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Depressione e uso di stupefacenti (015280)

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on . Postato in Dipendenze e Abusi | Letto 703 volte

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Monica, 17 anni

Salve, ho appena visitato il vostro sito e volevo rivolgervi delle domande cercando, prima di intraprendere una strada, di essere il più possibile informato. Cercherò di raccontare, quindi, la mia vicenda. Ho una cugina di 17 anni, vive a Milano con i suoi genitori, è figlia unica e frequenta il 4° anno di liceo.Circa 10 giorni fa i suoi genitori insospettiti per un suo comportamento sempre più irascibile ma soprattutto privo di un qualunque dialogo normale, scoprono una dura è nuova realtà: da circa qualche mese mia cugina faceva uso d'eroina. E' inutile stare a dire come questi ultimi mesi non sono stati i primi e gli
unici ma soltanto l'ultimo gradino di un percorso iniziato forse anche un pò per gioco. Da subito ha iniziato a seguire un programma di disintossicazione presso il sert, un programma che aveva già tentato più volte di iniziare aiutata anche dal suo ragazzo(ragazzo di circa 25 anni anche lui ha fatto uso d'eroina già prima di lei e in questo periodo non del tutto fuori), ma che
non era mai riuscita a continuare a causa delle prime crisi d'astinenza.Fin dai primi giorni un'equipe di psicologi e medici ha accompagnato mia cugina nella prima fase del percorso soprattutto finalizzata all'eliminazione di una dipendenza fisica, aiutandola con una terapia farmacologica ma soprattutto guidando noi parenti a starle vicino sì ma nel modo giusto.Durante questo primo passo, durato circa 4 giorni, mia cugina, in preda a forti dolori fisici e ad un suo pessimismo riguardo a tutta la sua vicenda, ha tentato di procurarsi una dose riuscendoci in una delle tante volte.Al contrario di ciò che potevamo aspettarci gli esperti del sert, appena accertata una disintossicazione almeno fisica, ci hanno consigliato di riavvicinarla subito alla sua normale quotidianità quindi scuola, ragazzo questa volta ponendo delle regole più precise e più severe(es. L'uscita pomeridiana di una sola ora), e quindi di ridarle quelli che sono motivi come lei ha detto "per cui andare avanti", nonostante la sola uscita di casa potrebbe essere rischiosa per quella che c'è stata definita dipendenza psichica. Informandoci da persone che ogni giorno lavorano e sono a contatto con realtà di questo genere(mi riferisco non ad esperti in campo medico o psicologico,
ma a persone che lavorano in comunità) ci siamo resi conto di come per tanti ragazzi nella stessa situazione ci si arrivi prima o poi alla soluzione drastica della comunità.Questa estrema strada, per una ragazza di 17 anni che pensa alla comunità come alla sua fine, o questo distacco definitivo dalla droga che può avvenire solo dopo un distacco dalla propria società, dal
proprio paese pian piano sembra divenire anche per noi l'unica strada: mia cugina è ritornata nella scuola e tra le amiche in cui tutto può iniziare, come può farcela se nei suoi discorsi lei stessa ammette di aver paura proprio di lei, ma soprattutto dice di aver nostalgia della vita di qualche mese fa.Precisando che tutti quelli che in questi giorni seguono mia cugina, dagli stessi
psicologi, escludono vivamente che una soluzione, come può essere quella della comun ità o del cambiamento di paese, può aiutarla anzi questo andrebbe a minare le uniche cose che le rimangono, vi chiedo come poter agire su 2 binari, in
altre parole quello di allontanarla da ogni pericolo che possa riportarla verso la droga, ma tenendola, allo stesso tempo, vicina alle uniche cose che in un momento così delicato la spingono ad andare avanti?quali devono essere le priorità che noi familiari dobbiamo rispettare per aiutarla?Nell'eventualità di una sua ricaduta, ci sono in Italia delle strutture come comunità che
possono coinvolgere nel proprio programma non solo mia cugina ma anche sua madre per limitare il più possibile un eventuale distacco? In questi ultimi giorni tutto ci sembra ancora più difficile in quanto gli psicologi si stanno muovendo in un'altra direzione e cioè verso una forte depressione riscontrata che quindi sarebbe all'origine di tutto.
Come comportarci oppure a chi rivolgerci? Colgo l'occasione per ringraziarvi anticipatamente.

Gentile signora le domande che lei pone sono molto importanti e di rilevanza fondamentale per risolvere
il problema di sua cugina.. le dico subito che le questioni sono diverse , come lei stessa dice, e che un'unica risoluzione non esiste.. in quanto l'avvicinamento degli adolescenti all'abuso di stupefacenti implica problematiche di disagio psicologico e ambientale di molto antecedenti all'inizio dell'abuso stesso. Questa ragazza credo dovrà procedere su due fronti ! quello dell'indagine psicologica e la psicoterapia che coinvolga anche la famiglia, dall'altro uno stretto controllo che
impedisca le ricadute. Un tale stile di vita familiare diventa molto impegnativo per questo a volte si opta per il ricovero in comunità.Cercate comunque un centro diurno che si occupi di tali problematiche a Milano.

( risponde la dott.ssa Tina Carone )

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