Solitudine (131257)
Simone 20
Salve dottore, io dopo un breve periodo di lavoro e quindi vita in una grande città son dovuto (più che altro mi sono fatto convincere) a tornare nel mio paese di nascita per aiutare economicamente mio padre. C'è da dire che quando ho lasciato il mio paese avevo una situazione abbastanza discreta, avevo alcuni amici, e un gruppetto di persone che frequentavo. Nella città, apparte il primo anno passato ad ambientarmi, gli anni seguenti hanno visto il fiorire di amicizie e di relazioni interpersonali, il che è una buona cosa visto che tutta la mia vita è stata casa e scuola e di amici pochi. Ora che son tornato nel mio paese mi trovo solo perché le poche amicizie che avevo o le ho perse o mi rendo conto che è inutile uscire con loro visto che hanno unicamente lo scopo di ubriacarsi fino a star male. Il brutto di questa situazione è che sono bloccato qui per 5 anni (fino al raggiungimento della età pensionabile di mio padre), ma ora, dopo sei, mesi non son già più in grado di sostenere la situazione: mi soffermo a ricordare le amicizie che ho lasciato nella città, e mi viene da piangere. Mi sento solo, tremendamente solo, mi sento depresso e chiuso in gabbia ogni santo giorno della mia vita; non mi interessa uscire più perché per me non è più divertente, e comunque non riuscirei a considerare i rapporti, risultato di questi incontri, come delle amicizie.
Simone, immagino che tu abbia già pensato a tutte le possibili alternative pratiche a questa situazione, e se non lo hai fatto veramente ti invito a farlo: magari esiste un modo perché tu possa aiutare economicamente tuo padre anche non stando nel suo stesso paese; ma non so, la situazione la conosci bene tu e probabilmente non ci sono alternative al dover aspettare cinque anni per poter riprendere il percorso vero della tua vita. E se è così, l’unica cosa che puoi fare è di cercare di aprirti alla possibilità che, anche questa condizione in cui ti trovi, possa avere un senso, o forse anche dei vantaggi o degli insegnamenti da darti. Si nota in te, per esempio, una grande chiusura nei confronti dei ragazzi del tuo paese. Probabilmente hai ragione nel dire che non valgono un granchè, ma se non ti apri alla possibilità che possa essere altrimenti, certamente non potrai incontrare nessuno che ti piaccia. A volte quello che pensiamo determina la realtà che viviamo: se pensi che sia tutto uno schifo, incontrerai con tutta probabilità solo schifo. Ci sono delle ragioni psicologiche a questo, che forse conoscerai e che non sto qui a spiegarti, ma funziona così. Perciò ti invito ad aprire le porte, invece che chiuderle, e darti la possibilità di sperimentare altro rispetto a quello che ti aspetti. Magari scoprirai di aver avuto ragione comunque, che i tuoi amici non valgono effettivamente nulla, tutti, senza esclusioni; ma almeno sarai più obiettivo e non potrai accusarti di non averci provato. Cerca comunque di reagire a questa situazione, di non chiuderti nella tua solitudine. Prova a muovere qualche passo in una qualche direzione: se questa situazione non ti piace e, non hai la possibilità di andartene, devi almeno provare a renderla più piacevole, o fruttuosa. Devi almeno provare.
(risponde la Dott.ssa Elisabetta Corberi)
Pubblicato
in data 28/03/09
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