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Scelta della terapia (50401)

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on . Postato in Depressione | Letto 574 volte

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Hopeless, 23 anni, 29.05.2002

Gent.mi esperti di Psiconline, vi ho già scritto due anni fa per chiedervi un parere sulla mia depressione. Allora mi fu consigliato di intraprendere una psicoterapia per guarire. Oggi però scrivo perchè ho bisogno di un consiglio supplementare: ho fatto un anno di psicoterapia con una dtt.ssa specializzata in terapia cognitivo-comportamentale. Ebbene, un anno di questa terapia non ha portato assolutamente a niente, non so se perché tra me e la dott.ssa non si è instaurato un proficuo rapporto paziente-dottore, non so se a causa mia o del metodo (non sono un esperto della psiche umana ma la scuola cognitivo-comportamentale a me sa di buffonata). In altre parole, adesso vorrei un consiglio su come scegliere un buon psicoterapeuta. Non dico di dirmi nome e cognome, ma di darmi qualche dritta per sapere quale può essere quello giusto per me. L'opinione di Silvia Vegetti Finzi secondo cui si può guarire da qualsiasi disagio con qualsiasi orientamento terapeutico, se lo psicoterapeuta è bravo, secondo me non regge. Vi ringrazio anticipatamente dell'attenzione che vorrete dedicarmi. Hopeless

Gentile amico, che il terapeuta sia più importante della impostazione teorica con la quale lavora è opinione diffusa nel campo, e contiene una buona quota di verità. Ma questo non significa affatto che qualunque impostazione sia equivalente alle altre. Chi le risponde ha avuto un'impostazione di psicologia del profondo e dunque non può ritenere trascurabili alcuni fattori interiori. E' mia opinione, cioè, che in psicoterapia sia fondamentale affrontare i temi di fondo dell'esistenza, e che non possa inoltre essere trascurata l'analisi dei legami familiari pregressi, soprattutto in un paziente giovane. Anche l'esame del sistema relazionale in cui si è immersi e la verifica delle proprie strategie comportamentali risultano utili, ma sono solo una parte del lavoro e risultano importanti certamente in alcuni disturbi ansiosi e nelle crisi di panico, ma certamente meno nella depressione. Inoltre, non è affatto trascurabile il rapporto che si instaura tra lo psicoterapeuta e il paziente (il cosiddetto transfert), poiché la psicoterapia è unn processo sottile di rinascita interiore che non può svilupparsi se il rapporto terapeutico non è basato su sentimenti positivi, in primo luogo la fiducia. Infine, il contemporaneo apporto di una trattamento farmacologico è spesso consigliabile nella depressione. Come scegliere lo psicoterapeuta? Anzitutto, dato l'esito del tentativo con la scuola cognitivo-comportamentale, direi che sarebbe opportuno per lei virare su una terapia di tipo analitico (io vedo con maggior favore, naturalmente, la scuola junghiana). In secondo luogo, occorre chiedere in giro ad amici che possano aver avuto esperinze simili e a conoscenti (anche il medico di famiglia) che abbiano competenza nel campo per reperire qualche buon indirizzo. Infine, occorre recarsi al primo appuntamento con costoro per raccogliere le impressioni dirette e decidere se quanto narrato dagli amici corrisponde alla propria percezione. Se le sembrerà di si, l'analista sarà probabilmente quello giusto per lei. Non si scoraggi, e cerchi di non perdere la speranza: dalla depressione si esce, anche se con fatica e con tempi non sempre brevi.

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