Dipendenza (1355763)
Monia 40
Non riesco a capire come sia possibile che il mio fidanzato a 45 anni abbia una forte dipendenza da suo fratello (tra l'altro non sposato) ed entrambi siano attratti dal mondo della televisione in maniera del tutto sproporzionata. Il loro lavoro li porta spesso al centro dell'attenzione dei media, ma farne una ragione di vita mi sembra veramente eccessivo. Non so come intervenire e a volte mi domando se lotto contro i mulini a vento: unica cosa certa è che nonostante l'amore che nutro per lui, la nostra storia perde intensità giorno per giorno ed è terribile.
Cara Monia, comprendo che debba essere molto disorientata e anche addolorata. La sua relazione le sfugge di mano, senza poter intervenire in alcun modo. Mi sembra anche che viva la condotta del suo fidanzato, come sconcertante e inappropriata, come se non riuscisse a cogliere la reale natura di quanto sta succedendo. In parte ha ragione, per chi vive con i piedi per terra, con un buon esame di realtà e sufficiente consapevolezza, è assolutamente assurda l’attrazione sproporzionata per un mezzo così etereo. Se però, andiamo a guardare nel merito di tale attrazione, comprendiamo che ha un suo significato. Ha comunque ragione ad esserne preoccupata, perché si tratta di una malattia: è una vera dipendenza. La dipendenza da TV fa parte delle nuove dipendenze, ovvero di quel disturbo caratterizzato da bisogno smodato e incontrollato di un dato oggetto o attività, quale la Tv, il PC, il cellulare, lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo, il sesso compulsivo, ecc. Al pari della dipendenza da sostanze (eroina, cocaina, hashish, ecc.), si tratta di un legame di sottomissione fra l’individuo e quel dato oggetto o sostanza, senza la quale non si può vivere. Le tecnologie sono assai insidiose, perché socialmente accettate e ritenuto assai utili da vari punti di vista. La TV poi, costituisce un elemento d’arredo nelle case di tutti. In realtà la TV di per sé costituisce un oggetto violento, sia nel contenuto dei vari programmi, sia nella forma, nel senso di passivizzare l’individuo ed ipnotizzare una parte del suo cervello, al di fuori della sua consapevolezza. L’uso smodato poi, crea quella che viene definita dipendenza, nel senso che l’individuo non può più farne a meno, si sente mancare di una parte importante della sua vita. In conseguenza di questo vissuto, aumenta gradualmente il tempo trascorso davanti allo schermo e diminuisce quello trascorso con le persone care, nelle attività e negli hobbies della vita quotidiana. Non solo, la persona è sempre più staccata dalla realtà concreta, dalle proprie emozioni, a favore di uno stile di vita indotto dalla TV stessa. Sotto questo quadro comportamentale, esiste un vero e proprio disagio, spesso caratterizzato da una dipendenza emotiva e da disturbi di vario tipo. Quanto mi descrive Monia, mi sembra che rientri chiaramente in questo fenomeno. Il suo fidanzato infatti, mostra anche una dipendenza da suo fratello. E’ probabile che ci sia un legame imprigionante con la famiglia d’origine, anche a livello fantasmatico. Questo fa sì che non si sia mai totalmente svincolato e individualizzato, a favore di una vita autonoma e adulta. Costruirsi una vita con un’altra persona, una propria famiglia infatti, comporta che si lascino andare i legami del passato, come soggetti esclusivi d’investimento, a favore di un futuro e di nuovi legami. Gli oggetti esterni, verso cui è visibile la dipendenza, non sono altro che l’estensione e la proiezione tangibile del problema. La situazione quindi è molto delicata, proprio perché l’oggetto su cui si esprime maggiormente la dipendenza, di per sé appare innocuo e in considerazione di ciò molto spesso c’è una svalutazione o negazione del problema stesso. Quello che può fare va in due direzioni, la prima consiste nel parlare chiaramente al suo fidanzato, dicendogli quello che sente, le sue preoccupazioni e ciò che vede. Gli deve far presente che ha bisogno di aiuto e lo deve chiedere, altrimenti sarà sempre più schiavo e solo. La seconda cosa, più sul concreto, consiste nell’invitarlo e stimolarlo in impegni e divertimenti lontani dalla casa e dalla TV, una vacanza, delle uscite in coppia, con gli amici, ecc. Qualsiasi esperienza concreta, lo aiuterà a distanziarsi dalla TV e a recuperare l’esame di realtà. Si ricordi che l’astinenza, come per il drogato e l’alcoolista, comporta dei comportamenti e sintomi sgradevoli (iperattività, nervosismo, agitazione, insonnia, ricorso a farmaci, ecc.), ma costituisce l’unica prima strada per il cambiamento. Questo è tutto quello che può fare. Il lavoro di cambiamento stesso poi lo deve fare lui, è lui che deve trovare la motivazione al cambiamento e riconoscere di avere un problema (lo stadio più difficile). Lei Monia, da parte sua può analizzare quale tipo di collusione può aver avuto per il mantenimento di questa condotta o ancora a monte, può chiedersi come mai si è legata con un uomo così tanto dipendente. Lavoro da fare ce n’è per tutti e due, ma non vi scoraggiate, prendete tutto questo come un’occasione di crescita profonda e rinnovata relazione. Buon lavoro!
(Risponde la Dott.ssa Sabrina Costantini)
Pubblicato
in data 10/07/09
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