iniziai ad accusa dei sintomi di stanchezza mal di denti, di testa ma non
ne parlavo con nessuno per via del mio orgoglio di uomo forte! questa situazione
però peggiorava sempre di più e io continuavo a non parlarne fin
ad arrivare al punto che l'orgoglio doveva lasciare il posto ad un aiuto; ne
parlai ai miei, feci diverse visite da diversi dottori fino ad andare in ospedale
dove attraverso risonanza capirono il problema alla colonna vertebrale!ora i
dolori ci sono ancora ma non come prima che non mi permettevano di ragionare
ero spesso nervoso restio a frequentazioni per via dei dolori.
L'apice l'ho raggiunto quando in una serata di dolori tremendi invitai una mia
amica del liceo ad uscire e le dissi nella piena incoscienza che l'amavo ovviamente
scatenando sconcerto in lei. Sono passati 3 anni da allora i dolori fisici stanno
passando e con essi sta sorgendo la coscienza che mi porta a non uscire più
con gli amici per via di questo fatto che tutti sanno ma che purtroppo nessuno
sa che sono stato veramente male ma che preferisco tuttora non dirlo agli amici!
cosa mi consiglia di fare ho pensato che una volta conclusi gli studi cambio
città vado a lavorare fuori ma non ne sono msicuro.Mi dia una mano
Caro Carlo, tieni presente che evitare le situazioni che temiamo porta sempre
ad un aggravamento dei sintomi. Con le parole di Fernando Pessoa "porto
addosso le ferite delle battaglie che ho evitato". Penso che dovresti prendere
in mano la situazione e cominciare ad affrontare le tue paure.
Ricordati che sono le azioni che contano, non i pensieri e le rimuginazioni
mentali. Le migliori persone che ho incontrato sono quelle che hanno fatto scelte
che hanno sfidato le logiche comuni e non hanno seguito un iter predefinito.
Ricorda, che sei tu padrone della tua vita, e che nessuno ti riporta le cose
che non hai fatto. Come dice Pablo Neruda:
"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore
dei vestiti, chi non parla a chi non conosce". Un saluto
( risponde il dott. Fabio Gherardelli)
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